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La Huelga in occupazione: “I no dell’Università non ci fermano”

Until the Revolution da ieri nell’aula dell’Alma Mater in viale Berti Pichat: “Richiesto incontro con la governance universitaria” sulla necessità di spazi, ma “le risposte sono sempre le stesse”. Invece “gli studenti e le studentesse che vogliono lottare per l’ambiente non possono accontentarsi”.

27 Novembre 2019 - 19:18

“A seguito dell’occupazione di ieri dell’aula nel complesso universitario di Berti Pichat 6, abbiamo richiesto un incontro con la governance dell’UniBo per discutere sulla questione degli spazi per gli studenti”. Lo scrive la sigla Until the Revolution, che ha dato allo spazio occupato il nome La Huelga. Per gli studenti “le risposte che ci sono state date sono sempre le stesse”, ma aggiungono anche: “A noi non interessa confrontarci sulle tematiche ambientali con chi si tinge di verde promuovendo iniziative come la distribuzione di borracce alle matricole o qualche proiezione, salvo poi promuovere una laurea magistrale con Eni sulle sue già note attività predatorie e devastatrici”.

Al contrario è proprio “anche contro questi accordi, che servono solo per i profitti di pochi” la ragione per cui “siamo qui”.”E’ evidente – continuano – che gli studenti e le studentesse che vogliono lottare realmente per l’ambiente, non possono accontentarsi degli spazi di discussione messi a disposizione dall’università. Gli spazi di cui abbiamo bisogno sono spazi autogestiti in cui costruire discorso politico, organizzare momenti di lotta, passare tempo insieme ai nostri compagni e compagne. Da due anni a questa parte ha assunto intensità più forte la crociata dell’amministrazione universitaria contro gli spazi di autogestione degli studenti e delle studentesse. Le stesse vuote risposte vengono ripetute a tamburo battente: ‘spazi per gli studenti non ci sono e non ce ne saranno’. Il tentativo di pacificazione che questa governance pensa di aver messo in atto non tiene conto di quant* coloro non ci stanno a rientrare negli schemi immobilistici della burocrazia folle che ingessa e blocca qualsiasi possibilità di aprire spazi di aggregazione, di socialità, di autorganizzazione”.

Per questo “noi gli spazi continueremo a riprenderceli, a riaprirli e a restituirli alla collettività studentesca. Sappiamo benissimo che all’interno dell’università di Bologna gli spazi vuoti o sottoutilizzati sono tantissimi e non possiamo accettare che non vengano messi a disposizione di chi pretende di vivere l’università in maniera diversa, non unilaterale, non da semplice fruitore o fruitrice. La promessa che facciamo è quella di non fermarci di fronte ai ‘no!’, di fronte alle porte chiuse, di fronte alle tante belle parole inutili di cui rettore e vari prorettori si riempiono la bocca. Andremo avanti per la nostra strada! Con la certezza che creare fratture, cortocircuiti, come radici che spaccano l’asfalto per farsi strada, sia l’unico modo di creare spazi di agibilità politica e non solo! Hasta la Huelga!”.

Ieri inoltre si è tenuta la prima assemblea dello spazio: “In tante e tanti ci hanno raggiunto a La Huelga per l’assemblea di presentazione e confronto sulla nuova occupazione. Oltre che a presentare il progetto si parla di lotte ambientali e resistenze urbane, si parla della necessità di avere spazi altri dentro e fuori l’università; spazi di socialità, di cooperazione e organizzazzione di lotte dal basso. Viva l’autogestione e l’autorganizzazzione!”.