Acabnews Bologna

La rabbia dei riders: ”Nessuna fatalità,
Mario è morto sul lavoro”

Ieri presidio in piazza Nettuno e corteo dopo la morte del fattorino investito in via del Lavoro da una volante. Riders Union: “Non accettiamo di essere gli ingranaggi di un’economia che gonfia le tasche di pochi scaricando i rischi su chi deve pedalare “. Usb: “Logica del ranking porta insicurezza”.

11 Giugno 2019 - 10:59

“Non è stata una fatalità: Mario è morto sul lavoro!”. E’ lo striscione con cui ieri i riders hanno manifestato in piazza Nettuno, prima di spostarsi in corteo per le strade della città, dopo la morte del fattorino che in via del Lavoro è stato investito da una volante della Polizia. “Si tratta dell’ennesima perdita a Bologna ma potrebbe essere in qualunque altra città e potrebbe essere chiunque di noi. Ieri (due giorni fa, ndr) è stato Mario, oggi potrei essere io”, dice uno dei riders durante la manifestazione. “Mario è morto sul lavoro. Non è una fatalità. L’assenza di diritti e tutele, la mancanza di un’assicurazione, la paga a cottimo, l’invisibilità cui ci vorrebbero costringere gridano vendetta”, scrive Riders Union: “Noi lavoratrici e lavoratori non accettiamo di essere gli ingranaggi di un’economia che gonfia le tasche di pochi e scarica tutti i rischi su chi per vivere deve pedalare e macinare chilometri. Alla famiglia e ai cari di Mario il nostro abbraccio. Di fronte a questa situazione continueremo ad impegnarci perché la storia degli ultimi di questo paese, di chi vive di fatica quotidiana, abbia una fine diversa. Organizziamoci, impegniamoci: cambiare non solo si può ma si deve!”.

Quella di Mario è “l’ennesima morte sul lavoro, un lavoro precario e senza tutele”, scrivono l’Usb e la Federazione del sociale del sindacato di base, che hanno partecipato alla manifestazione: “La morte di questo lavoratore sfruttato ci chiama in causa tutti nella battaglia contro il lavoro precarizzato per giovani e meno giovani, che espone a ritmi di servizio al limite delle forze umane e a rischi enormi per la sicurezza di tutti i lavoratori i quali nella competizione della gig-economy e in cambio di pochi euro pagano il prezzo più alto in questo sistema malato di profitto. Diciamo basta a lavorare senza garanzia di infortunio e malattia. Basta lavorare precari seguendo la logica del ranking per restare in vetta alla classifica della piattaforma e continuare a ricevere ordini, una dinamica folle che porta a frenesia, insicurezza e incidenti, ottimizzando i profitti sulla pelle dei lavoratori. Basta stragi sul lavoro! Vogliamo il salario minimo per tutti, tutele, sicurezza e dignità!”.