Attualità

“La censura aiuta la guerra di Erdogan”

Facebook chiude le pagine di diversi siti di informazione antagonista: “Evidentemente, l’espansionismo di Erdoğan non è solo territoriale, ma si propaga anche nell’intelligence digitale. Gli attacchi che stanno subendo queste pagine non hanno nulla di casuale”.

17 Ottobre 2019 - 12:31

A essere oscurate dal social network californiano, nelle ultime ore, sono anche le pagine di alcuni dei portali di movimento più seguiti in Italia. Global Project, Milano in movimento, Radio Onda d’Urto, Contropiano. Insieme a Dinamopress e Infoaut firmano il comunicato congiunto che riportiamo di seguito. Sono tutti progetti mossi da analoga tensione per libertà e giustizia sociale a quella che ogni giorno anima la redazione di questo giornale: a tutti va la piena solidarietà di Zeroincondotta.

Recita il testo: “Facebook ha chiuso le pagine di alcune testate indipendenti e legate ai movimenti sociali. Altre sono state raggiunte da messaggi ufficiali della piattaforma in cui si comunica il rischio della chiusura. I contenuti oggetto dell’operazione sono strettamente legati a post in cui si evidenziava il sostegno alla causa curda e si esprimeva il legittimo dissenso a quanto sta succedendo in Siria del Nord a opera della Turchia. Una guerra che aggiunge anche la questione dell’informazione e della comunicazione nel novero dei terreni di contesa, che si sommano ai più evidenti aspetti economici, politici e militari. Evidentemente, l’espansionismo di Recep Erdoğan non è solo territoriale, ma si propaga anche nell’intelligence digitale. Gli attacchi che stanno subendo queste pagine non hanno nulla di casuale. È chiaro a tutti che sono ben organizzati e coordinati. Erdoğan ha il problema di ricostruire consenso intorno alla sua figura per questo vuole mettere a tacere tutte le voci critiche. Riteniamo che il sostegno di Facebook all’offensiva comunicativa del regime turco violi i più basilari dettami della libertà di stampa. Anche per il social network vale la Costituzione, che all’articolo XXI stabilisce: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure'”.

Si legge poi: “Inoltre Facebook – agendo da piattaforma proprietaria – confonde scientemente la ‘neutralità’ dei suoi contenuti con una vera e propria censura nei confronti di chi sta denunciando il massacro militare di civili, il rafforzamento di Daesh – che era stato sconfitto grazie alla resistenza curda – e la produzione di una nuova emergenza migratoria forzata. Mr Zuckerberg vuole sostenere questa campagna propagandistica? Fare da sponda alla censura e a un regime che ha scatenato una guerra d’invasione fa parte degli standard della community del social più utilizzato al mondo? Come testate che hanno da sempre sostenuto istanze di libertà e democrazia reale, ribadiamo che continueremo a essere in prima linea nel documentare e sostenere le lotte per la giustizia, l’uguaglianza e i diritti in ogni angolo del mondo. Allo stesso tempo ci appelliamo a chiunque creda nei valori e nell’azione di una informazione libera e indipendente di denunciare questo grave atto di censura attraverso tutti gli strumenti a sua disposizione”.