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Incidente, rider in ospedale: “Ora perderà posizioni nel ranking Glovo”

Il fattorino è finito a terra ieri sera, in strada Maggiore, riportando traumi a una spalla e a una gamba. Rabbia Riders Union: “Come può essere possibile – in un Paese civile – che questo rischio non sia coperto dall’assicurazione Inail?”.

02 Giugno 2019 - 17:40

“Ieri sera, in strada Maggiore, un rider di Glovo che stava effettuando consegne in motorino ha subito un infortunio, finendo a terra con lo scooter ribaltato addosso. Grazie al tempestivo intervento di un’ambulanza, è stato portato all’ospedale Maggiore dove gli sono stati refertati traumi alla spalla destra ed all’arto inferiore destro”. Lo segnala Riders Union, che aggiunge: “Il rider, per fortuna, sta bene – anche se non potrà lavorare per qualche giorno. Rischia così di perdere punteggi e posizioni nel ranking di Glovo, una classifica disumana che non mostra sensibilità per niente e nessuno, ma che ha l’unica finalità di massimizzare la competizione tra i lavoratori a tutto vantaggio della piattaforma. I riders sono, di fatto, sovra-subordinati senza avere i diritti dei lavoratori subordinati. In ogni caso ieri sera abbiamo avuto l’ennesima conferma che lavorare per strada è un rischio. Come può essere possibile – in un Paese civile – che questo rischio non sia coperto dall’assicurazione Inail? Come può essere possibile tollerare tutto questo? Dove sono finite le promesse del Governo? Le piattaforme del nostro diritto di poter lavorare in sicurezza se ne infischiano. La rimozione della paga oraria in favore della remunerazione a consegna aumenterà esponenzialmente i pericoli”.

Scrive poi Riders Union: “Una pizza, un hamburger, un sushi non possono valere più delle nostre vite. Continuiamo a chiedere con ancora più forza l’abolizione del cottimo e una copertura assicurativa Inail. Non siamo più disposti a pedalare e consegnare per gonfiare il portafogli di imprese irresponsabili. Chiediamo al Comune di Bologna di prendere posizione sull’accaduto e di fare pressione sull’azienda affinché si decida ad incontrarci: non possiamo aspettare l’evento drammatico per avere risposte. Per quanto ci riguarda saremo ai nostri posti. Con la rabbia di chi non accetta le ingiustizie e con la testa alta di chi lotta per la dignità, non ci fermeremo fino a quando non ci sarà riconosciuto il diritto a lavorare in sicurezza”.