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La strage, il processo Cavallini e i camerati sfuggenti

L’avvocato si dichiara impegnato a Roma e così Roberto Fiore, citato come testimone nel processo al presunto quarto uomo della bomba alla Stazione, non si presenta all’udienza. Saltano anche le deposizioni di due ex ordinovisti.

26 Ottobre 2018 - 10:44

Negli anni settanta fu leader dell’organizzazione neofascista Terza Posizione, condannato nel 1985 per banda armata e associazione sovversiva, latitante a Londra per quasi vent’anni: il Regno Unito rigettò la richiesta di estradizione e lui si buttò con successo nel ramo immobiliare. E’ la storia spesso rimossa di Roberto Fiore, fondatore nel 1997 di Forza Nuova, in Italia da quando due anni più tardi potè godere della prescrizione. Il 6 ottobre scorso era in comizio in piazza San Domenico, come diverse altre volte ben protetto dalle forze di polizia. E’ nella lista dei testimoni di parte civile nel processo che coinvolge Gilberto Cavallini, presunto quarto uomo della strage che il 2 agosto 1980 fece 85 vittime alla Stazione. Lo scorso 10 ottobre, pochi giorni dopo il comizio, i legali delle vittime chiesero fosse citato dalla Corte d’Assise, non riuscendo a reperire un suo indirizzo di residenza. Rintracciato, doveva presentarsi mercoledì in aula, ma ciò non è avvenuto. Il suo legale, il fratello Stefano, ha comunicato di non poter essere presente in aula a Bologna perché impegnato a Roma in una causa davanti al Giudice di pace. Giustificazione ritenuta insufficiente dal presidente della Corte, che ha però comunque rinviato la deposizione al 31 ottobre prossimo.

Non è l’unico teste a essere impegnato, in queste settimane, a dribblare le chiamate al banco dei testimoni. Non si è presentato, mercoledì, neanche Fabrizio Zani, ex militante dei gruppi neofascisti Ordine Nuovo e Nar (Nuclei armati rivoluzionari, dove militarono anche lo stesso Cavallini nonché Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, riconosciuti da sentenza definitiva esecutori materiali dell’attentato), ha scontato fino al 2008 varie condanne tra cui una per omicidio. Ha fatto sapere di non poter venire a Bologna perché non possiede un’auto e i pochi treni disponibili non gli consentirebbero di andare e tornare in giornata dalla città abruzzese in cui risiede. Nel suo caso, la Corte ha disposto l’accompagnamento coattivo. Infine, un altro ex ordinovista, Marzio Dedemo, ha prodotto un certificato medico che lo dichiara invalido e ha chiesto di essere riconvocato con sufficiente anticipo per poter organizzare lo spostamento.

I giudici hanno inoltre rigettato la (reiterata) richiesta dei legali di Cavallini di chiamare a testimoniare Ilich Ramirez Sanchez alias “Carlos lo sciacallo”,  un ex guerrigliero del Fronte popolare di liberazione della Palestina che sta scontando un ergastolo in Francia per l’omicidio di due poliziotti e che da anni rilascia confuse e non comprovabili dichiarazioni sul coinvolgimento di servizi segreti americani e israeliani nell’attentato. La Corte lo ha definito “inattendibile, non credibile e reticente”.