Acabnews Bologna

La promessa di Hobo: “Rioccuperemo” [video + comunicati]

Il collettivo: “Contesteremo il rettore ovunque”. Lanciato un appuntamento per lunedì 29 aprile’013 alle 12 in piazza Verdi. I comunicati di solidarietà di Asia-Usb, Volya, Bartleby e Libreria ex Cuem (Milano).

27 Aprile 2013 - 17:29
(dal profilo Fb di Hobo)

“Hobo unchained è pronto alla vendetta. Incontriamoci tutt* lunedì in piazzaVerdi, ore 12”. E’ l’appuntamento lanciato dal collettivo dopo lo sgombero, avvenuto questa mattina, dei locali dell’Ateneo occupati qualche settimana fa in via Filippo Re. “L’università è di chi la vive e nessuno la può espropriare. Alla governance della repressione- scrive Hobo su Facebook- al profitto dell’uni-azienda, rispondiamo con la gioia dell’azione collettiva. Re-ttore Dionigi stiamo arrivando… ci riprenderemo tutto!”.

E’ confermato, intanto, che stamattina le forze dell’ordine hanno apposto i sigilli ai locali per eseguire un decreto di sequestro emesso dalla Procura. Per Hobo, però, questo non toglie che la responsabilità politica dello sgombero sia tutta dell’Ateneo. “Rioccuperemo un altro spazio- hanno annunciato gli attivisti, in conferenza stampa- e contesteremo Dionigi ad ogni iniziativa pubblica, conosciamo gia’ il calendario, non potra’ piu’ parlare”. Dopo aver incontrato i cronisti, il collettivo ha anche dato vita ad un breve corteo in zona universitaria, prima di riunirsi in assemblea al 36 di via Zamboni.

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> I comunicati di solidarietà:

Asia-Usb e gli inquilini resistenti dell’ex scuola ferrari occupata sono al fianco di HOBO nella lotta per la costruzione di spazi urbani d’alternativa.
Ancora una volta le istituzioni di questa città cercano di ridurre ad un problema di ordine pubblico, da risolvere con sgomberi e polizia, un bisogno primario, quello di cambiare la città, per renderla più conferme ai nostri desideri.
NOI da queste logiche ci sottraiamo con la lotta e la nostra quotidiana pratica di resistenza.
Resistiamo perché non abbiamo la casa.
Resistiamo perché ogni giorno ci vengo espropriati pezzi di esistenza.
Resistiamo perché il sapere, la cultura e la socialità devo essere liberi e non legati al profitto.

Asia-Usb

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A Bologna, Questa mattina la polizia del rettore Dionigi è ancora una volta entrata in università per sgomberare Hobo, il laboratorio dei saperi comuni che da due settimane ha trovato casa nel dipartimento di Psicologia nel campus di via Filippo Re. Si tratta del secondo sgombero in meno di due mesi: ormai polizia e carabinieri sono l’unica garanzia di un’amministrazione universitaria priva di alcuna legittimità.

Ultimamente dentro le mura delle università, soprattutto di quella di Bologna, in cui poco tempo fa fu sgomberata e messa sotto sequestro l’aula Roveri occupata, sembra che la politica della “tolleranza zero” abbia toccato le vette più surreali.

Una volta tolta la maschera da buon padre, una volta saltata la mediazione, il rettore Dionigi non esita ad aprire le porte dell’università alla polizia – l’università, uno dei pochi spazi non ancora colonizzati dalle sudice divise blu, in cui conquistare spazi di agibilità politica è diventato sempre più difficile, in cui ogni accenno di dissenso e ogni tentativo di costruzione di spazi di alterità è soffocato in nome della legge.

In quanto occupanti, in quanto studenti, in quanto ragazzi ci schieriamo in difesa di Hobo e di chi subisce sgomberi e arresti.

Sapendo che il nostro presente e il nostro unico futuro possibile sta nella lotta e nella riconquista di ciò che ci è stato da sempre negato, diciamo ai compagni di Hobo e a tutti i compagni bolognesi: fatevi forza! Se vi sgomberano è perchè hanno paura di voi.

La verità è sovversiva

La repressione morde: spacchiamole i denti

Libreria Ex-Cuem, università Statale di Milano

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Solidarietà a Hobo

È successo questa mattina: le forze del (dis)ordine hanno sgomberato i compagni e le compagne di Hobo che si erano giustamente riappropriati di un’aula abbandonata da circa dieci anni, nei locali di Psicologia in via Filippo Re.
Nuovamente i celerini vengono usati dalla prefettura e dalla direzione universitaria per zittire le esperienze autorganizzate degli studenti, che cercano di squarciare una didattica falsa e mercificata aprendo spazi autogestionari di condivisione di liberi saperi.
Infatti quello spazio era rinato dalla polvere ed è stato attraversato da dibattiti, assemblee, socialità e cultura; docenti, lavoratori e lavoratrici del Dipartimento hanno manifestato la loro solidarietà firmando una petizione in difesa di Hobo.
Ma la logica di mercato è autoritaria per sua natura quindi colpisce tutto ciò che è alternativo ad essa, per giunta con un attacco attuato vigliaccamente di sabato mattina, cioè quando la zona universitaria è quasi deserta.
Di cosa hanno paura Dionigi & company? Di vedere moltiplicarsi spazi di autonomia fuori dalle logiche autoritarie dell’accademia? Certo il rettore-sceriffo si contraddice quando dice «Maledetto carovita!» e poi cerca di mettere fine alle libertà di studentesse e studenti!
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà con le lotte di Hobo e porteremo a galla le contraddizioni dell’Università-azienda e del sistema che la genera.
Apriamo crepe all’interno di questa Università precaria e repressiva. Queste politiche securitarie avranno come solo effetto quello di moltiplicare il conflitto degli sfruttati e le esperienze di autogestione.

Collettivo Autorganizzato Volya

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Hobo unchained

Ieri mattina sabato 27 aprile il laboratorio Hobo è stato nuovamente sgomberato e posto sotto sequestro. E’ solo l’ultimo degli sgomberi della premiata ditta Dionigi&Nicoletti, che nell’arco di quattro mesi per ben quattro volte ha invitato le forze dell’ordine a intervenire all’interno delle strutture universitarie. Una media degna del Regime dei Colonnelli.

Ma aumenta, anche all’interno del corpo accademico, chi esprimere malcontento e disaffezione per questa gestione. Uno scollamento, quello tra il governo delle strutture universitarie e il suo corpo vivo, che, dall’approvazione delle riforme Gelmini in poi, va sempre di più allargandosi. Così un luogo preposto alla produzione e circolazione dei saperi si sta progressivamente svuotando di studenti, di ricercatrici e ricercatori… e di movimenti di dissenso: gli unici beni preziosi che possiamo mettere a disposizione sono la critica, la cooperazione e anche il conflitto. Proprio negli spazi di Hobo si stava sviluppando in questi giorni una riflessione sui cambiamenti portati dalle riforme universitarie: fa così paura che qualcuno esprima contrarietà rispetto a come viene gestito il processo di aziendalizzazione dell’università?

Come Bartleby, anche Hobo è “unchained”, e le sue catene non saranno certo quattro mura di qualche aula inutilizzata. Non saranno gli sgomberi a delegittimare l’attività di chi fa politica autorganizzadosi, dentro e fuori l’università. Ma un tetto sopra la testa deve essere per tutti, e siamo sicuri che Hobo riavrà presto il maltolto, sottratto da chi chiama “provvidenza” un presidente vecchio quanto l’assunto governativo di cui si fa garante (colui che del resto quella parola la usava probabilmente per i carri del ’56).

Ci riprenderemo tutti quello che ci spetta e che risponde ai nostri bisogni e alle nostre passioni.

Bartleby