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Lavoratrici/ori della ristorazione sotto l’Inps: “Il piatto piange!”

Presidio promosso dalla Federazione del sociale Emilia-Romagna dell’Usb “per chiedere lo sblocco delle casse integrazioni, l’ampliamento della platea del reddito di cittadinanza e un’integrazione salariale regionale”. Ottenuto incontro per la settimana prossima. Ieri sit-in Si Cobas all’inaugurazione di un nuovo magazzino Fedex-Tnt a Bologna.

16 Aprile 2021 - 12:32

“Camerieri, cuochi, baristi, lavapiatti… il piatto piange! A un anno dall’inizio della pandemia tiriamo le somme: abbiamo lavorato a singhiozzo, abbiamo percepito una cassa integrazione da fame ed in ritardo di mesi, alcuni hanno perso il lavoro perché a nero o a tempo determinato”, denuncia la Federazione del sociale Emilia-Romagna dell’Usb, che oggi ha manifestato davanti alla sede dell’Inps “per chiedere lo sblocco delle casse integrazioni, l’ampliamento della platea del reddito di cittadinanza e un’integrazione salariale regionale, come fatto già anche in altre regioni”. Con i mesi di ritardo accumulati per l’erogazione della cassa integrazione, “come dobbiamo sopravvivere? Le Regioni avrebbero dovuto snellire la procedura ed anticipare le casse, ma differenze non ne abbiamo viste. Vogliamo risposte dall’Inps e dalla Regione per una più rapida erogazione e lo sblocco di quelle ancora in elaborazione”. Ma intanto ci sono anche tante persone che il lavoro l’hanno perso, continua la Federazione del sociale: “Non rimane che il reddito di cittadinanza, ma accedervi non è così semplice se abbiamo sempre lavorato. Chiediamo innanzitutto alla Regione un’integrazione salariale regionale, come fatto in altre regioni per chi ha perso il lavoro a causa della pandemia. E mobilitiamoci per pretendere l’innalzamento dei requisiti e l’aumento dell’importo del reddito di cittadinanza”.

Un ulteriore punto sollevato con il presidio riguarda la garanzia del ricollocamento: “Le amministrazioni pubbliche, Comune e Regione, devono garantirci il ricollocamento qualora non potessimo tornare a lavorare nella ristorazione. Andiamo a bussare alla loro porta per pretendere che ci diano soluzioni alternative. Col nostro lavoro abbiamo generato ricchezza per anni nella Bologna city of food, ed ora meritiamo di essere ricollocati piuttosto che essere abbandonati ancora una volta”. Le istanze del sindacato saranno discusse la prossima settimana in un incontro che oggi l’Inps ha accettato di mettere in calendario.

Sempre in tema di lavoro, ieri a Bologna “Fedex-Tnt doveva inaugurare il nuovo magazzino- scrivono i Si Cobas di Piacenza- in cui esibire una manciata di lavoratori internalizzati assecondando il piano concordato con la Cgil che prevede una piccola parte di ‘salvati’ a scopo di propaganda a fronte di una marea di ‘sommersi’, gli operai facchini con contratti migliorativi ‘scaricati’ dalla multinazionale, come i 300 di Piacenza. All’inaugurazione era prevista assemblea sindacale della Cgil (strano eh?). Peccato che… nessun lavoratore si sia presentato. Al contrario, i funzionari Cgil e i dirigenti Fedex hanno trovato un presidio di un centinaio di lavoratori Si Cobas pronti a contestarli per la vergognosa operazione di ristrutturazione che stanno portando avanti”.