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“La scuola non è solo istruzione”

La Rete dei Comitati genitori delle scuole di Bologna e provincia scrive a Bonaccini, al Governo e all’Usr: “Salvaguardare con ogni mezzo la didattica in presenza e in sicurezza, riportare in aula anche gli studenti delle superiori”. Intanto il Coordinamento precari/ie raccoglie le esperienze di chi ha partecipato al concorso straordinario.

13 Novembre 2020 - 11:17

Una lettera al presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, inviata inoltre anche ad altri rappresentanti della Regione, del Governo e dell’Usr per esprimere “la nostra ferma e unanime convinzione che la Scuola non possa essere considerata solo istruzione e apprendimento dei saperi ma anche socializzazione, cultura, educazione, formazione della propria identità e personalità”, scrive la Rete dei Comitati genitori delle scuole di Bologna e provincia: “A Scuola si impara ma anche si cresce psicologicamente e socialmente, si diventa responsabili e autonomi. A Scuola si trovano amici, affetti e amori. La Scuola è atmosfere e odori, è qualcosa di impalpabile legato al corpo e al sentire. Questi sono i motivi per cui come genitori riteniamo che la chiusura della Scuola e quindi il ricorso alla didattica a distanza debba restare l’ultima delle soluzioni praticabili. La Scuola dovrebbe essere una priorità per tutti perché dobbiamo garantire il futuro dei nostri bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze ed è ormai diffusa la consapevolezza che la pandemia stia irrimediabilmente danneggiando anche lo sviluppo emotivo e scolastico di un’intera generazione. Alla luce delle ultime disposizioni riteniamo una grande opportunità per i nostri figli poter continuare le lezioni in presenza almeno fino alla terza media, ma chiediamo con forza che le prossime settimane vengano utilizzate per mantenere, e se possibile migliorare, i parametri che ci permetterebbero di riportare in aula anche i più grandi”.

Sempre dalla lettera: “Non è nostro compito indicare soluzioni e suggerire regole, ma è nostra ferma intenzione chiedere che per le prossime decisioni prevalga una maggiore considerazione soprattutto per i dati reali sul contagio basati sulle evidenze scientifiche. Riteniamo infatti assolutamente chiaro che, prima di pensare alla chiusura delle scuole superiori, occorresse organizzare diversamente i trasporti, limitando i posti fruibili e incrementando i mezzi nella fasce critiche, concordando gli orari di ingresso e del tempo Scuola con gli istituti, aumentando i controlli anche nelle aree limitrofe alle scuole. Assumendo in sostanza la responsabilità di misure condivise frutto di coraggiose sinergie nei territori tra amministratori locali, scuole, famiglie ed autorità sanitarie. Anche in queste difficili circostanze, la nostra Regione ha l’opportunità e il compito di cercare di essere da esempio per tutto il Paese. Chiudere la Scuola senza tentare di pianificare e gestire soluzioni integrate, significa correre il rischio di compromettere il futuro dei nostri bambini e ragazzi negando loro un diritto assoluto. Come dimostrato da numerosi approfondimenti sull’esperienza della didattica a distanza, tra cui anche l’indagine curata a giugno da questa Rete dei Comitati sulle scuole primarie bolognesi, questa modalità è anche luogo di diseguaglianze, di solitudine e, per tanti studenti, rappresenta la negazione del diritto all’inclusione, alle pari opportunità di apprendimento. In conclusione come Rete dei Comitati genitori delle Scuole di Bologna e provincia, non  possiamo accettare questo rischio e promuoveremo e appoggeremo ogni iniziativa volta a salvaguardare con ogni mezzo la didattica in presenza e in sicurezza, a tutela del diritto all’istruzione e del futuro dei nostri figli”.

Nel frattempo il Coordinamento dei precari/ie della scuola di Bologna e Modena ha deciso di “raccogliere le esperienze e i pensieri di coloro che hanno partecipato al concorso straordinario al fine di costruire un ragionamento comune anche in ottica di future azioni e mobilitazioni”: è stato predisposto un questionario, che potrà essere compilato fino al 18 novembre. “Non disperdiamo tutta questa fatica, facciamo sentire la nostra voce!”, è l’esortazione del Coordinamento.