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In Regione “deprecabile mancanza di coerenza” sui rapporti con Israele

L’Assemblea legislativa “vota per richiedere sanzioni contro le violazioni del diritto internazionale” ai danni dei palestinesi, scrive il Coordinamento Campagna Bds, ma intanto Bonaccini incontrando l’ambasciatore incoraggia “complicità e sostegno incondizionato”. E Noi Restiamo: “Unibo collabora con Confindustria e Israele”.

03 Agosto 2020 - 18:09

Il Coordinamento Campagna Bds Bologna segnala che “il 30 luglio 2020 l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato a grande maggioranza la risoluzione numero 904 , presentata dalla consigliera Silvia Zamboni di Europa Verde, che impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo Italiano e l’Unione Europea a manifestare in ogni sede la propria contrarietà al Piano Trump e all’annessione di territori palestinesi occupati da parte di Israele e di intervenire a livello politico e diplomatico per impedire ulteriori violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani e ad adottare misure concrete atte a sanzionare tali violazioni. Il testo della risoluzione richiama le numerose prese di posizione, anche a livello istituzionale, che hanno condannato il Piano Trump e il progetto di annessione di ampie parti della Cisgiordania occupata da parte di Israele, incluso l’appello della società civile palestinese che ha richiesto a tutti gli Stati di rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, adottando contromisure efficaci, comprese le sanzioni per fermare l’annessione illegale della Cisgiordania occupata e le gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele. La società civile palestinese ha ribadito questa richiesta recentemente facendo appello per l’imposizione di ‘sanzioni legali, mirate e immediate a Israele in risposta alla sua annessione già in corso, all’occupazione militare illegale e al regime di apartheid, discriminazione razziale, segregazione ed espansione territoriale che è sancito dalla legge nazionale israeliana’. Il Coordinamento Campagna Bds Bologna accoglie con soddisfazione la risoluzione dell’Assemblea legislativa regionale, che si esprime chiaramente per la fine dell’impunità di Israele e per l’adozione di misure concrete contro le sue violazioni. Questa risoluzione arriva poco tempo dopo l’ordine del giorno approvato il 13 luglio dal Consiglio comunale di Torino che si è pronunciato in maniera analoga a favore di misure concrete contro l’annessione e le violazioni di Israele. Il Coordinamento Campagna Bds Bologna ringrazia i consiglieri regionali che hanno presentato e votato la risoluzione 904 ponendosi inequivocabilmente dalla parte dei diritti umani dei palestinesi e del diritto internazionale”.

Ma aggiunge il Coordinamento: “Tuttavia non possiamo non rilevare una palese contraddizione nelle istituzioni regionali, che nella migliore delle ipotesi, rivela una evidente confusione politica e/o una deprecabile mancanza di coerenza. Mentre i consiglieri della maggioranza che sostiene la Giunta regionale si schierano dalla parte del diritto internazionale e dei diritti umani, il presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini qualche giorno prima ha ricevuto l’ambasciatore di Israele in Italia, con l’obiettivo di approfondire le già fiorenti collaborazioni in ambito manifatturiero e delle filiere ad alta tecnologia. Non ci risulta che nell’incontro ci sia stato alcun accenno al progetto di annessione illegale dei territori palestinesi, né alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele. Il presidente della Regione invece di denunciare tali violazioni, di fronte alle opportunità di promuovere gli affari, incoraggia complicità e sostegno incondizionato verso Israele, rafforzando la situazione di impunità di cui questo paese continua a godere, in completa contraddizione con l’orientamento dell’Assemblea legislativa. Ci auguriamo che i consiglieri regionali si muovano in maniera coerente con la risoluzione votata, spingendo per un cambiamento di rotta nei rapporti con Israele da parte del presidente e della Giunta. Una posizione di coerenza impone un impegno per la sospensione immediata di ogni forma di collaborazione tra la Regione Emilia Romagna e le istituzioni israeliane complici, inclusi i rapporti economico-imprenditoriali e le relazioni accademiche, fino a quando Israele non adempirà ai suoi obblighi in base al diritto internazionale e rispetterà i diritti umani dei palestinesi. Continueremo il nostro lavoro di sensibilizzazione di cittadini e istituzioni della nostra Regione sulle gravi violazioni e sui crimini compiuti da Israele e continueremo la nostra pressione su istituzioni e imprese complici del regime di colonizzazione, occupazione militare e apartheid imposto ai palestinesi da Israele, attraverso le campagne nonviolente di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. Libertà, giustizia e uguaglianza per le/i palestinesi”.

Anche Noi Restiamo interviene sui rapporti delle istituzioni locali con Israele: “Unibo collabora con Confindustria e Israele! Dopo le dichiarazioni riguardo l’intento di collaborare con lo stato di Israele da parte del presidente Bonaccini, l’Unibo, insieme a Confindustria Emilia, non perde tempo e tramite la piattaforma Almacube partecipa al progetto Open Innovation: si prevede una candidatura da parte degli studenti di lauree magistrali per la collaborazione tra aziende ed università. Anche se questi progetti si susseguono da alcuni anni, è chiara la volontà dell’ateneo bolognese di accelerare questi processi in seguito alla crisi che abbiamo attraversato e stiamo attraversando. Proprio dopo le affermazioni di Bonaccini, vediamo che sono presenti alcune università israeliane fra quelle che partecipano al network. Questo mostra la situazione di complicità di Unibo, che piega la ricerca e il lavoro di studenti per i profitti di Confindustria e per gli interessi, anche bellici, di stati come Israele o come gli Stati Uniti. A questo modello, che impone sfruttamento e collaborazione con stati fascisti dove è presente l’apartheid bisogna rispondere con l’organizzazione, in un’ottica di radicale cambiamento della struttura stessa dell’istruzione. Oggi più che mai le riforme strutturali che abbiamo chiesto a partire dal lockdown si presentano come necessarie! Organizziamoci per invertire la rotta!”.