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La Regione si vanta degli anticoncezionali gratis agli under 26, ma ottenerli è un’odissea

La testimonianza riportata da Non una di meno: i consultori fanno le visite e rilasciano la ricetta (pagando il ticket), ma le farmacie non la riconoscono perché non sarebbe mai arrivata la circolare per attivare l’erogazione.

14 Dicembre 2018 - 16:04

La Giunta regionale, un anno fa, ha deliberato la “somministrazione gratuita dei metodi contraccettivi nei servizi consultoriali, per tutte le donne e gli uomini di età inferiore ai 26 anni” e nei giorni scorsi se ne è tornato a parlare perché all’attuazione di questa delibera è stato dato risalto durante la presentazione del report annuale sull’interruzione di gravidanza dell’assessorato alla Salute di viale Aldo Moro.

Ad andare a vedere se davvero ora nei consultori si possono avere gli anticoncezionali gratis è stata una ragazza di Non una di meno Bologna, che ha riportato il racconto in una nota sulla sua pagina Facebook: “Avendo letto la notizia su tutti i giornali mi sono attivata per poter avere la pillola gratuitamente e smettere finalmente di pagare la tassa mensile per espiare la colpa di non riprodurmi. Scopro che la ricetta per la contraccezione gratuita si può fare esclusivamente in consultorio, con prenotazione tramite Cup (quindi pagando il ticket e con dei tempi d’attesa in alcuni casi anche piuttosto lunghi). Gli unici consultori che la possono erogare senza il pagamento del ticket sono quelli con lo spazio giovani adulti – da non confondersi con lo spazio giovani, fate attenzione – dato che ho 23 anni, e in tutto il comune di Bologna ce ne sono… uno! Lo sportello giovani adulti ovviamente è aperto una sola mattina a settimana (a quanto mi hanno riferito le operatrici del consultorio di via Beroaldo, perché sul sito internet non trovo nulla in proposito) e riceve solo su prenotazioni telefoniche – il centralino è attivo 3 ore al giorno ed è praticamente impossibile prenotare tramite l’app Er salute”.

Prosegue il racconto: “Scoraggiata dai tempi di attesa dello spazio giovani adulti prenoto una visita ginecologica al consultorio Mazzacorati, dove effettivamente mi danno due scatole di contraccettivi e la ricetta, dicendomi di aspettare qualche settimana ma poi di provare a richiederli direttamente in farmacia perché stavano completando le procedure per attivare l’erogazione diretta (e non solo nei consultori). Felicissima torno a casa pensando tra me e me che in fondo era stato più facile del previsto (ingenua!). Infatti una volta ottenuta la ricetta pensavo di aver conquistato finalmente la libertà e perciò oggi sono andata tutta tranquilla in farmacia a richiedere la mia pillola anticoncezionale: niente, le farmacie non accettano questa procedura, nonostante sia legge non è arrivata nessuna circolare ufficiale e non possono prestare questo servizio – intanto dalla mia visita sono passati due mesi. Mi dicono di provare nelle farmacie dell’azienda ospedaliera, che invece dovrebbero essere abilitate. Sono vicina al Policlinico Sant’Orsola ma purtroppo non fa parte dell’azienda, per cui prima di andare all’ospedale Maggiore faccio una telefonata per accertarmi di non dover fare 30 minuti di autobus a vuoto: per fortuna ho avuto questo barlume di razionalità, perché mi viene comunicato che nemmeno le farmacie ospedaliere possono erogare i contraccettivi gratuitamente e che devo andare in un consultorio. Mi armo di una buona dose di pazienza, prendo un autobus e vado al consultorio in via Beroaldo con la mia bella ricetta già fatta, ma qui mi viene negata la pillola perché la ricetta è stata emessa dal consultorio Mazzacorati. Al che, dato che la ricetta mi scade a fine mese, chiedo se ne posso fare un’altra da loro e farmi dare da loro la pillola (facile, no?). Ovviamente posso, ma devo prenotare una visita ginecologica (andando al Cup e pagando il ticket) e il primo posto libero è tra tre settimane. Niente da fare nemmeno qui. Con la dose di pazienza quasi finita prendo un altro autobus – per fortuna ho l’abbonamento, altrimenti con i soldi spesi in biglietti per fare avanti e indietro quasi che ci compravo una scatola di contraccettivi – e arrivo finalmente al Mazzacorati: potrebbero darmi la pillola, ma dato che il piano terapeutico che mi hanno fatto mi scade a fine mese devo tornare martedì prossimo, giorno in cui un* ginecolog* mi firmerà un altro foglio esattamente uguale a quello che ho già ma con data diversa. Avrebbero potuto farlo anche oggi, ma non avevo la prenotazione, per cui sebbene la dottoressa presente fosse libera non era autorizzata a fornirmi alcuna prestazione”.

“L’aspetto davvero tragicomico – si legge poi – di questa storia, oltre al fatto che sono in giro dalle 11 e non ho concluso niente, sono state le risposte che ho ricevuto quando ho provato a far notare quanto è complicato il tutto, a partire dal reperire informazioni utili, e quanto sia quindi una procedura di fatto inaccessibile per chi magari non ha a disposizione tutto il tempo che ho io (gli orari di apertura al pubblico del consultorio di via Beroaldo, per esempio, sono dalle 12 alle 13 dal lunedì al venerdì) o per chi non conosce bene l’italiano: in consultorio la dottoressa mi ha riso in faccia, dicendomi che un discorso simile non lo accetta e che dovrei ringraziare di avere la pillola gratis, mentre quelle della sua età hanno dovuto pagarsela (sottointeso: giustamente dato che non pago più in denaro devo espiare la mia colpa pagando in tempo perso, bestemmie e fatica, perché comunque in qualche modo bisogna pur fare); in farmacia mi hanno guardato come fossi un’aliena dicendo che per patologie croniche gravi o ad esempio per le terapie oncologiche i pazienti sono costretti a prendere i farmaci esclusivamente in farmacia al Maggiore, quindi è del tutto normale che io per la pillola contraccettiva debba andare in consultorio. Quando ho provato a far notare l’assurdità del paragone tra un farmaco anti tumorale e un contraccettivo la farmacista ha chiamato il cliente dietro di me, dicendo che non aveva tempo da perdere e doveva continuare il suo lavoro”.

In conclusione, “benissimo che la Regione si sia posta il problema di legiferare, prendendo atto che anche le ‘giovani adulte’ fanno sesso per piacere e non per restare incinta. Ma, per favore, ascoltateci fino in fondo e non fermatevi a metà: serve contraccezione realmente gratuita e accessibile, altrimenti rischia di essere una boutade propagandistica e non un provvedimento efficace, che risponde ai nostri reali comportamenti sessuali e tempi di vita . Inoltre servono consultori aperti a tutt*, potenziati e riqualificati, che non siano meri e ostili erogatori di servizi ma spazi per la salute sociale, in cui chi li frequenta e vi si reca non sia trattat* come ‘cliente’o ‘fruitric*’ passiv*. Quanta strada ancora da fare… per fortuna che l’8 marzo è vicino!”.

“Il riferimento – aggiunge Non una di meno in una postilla – è allo sciopero delle donne dell’8 marzo, che vedrà decine di paesi mobilitarsi, perché se le nostre vite non valgono: lo sciopero è la soluzione! Domenica 16 dicembre ci vediamo a Ferrara per un’assemblea regionale che coinvolge tutte le realtà cittadine dell’Emilia-Romagna, vicine e solidali con le donne e compagne di Ferrara presso il cui Comune è stata depositata una mozione antiabortista”.