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La Mare Jonio salva 49 migranti, poi lo sbarco a Lampedusa

Dall’Italia, dopo il soccorso, nessuna risposta alla richiesta di porto sicuro, nervosismo del governo, interviene la Finanza, ma dopo 24 ore la nave di Mediterranea può infine portare in salvo i naufraghi. Dal Viminale direttiva anti-ong. Bologna, annunciato presidio in piazza Nettuno.

19 Marzo 2019 - 23:23
Foto Agenzia Dire

“Libertà, libertà!”. Alla fine di una giornata al centro delle cronache nazionali, la nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans è attraccata a Lampedusa e 49 migranti, tratti in salvo lunedì a 42 miglia dalla costa libica mentre erano alla deriva su un gommone in avaria hanno potuto sbarcare, tra abbracci, applausi e cori: “Libertà, libertà”.

Alla gioia dei naufraghi fa da contraltare il grande nervosismo del governo, che ha lanciato accuse pesantissime: “E’ certo che questa imbarcazione non ha soccorso naufraghi che stavano affogando ma si sia inserita in un traffico di esseri umani organizzato, concordato e programmato”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusando inoltre l’equipaggio di non aver rispettato lo “stop” intimato dalla Guardia di Finanza dopo aver intecettato Mare Jonio, che dal giorno prima attendeva risposta dalle autorità italiane alla richiesta di porto sicuro.

“Il mare non era buono, c’erano onde altre, le persone a bordo erano già abbastanza in difficoltà ed e’ stato intimato un alt, poco prima di entrare in acque territoriali, dalla Guardia di Finanza” spiegano da Mediterranea. “Il comandante però non ha ritenuto che si potessero spegnere i motori in quel momento, perche’ il suo compito supremo e’ assicurare la sicurezza delle persone a bordo”.

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti, mentre il Viminale ha comunicato che la nave sarebbe stata sequestrata dalle Fiamme Gialle e che l’equipaggio sarebbe stato presto interrogato, circostanze queste ultime che però non sono state finora confermate da Mediterranea.

Le fasi del salvataggio erano state descritte lunedì in un post sul blog del progetto: “La segnalazione era arrivata dall’aereo di ricognizione Moonbird della ONG Sea Watch che avvertiva di una imbarcazione alla deriva in acque internazionali. Mare Jonio”, che era ripartita solo pochi giorni fa dal porto di Palermo per una nuova missione, “si è diretta verso la posizione segnalata e, Informata la centrale operativa della Guardia Costiera Italiana, ha effettuato il soccorso ottemperando alle prescrizioni del diritto internazionale dei diritti umani e del mare, e del codice della navigazione italiano. “.  Dopo aver soccorso i 49 migranti, la nave si è diretta verso il porto di Lampedusa, “ovvero verso il porto sicuro più vicino rispetto alla zona in cui è stato effettuato il soccorso”.

Il sindaco di Lampedusa, nelle ore prima dello sbarco, aveva dichiarato la disponibilità della città ad accogliere nel suo porto la Mare Jonio ma  aveva affermato di non essere in contatto con nessuno esponente del Governo: “Non stiamo parlando con nessuno. A noi non ci ha interpellato nessuno. Se ci fosse stato un provvedimento di chiusura del Porto di Lampedusa forse ce l’avrebbero comunicato anche a noi, ma qui non c’e’ nessuna comunicazione di chiusura. Ma credo che non sia arrivato a nessuno”.

Nella serata di lunedì, dopo aver appreso del salvataggio effettuato da Mediterranea, il Viminale aveva diffuso una “Direttiva per il coordinamento unificato dell’attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all’immigrazione illegale” firmata da Salvini, nella quale si legge che deve “essere ritenuto, sulla base dei fatti e delle considerazioni esposte, che il passaggio della nave soccorritrice nelle acque territoriali italiane sia lesivo del buon ordine e la sicurezza dello Stato italiano”, perché “finalizzato a introdurre migranti irregolari” che proverrebbero “in parte da paesi stranieri a rischio terrorismo, per diffuse attività terroristiche verificatesi ed in atto in quei territori”. Immaginatevi di provenire da un paese colpito da continui episodi di violenza; immaginatevi di fuggire da quei territori per cercare una possibilità di vivere in un altro paese e di essere per questo considerati dei potenziali terroristi; immaginatevi il carico di dolore e disperazione che certe parole potrebbero solo acuire: per Salvini, evidentemente si tratta solo di parole utili ad alimentare la paura del diverso e a mantenere consenso elettorale.

Non è finita: in un passaggio della Direttiva il Ministro dell’Interno – che auspica inoltre che l’equipaggio della Mare Jonio venga arrestato per aver trasportato i migranti sulle coste italiane – nega che “le coste italiane risultino essere gli unici, possibili luoghi di approdo in caso di eventi di soccorso, considerato che sia i porti libici, tunisini e maltesi possono offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria”, fingendo – in maniera spudorata e strumentale al mantenimento del consenso elettorale – di non sapere quale sia il trattamento riservato ai migranti trattenuti in Libia, non rispettoso nemmeno dei più elementari diritti umani. Sarà forse proprio perché il governo libico è sostenuto da quello italiano per trattenere, costi quel che costi, i migranti da quel lato del mare.

Infatti, spiegano gli attivisti di Mediterranea Saving Humans sempre nel comunicato diffuso lunedì, “attenendosi alle procedure previste in questi casi e per scongiurare una tragedia, Mare Jonio ha tratto in salvo tutte le persone a bordo comunicando ad una motovedetta libica giunta sul posto a soccorso iniziato di avere terminato le operazioni. Tra le persone soccorse, 12 risultano minori. Le persone a bordo si trovavano in mare da quasi 2 giorni e, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. Il personale medico di Mediterranea sta prestando assistenza. Abbiamo chiesto formalmente all’Italia, nostro stato di bandiera e stato sotto il quale giuridicamente e geograficamente ricade la responsabilità, l’indicazione di un porto di sbarco per queste persone. Oggi (lunedì, ndr) abbiamo salvato la vita e la dignità di 49 esseri umani. Le abbiamo salvate due volte: dal naufragio e dal rischio di essere catturate e riportate indietro a subire di nuovo le torture e gli orrori da cui stavano fuggendo. Ogni giorno, nel silenzio a moltissime altre tocca questa sorte. Grazie ai nostri straordinari equipaggi di terra e di mare, alle decine di migliaia di persone che in tutta Italia ci hanno sostenuto, oggi quel mare non è stato più solo cimitero e deserto”.

Si annuncia una giornata di mobilitazione in molte città, tra cui Bologna: LàbasTpoYaBasta Vag61 hanno convocato alle 18 in piazza del Nettuno un presidio in solidarietà alla Mare Jonio: “Mediterranea ha salvato 49 persone in mare”, si legge, “mentre si continua a morire, di ieri l’ultimo naufragio di cui si è a conoscenza. Il salvataggio di ieri dimostra la necessità di continuare ad essere presenti in quel tratto di mare. Chiamiamo tutte e tutti ad attivarsi e mobilitarsi con Mediterranea, per ribadire che i porti sono aperti e che le persone vanno salvate”.