Acabnews Bologna

”L’antifascismo non lo deleghiamo!”,
centinaia in corteo per il 25 aprile [nuove foto]

Partecipata manifestazione dalla rotonda Dodi Maracino al Pratello R’Esiste: “Internazionalismo, antirazzismo, antisessismo sono punti di riferimento fondamentali di un rinnovato progetto di liberazione”. Ma proprio in questi giorni, ancora monumenti partigiani sfregiati in città.

25 Aprile 2018 - 16:27

Anche quest’anno centinaia di antifascisti in corteo, a Bologna, per il 25 aprile: la manifestazione convocata da diverse realtà bolognesi all’insegna del messaggio “L’antifascismo non lo deleghiamo”, a differenza delle precedenti edizioni è partita dalla rotonda che di recente è stata intitolata a Dodi Maracino (nel quartiere Barca) per attraversare un grosso pezzo di città e arrivare come da tradizione in via del Pratello, dove fino a sera è in programma l’ormai consueta festa di strada organizzata dal Pratello R’Esiste. Passando per le vie della Barca, diversi residenti hanno applaudito il corteo dai balconi e qualcuno si è anche fatto sentire battendo sul coperchio di una pentola. I manifestanti sono passati nel punto in cui sorgeva la vecchia sede del circolo Iqbal Masih, in via della Barca, per ribadire che “Iqbal è sempre nel cuore di chi lotta”. Un’altra sosta è stata fatta all’ingresso dello stadio Dall’Ara, dove si trova una lapide in memoria della lotta partigiana: simbolo sfregiato con la sottrazione delle corone di fiori, a quanto pare il 21 aprile. Non è l’unico episodio di questo genere accaduto negli ultimi giorni in città. Al Savena, infatti, è stata nuovamente imbrattato il monumento dedicato alla Brigata Maiella, che ricorda il contributo dato dai partigiani abruzzesi per la liberazione di Bologna: “Per l’ennesima volta denunciamo con forza il grave atto di vilipendio a un monumento dedicato alla Resistenza. Le ‘cime’ della Maiella che ricordano l’ingresso dei partigiani abruzzesi a Bologna il 21 aprile 1945 sono state ancora una volta imbrattate con simboli fascisti. Un atto odioso, tanto più in questi giorni in cui celebriamo il 73° anniversario della Resistenza e della Liberazione”, ha segnalato la sezione Anpi “Toffano-Soldati”.

Durante la manifestazione, diversi interventi hanno espresso solidarietà alle/i antifasciste/i oggetto di limitazioni della libertà personale: “Questo 25 aprile è per tutte e tutti loro, contro la repressione”. E’ stata anche letto un messaggio invitato da chi sta combattendo in Rojava. Un’altra sosta è stata effettuata in via Irma Bandiera, dove una lapide ricorda la storia della partigiana, raccontata anche dal sound system. “Le donne della Resistenza fecero una scelta di libertà e autodeterminazione” e “non c’è antifascismo senza femminismo, non c’è femminismo senza antifascismo”, i messaggi lanciati dai manifestanti. Un altro passaggio del corteo ha riguardato la lapide che ricorda il luogo in cui durante la Resistenza fu allestita un’infermeria partigiana, anche questa sfregiata (lo scorso 11 ottobre), dove nel 1944 arrivarono i fascisti per arrestare, torturare e fucilare i feriti.

> Nuove foto della manifestazione (l’articolo prosegue sotto):

L'antifascismo non lo deleghiamo! #1

L'antifascismo non lo deleghiamo! #2

Corteo antifascista - 25 aprile 2018

A conclusione della manifestazione, interventi dal palco del Pratello R’Esiste in piazza San Rocco. “Anche quest’anno le realtà antifasciste bolognesi hanno attraversato le strade di Bologna, dal quartiere Barca fino alla festa del Pratello R’Esiste, per gridare che il 25 aprile non è soltanto una ricorrenza. Forse un giorno lo sarà, ma non lo è ancora. Per noi la Liberazione non è solo un evento del passato, ma un processo storico ancora incompiuto”. A settant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo “riteniamo che sia importante, oggi più di ieri, riaffermare con forza e vivere ogni giorno i valori che hanno motivato quella lotta di liberazione. Oggi come allora c’è chi si batte per l’uguaglianza nell’accesso alla ricchezza, alle cure, al sapere, perché tutte e tutti abbiano una vita libera e degna. E oggi come allora gli apparati dello Stato difendono le roccaforti del privilegio, delle gerarchie, del potere. Partiti, amministrazioni locali e governo non fanno che inventarsi sempre nuove forme di sfruttamento e di precarietà, non fanno che aggravare l’emergenza abitativa a suon di sfratti, di sgomberi e restrizioni agli occupanti di casa, cercano di imbrigliare la scuola, sventrano montagne, trivellano mari, cementificano ovunque. Ogni angolo di questo paese ha bisogno di persone che resistano e combattano. Persone che resistano alle nuove forme di schiavitù previste da una normativa che legalizza il lavoro sottopagato e rende più ricattabili le persone. Persone che contrastino l’ingiustizia sociale con la riappropriazione dal basso degli spazi inutilizzati e con l’estensione delle pratiche di autogestione. Persone che lottino contro la devastazione dell’ambiente e contro le grandi opere concepite soltanto per garantire profitti per pochi e miseria per tutti. A settant’anni dalla Liberazione l’antifascismo è più che mai attuale. Oggi come ieri praticare la resistenza vuol dire opporsi risolutamente alla violenza razzista, sessista e omofoba propagandata e promossa dalla destra conservatrice, dalle organizzazioni neofasciste, dagli integralismi religiosi, ma spesso avvallata anche dall’ipocrisia delle istituzioni e dei governi, con il loro grottesco cordoglio e i loro bugiardi minuti di silenzio di fronte all’ingiustizia e all’orrore. Oggi per noi l’internazionalismo, l’antirazzismo, l’antisessismo sono punti di riferimento fondamentali di un rinnovato progetto di liberazione”. Sempre più in Europa si profila un conflitto civile “che non deve trovarci impreparati. Già da oltre un decennio cresce ovunque una marea nera di violenze nazionaliste e ciò dovrebbe farci anzitutto comprendere che il nazifascismo non è stato un incidente di percorso nel luminoso cammino dell’Europa, ma ha profonde, insondate radici nella cultura europea, ed è un fenomeno che potrebbe dunque ripetersi con pari violenza, pur in forme nuove e aggiornate. Resistere a tutto ciò vuol dire saper immaginare collettivamente un futuro diverso e migliore. È questo il compito che abbiamo davanti. La Resistenza continua”.