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Ivan Cicconi, l’ingegnere che smontava le grandi opere

Bolognese d’adozione, era ingegnere ed esperto di appalti pubblici. Lo ricordano per il suo impegno il Comitato No People mover, l’associazione Primo Moroni, il collettivo Wu Ming e i NoTav.

24 Febbraio 2017 - 20:07

Qualche giorno fa è scomparso Ivan Cicconi, bolognese d’adozione, ingegnere ed esperto di appalti pubblici. Lo ricorda così il Comitato No People mover, che si oppone alla realizzazione della monorotaia tra aeroporto e stazione: “La morte di Ivan Cicconi rattrista tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorarci affianco. Era un grande sostenitore del nostro Comitato e non ci ha mai fatto mancare il suo apporto in termini di disponibilità e passione. Chiunque avesse voluto approfondire i temi di trasparenza sugli appalti contro lo spreco di denaro pubblico nelle grandi opere, trovava in Ivan Cicconi il referente sicuramente più etico e competente. Continueremo la sua battaglia contro i ‘boiardi di stato’, forti delle ragioni di una vera giustizia e illuminati dai suoi insegnamenti”.

Dalla nuova casa del popolo di Ponticelli “La Casona”, scrive l’associazione Primo Moroni: “Ivan Cicconi ci ha lasciato e ne siamo addolorati. Il suo rapporto personale con alcuni di noi e collettivo con l’Associazione Primo Moroni è stato da subito di amicizia, stima e in seguito di gratitudine per le consulenze avute, sempre senza richiesta di alcun compenso. Ricordiamo il primo incontro nel 1998 quando ‘Ponticelli in Festa contro il neo-liberismo’ lo invitò a presentare il suo libro ‘La storia del futuro di Tangentopoli’, un’analisi sul sistema costruttivo e corruttivo dei lavori pubblici, sui rapporti tra imprese e criminalità, sul coinvolgimento delle cooperative ‘rosse’ emiliane, argomenti non semplici da affrontare in terra comunista e tra comunisti! Ricordiamo anche incontri pubblici a Bologna, disertati da amministratori e politici, quando con grande impegno professionale e civile spiegava bene i silenzi che circondano le truffe ai danni dello Stato, con la privatizzazione delle aziende pubbliche (ferrovie dello Stato), il modello Tav, il sistema di project financing, ovvero miliardi di euro occultati nei bilanci delle SpA pubbliche per le grandi opere -inutili-. Siamo addolorati per la sua scomparsa come nostro compagno e Resistente. L’esempio di Ivan è ciò che più serve nei tempi presenti. Ha saputo coniugare, ‘a schiena dritta’, sapere critico, etica e morale, innestando il tutto nella rabbia di un popolo che ha saputo dare il più bell’esempio di lotta sociale e civile dal dopoguerra ad oggi. No al liberismo. No alla truffa legalizzata. No ai faccendieri dello strapotere economico ‘sanguisughe delle istituzioni’. No a questi partiti politici ‘mutazioni senza definizione e regole che – dentro e grazie al trionfante modello Tav – sono diventati strutturalmente, catalizzatori di illegalità e ladri di risorse, ladri di democrazia e ladri di futuro: appunto, ladri di tutto!’. Grazie Ivan. Continueremo a lottare”.

Questo è invece il ricordo del collettivo di scrittori Wu Ming: “Ivan Cicconi è l’autore di libri fondamentali come ‘La storia del futuro di Tangentopoli’ (1998) e ‘Il libro nero dell’alta velocità’, ovvero il futuro di Tangentopoli diventato storia (2011), quest’ultimo interamente disponibile on line. Libri fondamentali per i movimenti contro le grandi opere inutili, in primis per il movimento No Tav. Ivan Cicconi è stato il più arguto e competente critico del sistema degli appalti pubblici in Italia; ergo, è stato tra i più arguti critici del capitalismo italiano, perché il capitalismo italiano di inizio XXI secolo è ormai quasi soltanto una faccenda di appalti pubblici e subappalti, «grandi opere», tondino e cemento, mattone e asfalto, sovrapproduzione di infrastrutture, sovrapproduzione edilizia, congestione del territorio, in un perenne festival di scommesse a breve e brevissimo termine garantite dallo stato. Le «grandi opere» servono solo a chi le costruisce, l’importante è far girare avanti e indietro i camion del «movimento terra» e far girare le betoniere, come spiedi su un fuoco spento. Farle girare a ogni costo. Tanto, mentre i profitti sono privati, le perdite le paghiamo tutti. Un capitalismo morto-che-cammina, con la carne che si disfa, simile a fanghiglia, e un tanfo di marciume che si sente da lontano, ma tutti lo respirano facendo gli gnorri. Ivan Cicconi ha rivelato nei dettagli autentiche truffe legalizzate – truffe sistemiche – come il cosiddetto project financing per le «grandi opere»; ha spiegato la centralità e criminogenicità della figura del general contractor; ha raccontato come fu spacciato per debito privato il debito pubblico generato dall’Alta velocità. Leggendo i libri e gli articoli di Ivan Cicconi, ascoltando le sue conferenze, si comprende cosa significhi davvero «corruzione», e risulta chiaro che la presenza della mafia negli appalti pubblici non è semplice «infiltrazione». Il lavoro dell’ingegner Cicconi andrà proseguito. L’eredità del compagno Cicconi andrà investita nelle lotte”.

Anche chi si batte da anni contro l’Alta velocità in Val di Susa, su NoTav.info, ha voluto “salutare una grande persona che ha saputo, con coerenza e tanta, tanta capacità, contrastare il sitema Tav insieme a noi, completando con il suo sapere che ci ha sempre messo a disposizione, le motivazioni e le metodologie del nostro movimento, al quale mancherà tanto”.