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Lavoratori Fiera: parlino i soci pubblici o proteste durante Eima

L’Assemblea dei dipendenti: confermare stop su spin-off e Milano. Adl Cobas contro un’azienda in cui a fronte di part-time da 20 ore settimanali “si lavorano il triplo per neanche 1.000 euro mensili”. Accordo sul caso Aviapartner.

01 Novembre 2018 - 12:04

I soci pubblici della Fiera devono confermare rapidamente lo stop all’ipotesi di spin off e di alleanza con Milano, altrimenti i dipendenti sono pronti a protestare in occasione di Eima, il salone delle macchine per l’agricoltura che inizierà il 7 novembre. E’ la posizione assunta dall’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di BolognaFiere, che si è riunita ieri ed ha approvato un ordine del giorno in cui si stabilisce la “reiterazione dello stato di agitazione aperto in data 25 maggio 2018” e la “richiesta di convocazione da parte dei soci pubblici di BolognaFiere in sede istituzionale per affrontare i seguenti temi: conferma di quanto dichiarato dalla società in data 29 ottobre 2018 in merito a ipotesi di spin-off e alleanza con quartiere fieristico di Milano; verifica del protocollo firmato in data 6 aprile 2017 in merito a organizzazione del lavoro, esodi incentivati e Protocollo di sito su appalti. In caso di mancato riscontro alla presente da parte dei soci pubblici entro il 6 novembre 2018, le organizzazioni sindacali, unitamente al Consiglio dei Delegati d’azienda, si attiveranno per l’organizzazione di forme di protesta da attuarsi in concomitanza con Eima”. Il testo è stato sottoscritto da diversi sindacati, tra i quali Sgb e Usb.

Nei giorni scorsi, intanto, l’Adl Cobas ha protestato “fuori del negozio Bologna Import-Export, dove vige una grave situazione di irregolarità: gli addetti al magazzino sono da anni inquadrati con un contratto a tempo determinato part-time per 20 ore alla settimana… eppure nei fatti ne lavorano almeno il triplo per meno di 1000 euro al mese! 60 ore alla settimana, 6 giorni su 7 compresa la domenica obbligatoria, senza che venga loro riconosciuta la retribuzione corrispondente! Come Organizzazione sindacale Adl Cobas abbiamo quindi richiesto l’immediata trasformazione dei contratti in full-time sulla base al lavoro effettivamente svolto nonché la stabilizzazione a tempo indeterminato degli stessi lavoratori: la risposta dell’azienda è stata ignorare queste richieste e continuare nella più totale illegalità. Ecco perché oggi i lavoratori incrociano le braccia: regolarizzazione subito! Basta profitti sulla pelle dei lavoratori!”. Sempre l’Adl Cobas, alcuni giorni fa, ha partecipato ad una giornata di mobilitazione contro le politiche del Governo in materia di immigrazione: “Lo abbiamo fatto per reagire, per non cedere alla paura verso chi l’accoglienza degna la sta cancellando come sta tentando di cancellare, colpo dopo colpo, l’umanità che resiste. I modelli virtuosi di accoglienza praticati nel territorio sono dati non soltanto da qualche ufficio di un qualche ente ma soprattutto da noi operatori e operatrici sociali che con passione e impegno, oltre a fare al meglio il nostro lavoro, spesso passiamo il nostro tempo libero tra progetti di volontariato e forme di attivismo che vanno poi a produrre quella ricchezza che caratterizza il sociale a Bologna”.

Infine, è stato raggiunto un accordo per il caso (fu segnalato da Sgb) dei sei lavoratori di Aviapartner, all’aeroporto, che rischiavano di perdere il posto per non essere riusciti a superare l’esame per la patente: l’intesa trovata al tavolo di salvaguardia della Città metropolitana consentirà loro di acquisire la patente entro il 30 settembre 2019, mentre l’azienda dovrà favorire la frequenza dei sei lavoratori ai corsi di scuola guida adattando l’orario di lavoro con le esigenze di studio.