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Kurdistan / L’esercito turco bombarda e uccide sulle basi Ypg e Ypj [audio]

Almeno una trentina i morti nei raid della notte del 25 aprile. Dodici le donne combattenti vittime dell’attacco al loro edificio. Distrutto anche il media center dell’unità di protezione popolare. Diversi gli italiani presenti nella zona.

26 Aprile 2017 - 18:50

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile diversi caccia da guerra turchi sono decollati dalla base di Diyarbakir in Turchia e hanno sconfinato in Siria e Iraq colpendo con diversi raid le postazioni dello Ypg e Ypj a Sengal in Kurdistan. A raccontare ai microfoni la cronaca di quanto accaduto solo poche ore fa in Kurdistan, il regista Luigi D’Alife.

“I bombardamenti sono stati dove si trovano le basi di Ypg e Ypj tra il confine turco siriano e iracheno. Colpito l’edificio che ospitava  le donne combattenti dello Ypg le unità di resistenza delle donne che questa mattina con un comunicato hanno dato notizia che 12 compagne sono state uccise brutalmente nei bombardamenti”.

Sebbene sia ancora difficile fare un bilancio ufficiale dei morti, le vittime sarebbero almeno una trentina. Come raccontato nell’intervista, oltre alle donne e ad un gruppo di otto combattenti, almeno in quattro sono morti sotto i bombardamenti mentre si trovavano nel media center dello Ypg.

A testimoniare la follia di quanto accaduto la notte scorsa, anche diversi combattenti italiani che da qualche tempo si trovano a Karacoke solidali con la lotta dello Ypg.

“I bombardamenti sono arrivati fino al Kurdistan iracheno. L’attacco della scorsa notte si configura come l’attacco più grava in Rojava dalla Turchia di Erdogan, una dichiarazione di guerra”. Così D’Alife, che è a poco tempo rientrato dalla Turchia per raccontare col documentario Binxet il confine turco-siriano e la resistenza curda, descrive cosa sta accadendo nella regione:” E’ una situazione complicata. E’ importante ribadire come ad essere stati maggiormente colpiti sono stati i centri di comunicazione. I punti nevralgici dove grazie a uomini e donne viene raccontato a tutto il mondo la guerra contro Isis. è grazie a loro che ci hanno dimostrato che non solo combattere contro Isis è possibile ma anche vincere contro l’Isis”.

 

> Ascolta l’intervista al documentarista Luigi D’Alife