Culture

”L’eredità di Stefano Tassinari? Letteratura sociale, letteratura di lotta” [video]

La voce della rivista Letteraria, protagonista da oggi a Vag61 di “tre giorni di discussioni, presentazioni, reading, musiche e buon cibo” con (tra gli altri) Arpaia, Wu Ming, Prunetti e un libro su Giulio Regeni.

16 Settembre 2016 - 14:17

IMG_20160220_222419In questi giorni l’assegnazione del premio Campiello a Simona Vinci ha aperto in città un dibattito sull’attuale assenza di un punto di riferimento per gli scrittori bolognesi dopo la scomparsa di Stefano Tassinari e sulla sua idea di realizzare in città una Casa della letteratura, oggetto di promesse a vuoto da parte delle istituzioni. Su questi temi interviene anche la redazione di Letteraria, di cui la stessa Vinci è collaboratrice, in vista del “Festival di letteratura sociale: tra utopie e distopie” che vedrà protagonista la rivista da stasera a domenica al Vag61 di via Paolo Fabbri 110. E’ vero, “manca una figura di riferimento per il mondo della cultura come Stefano”, dice in conferenza stampa Agostino Giordano, intervenendo a nome della redazione, così come “manca un’idea della cultura come bene comune”. E’ qui che si inserisce l’attività di Letterarie e lo spirito di un festival che “non a caso si svolge a Vag61. Per noi, ed è quello che abbiamo ereditato da Stefano- sottolinea Agostino- è un modo di concepire la letteratura non in modo accademico ed autoreferenziale ma legata alle dinamiche sociali, alle lotte e a tutto ciò che parte dal basso”.

In questo senso è importante “evidenziare la valenza molto politica di un avvenimento del genere nel contesto attuale”, sottolinea Antonello Martelli per Vag61: rispetto ai tempi in cui un’esperienza come quella di Letteraria nacque, il quadro politico “purtroppo ha subito molte modificazioni sia dal punto di vista culturale che dell’agibilità di luoghi in cui è possibile, attraverso la narrazione, essere dentro quello che accade nella nostra realtà”. IMG_2120[1]E allora quello che si svolgerà in questi giorni non è semplicemente un evento “culturale”, evidenzia Antonello, “è qualcosa di molto più profondo. E’ una visione di come noi rimaniamo dentro la storia. Ci vogliamo restare aggrappati e non ce la vogliamo far scippare”.

Se a dare un’impronta all’intera rassegna è la figura di Tassinari, tra i numerosi eventi in programma ce n’è uno legato ad un altro nome di primo piano della storia culturale della città e non solo: Roberto Roversi. Verrà infatti presentato pubblicamente il fondo delle riviste raccolte negli anni dal poeta, che di recente il Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani” ha acquisito dall’ex collettivo Bartleby. “Un patrimonio straordinario”, rimarca Valerio Monteventi del Centro di documentazione, perchè si tratta dell’enorme quantità di “riviste di letteratura, di poesia, di politica, sociali, sul lavoro e di diritto che Roversi aveva messo insieme dagli anni cinquanta al duemila”. Una straordinaria raccolta di riviste cartacee, dunque, all’interno di un festival organizzato da una rivista cartacea “in un periodo in questo rappresenta senz’altro un’anomalia”, sottolinea Valerio: “Ci sarà la possibilità di vedere da vicino il lavoro sulla grafica, sulla fotografia e sull’uso delle immagini. Aspetti che importanti quanto la scrittura stessa”.

Come spiega un comunicato degli organizzatori, il festival di Letteraria sbarca a Bologna, dove la rivista è nata, dopo un’edizione nelle Marche nel 2011 e ben cinque a Roma dal 2012 allo scorso giugno: “Le utopie e le distopie protagoniste dell’ultimo numero della rivista semestrale (il n.3 della nuova serie) saranno al centro della tre giorni di discussioni, presentazioni, reading, musiche e buon cibo”; qui il programma completo. Dalle utopie letterarie della collana “Quinto Tipo” diretta da Wu Ming 1 alle distopie ambientali raccontate nell’ultimo romanzo di Bruno Arpaia “Qualcosa, là fuori”, dalle utopie di viaggio sperimentate da Wu Ming 2 con il libro “Il sentiero luminoso” alle distopie del regime egiziano che ha portato alla morte di Giulio Regeni e a verità ignorate e dettagliatamente denunciate da Lorenzo Declich nel suo recente libro. “Un programma molto denso che dimostra la vitalità e l’efficacia che ancora oggi ha lo strumento ‘rivista’ per rendere collettivo e ‘sociale’ il ruolo della letteratura a cui, oltre agli scrittori già citati, parteciperanno tra gli altri anche Girolamo De Michele, Alberto Prunetti, Silvia Albertazzi, Alberto Sebastiani, Giuseppe Ciarallo, Massimo Vaggi, Selene Pascarella, Wolf Bukowski e Simone Pieranni”.

> Guarda i video con gli interventi di Agostino Giordano (Letteraria), Valerio Monteventi (Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”) e Antonello Martelli (Vag61):