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La procura insiste: sequestrare l’Aula C

I magistrati ricorrono contro la decisione del gip di negare i sigilli allo storico spazio autogestito nella Scuola di Scienze politiche.

25 Febbraio 2015 - 18:34

Scienze Politiche - © Michele LapiniI pm bolognesi faranno ricorso contro la recente decisione del gip di negare il sequestro dell’Aula C autogestita di Scienze Politiche. Il giudice ha sostenuto che non si potesse riscontrare il reato di invasione di edifici pubblici: l’aula infatti fu concessa dalla facoltà agli allora studenti con un accordo firmato vent’anni fa, il 19 gennaio 1995. Al limite, ragiona il giudice, ci può essere un “utilizzo non conforme al regolamento”.

Ai magistrati, che hanno ascoltato il rettore Dionigi e diversi docenti della Scuola di Strada Maggiore, la decisione non è andata giù: sostengono che la concessione avrebbe avuto una durata di soli sei mesi, che avrebbe previsto una comunicazione mai effettuata dei nominativi degli occupanti, che il locale oggi non sarebbe a disposizione di tutti gli studenti, e in sostanza che quella dell’Aula sarebbe una vera e propria occupazione, operata da una decina di persone (sotto indagine), alcuni dei quali esterni alla facoltà. In cima alle preoccupazioni della Procura, pare, la circostanza che l’Aula verrebbe usata come base per feste notturne negli spazi della Scuola, durante le quali avverrebbero vendita di alcolici, imbrattamenti e disturbo della quiete pubblica.

Quando alcuni mesi fa era scoppiato il “caso” Aula C, una “assemblea allargata” dello spazio aveva diffuso un comunicato per replicare a questo genere di accuse: “Gli spazi di lotta all’interno dell’Ateneo vengono criminalizzati, sgomberati, minacciati di sequestro”, recita la nota: “La nostra risposta a questa morsa repressiva sta nel rivendicare gioiosamente la riappropriazione degli spazi in un’Università che ci appartiene, l’organizzazione all’interno dell’Ateneo di iniziative aperte a tutte e tutti, l’utilizzo degli spazi universitari oltre che per costruire collettivamente dissenso, anche per vivere convivialmente tutti assieme momenti ricreativi: di festa, di musica, di divertimento al di fuori delle logiche di mercato”.