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“Noi andiamo dove ci pare!”, gli studenti invadono la Provincia e poi bloccano i viali [cronaca+foto]

Nonostante nè Gelmini nè Berlinguer si siano fatti vedere al convegno previsto alla Provincia di Bologna, centinaia di studenti sono tornati in piazza contro lo smantellamento dell’università e della ricerca.

10 Dicembre 2010 - 10:57

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Terminata la manifestazione. Da piazza Verdi si dà appuntamento a stasera (ore 21 al 38 occupato) per un’assemblea aperta a tutti i movimenti autorganizzati per discutere delle prossime mobilitazioni, a partire dalla manifestazione del 13. Intervengono anche gli studenti del liceo artistico, rioccupato da alcuni giorni.

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Il corteo arriva in piazza Verdi, dove vengono rilanciati gli appuntamenti del 13 dicembre (corteo metropolitano contro il Governo) e del 14 (tutte e tutti a Roma per far cadere Berlusconi!). Passando in via Petroni, i manifestanti hanno contestato con cori ed interventi la militarizzazione della zona universitaria e la recente ordinanza del commissario Cancellieri.

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Terminato il blocco in porta San Vitale, i manifestanti riprendono a muoversi in corteo ed imboccano via San Vitale.

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Blocco del traffico a porta San Vitale

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Scatta anche oggi il blocco del traffico sui viali di circonvallazione. Il corteo, raggiunta porta San Donato, si è infatti riversato su viale Filopanti

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Il corteo imbocca via Irnerio, diretto verso porta San Donato.

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Si apprende che un ragazzo è stato fermato ed identificato dalla Polizia, che gli contesta di aver lanciato delle uova contro i cancelli della Provincia. Dopo l’identificazione è stato rilasciato. I manifestanti, intanto, sono sempre in corteo e sfilano ora lungo via delle Moline.

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I manifestanti stanno lasciando il palazzo della Provincia. Intanto si apprende che che, dopo Gelmini, neanche Berlinguer si è presentato al convegno comunicandolo solo questa mattina. “Non ci rappresenta nessuno” e “Noi andiamo dove ci pare” i cori con cui, arrivati davanti ai cancelli chiusi, gli studenti hanno risposto all’assessore De Biasi che proponeva di far entrare in Provincia solo una delegazione di manifestanti. Oltre ai cori, prima di riuscire ad entrare dal corteo è partito anche qualche uovo.

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Gli studenti riempiono sia la sala del Consiglio e la sala dello Zodiaco, dove si svolge il convegno, che le scale del palazzo provinciale. In sala viene letto in questo momento il documento prodotto dal Laboratorio di Autoriforma svolto al 38 occupato. “Siamo consapevoli che i processi di aziendalizzazione che colpiscono l’università vanno oltre il suo essere pubblica o privata, che sono iniziati ben prima della Gelmini e il cui architetto si chiama Luigi Berlinguer, artefice del bologna process, del 3+2 e dell’inizio della dismissione della formazione superiore in Italia, processo di dismissione che è assolutamente adeguato all’economia della conoscenza e per nulla in contrapposizione”.

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Alcuni manifestanti sono riusciti a farsi strada attraverso la portineria entrando all’interno di Palazzo Malvezzi. Gli studenti hanno manifestato con forza la volontà di entrare tutti e, dopo pochi minuti, il personale della Provincia è stato costretto ad aprire i cancelli: tutte e tutti dentro!

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I manifestanti hanno raggiunto la Provincia di Bologna, dove si svolge il convegno. La testa del corteo è entrata nell’atrio della sede provinciale, trovando però il cancello chiuso. Pare che l’assessore provinciale all’Istruzione, De Biasi, abbia intenzione di scendere per parlare con gli studenti. Alcuni giorni fa aveva detto di voler dare la parola, nel corso del convegno, ad un rappresentante del movimento. La risposta degli studenti: “Entreremo tutte e tutti!”.

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Il corteo ha percorso via San Vitale e circondato le Due torri, prima di imboccare via Zamboni.

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Sono centinaia gli studenti che si sono radunati in piazza Verdi per contestare l’ex ministro Luigi Berlinguer e il ministro Gelmini (che però, come al solito, ha disertato l’appuntamento bolognese). In Provincia si sta svolgendo un convegno che sembra fatto apposta per attirare contestazioni: “Dove va la scuola pubblica?”, con un dibattito che vuole andare proprio dalla riforma Berlinguer a quella Gelmini. Poco fa gli studenti si sono mossi in corteo, imboccando via Petroni. In testa lo striscione “Dieci anni di distruzione, que se vayan todos”.