Acabnews Bologna

In piazza al fianco del popolo colombiano

Ieri presidio in piazza Nettuno per denunciare le gravi violazioni dei diritti umani che il Governo del paese sudamericano sta compiendo “attraverso la forza pubblica e con la complicitá di gruppi paramilitari e sicari per reprimere i manifestanti che protestano per i propri diritti”.

12 Maggio 2021 - 16:06

Presidio in piazza Nettuno, ieri, per manifestare contro la dura repressione che in Colombia sta colpendo la popolazione in rivolta contro il Governo. “Dal 28 aprile 2021 stiamo allertando la comunitá internazionale riguardo le gravi violazioni ai diritti umani che sta subendo il popolo colombiano da parte del proprio stato che, attraverso la forza pubblica e con la complicitá di gruppi paramilitari e sicari, ha deciso di reprimere i manifestanti che protestano per i propri diritti”, si legge nell’appello fatto circolare sui social da alcune/i colombiane/i che vivono a Bologna per promuovere il presidio: “Lo sciopero nazionale in corso e la mobilitazione sociale e politica in Colombia rispondono al disagio della popolazione prodotto da anni di esclusione, disegualianza e violenza strutturale nel paese accutizzati dal governo del presidente Iván Duque, che con la riforma tributaria e la riforma alla salute ha incendiato l’indignazione popolare nel paese. A questa situazione si aggiunge la forte campagna di censura avviata dai media nazionali che manipolano l’informazione e nasconodo le cifre ufficiali. Diverse ONG nazionali hanno potuto constatare l’esistenza di atti premeditati da parte della forza pubblica e alla data si registrano 1.876 casi di violenza da parte della forza pubblica tra cui: 39 vittime di violenza omicida; 278 vittime di violenza fisica; 963 arresti arbitrari contro manifestanti; 356 interventi violenti durante le manifestazioni; 28 vittime di aggresioni oculari; 111 casi di sparatoie con armi di fuoco; 12 vittime di violenza sessuale; piu di 500 desaparecidos”. A fronte di tutto ciò, “chiediamo alla comunitá internazionale, agli enti statali, alle Ong e ai media di fare pressione sul governo colombiano e chiedere inanzitutto, la cessazione al dispiegamento della forza pubblica consentendo il diritto alla protesta sociale cosí come l’avvio di indagini e misure giudiziarie che rispondano alle denuncie da parte dei cittadini. Chiediamo che il presidente e il suo gabinetto si incontrino con i diversi settori sociali per ascoltare le loro richieste, stabilendo con una vera apertura mentale e politica un tavolo negoziale per la pace”.

In piazza anche il Cua, “per dire basta al silenzio mediatico. È da ormai dieci giorni che le forze repressive e i paramilitari colombiane violentano, uccidono e feriscono giovani e non sces* in piazza contro il governo”.