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Imola, protesta in Comune contro lo sfratto di una famiglia con quattro minori

Ieri intervento dello Sportello Antisfratto durante la seduta di Consiglio: ottenuto un incontro con la sindaca Sangiorgi, “che si è impegnata a trovare una soluzione”. A Bologna, intanto, Asia-Usb contesta i tre giorni del welfare promossi dal Comune: “E’ la stessa amministrazione che ha dichiarato guerra ai deboli”.

27 Febbraio 2019 - 12:07

Ieri “siamo intervenuti durante il Consiglio comunale per denunciare lo sfratto di una famiglia con quattro figli minori!”, esponendo la situazione alla Giunta. Lo racconta lo Sportello Antisfratto Imola, che in seguito ha fornito il seguente aggiornamento: “Al termine del Consiglio abbiamo incontrato la sindaca Sangiorgi, che si è impegnata per trovare già da domani (oggi, ndr) e nei prossimi giorni una soluzione che non preveda in ogni caso il trasferimento della famiglia sotto sfratto fuori città. Continueremo a seguire la situazione fino a quando non si sarà completamente risolta!”. Questo il testo del volantino distribuito in Comune, che ricostruisce la vicenda: “Mercoledì 27 febbraio una famiglia con padre, madre e quattro figli tra i quattro e gli 11 anni verrà sfrattata. Non per morosità, essendo in regola con i pagamenti dell’affitto, ma per il mancato rinnovo del contratto da parte dei proprietari di casa. Nonostante entrambi i genitori lavorino e possano permettersi un affitto, dopo mesi di ricerche non hanno trovato nessuno disposto ad affittare ad una famiglia con quattro figli di origine straniera. Ad oggi è stato trovato solo un alloggio con la mediazione dei servizi sociali, ma la casa in questione non è ancora disponibile, e non si sa esattamente quando lo sarà nelle prossime settimane o mesi. I servizi hanno allora proposto come soluzione temporanea di spostare tutta la famiglia in una struttura alberghiera a Castel del Rio: questa proposta però, per via della lontananza e della mancanza di mezzi di trasporto pubblici negli orari lavorativi della coppia, farebbe perdere il lavoro alla madre e impedirebbe ai figli di andare a scuola. Nell’urgenza di garantire la continuità scolastica ai figli e di evitare il licenziamento alla madre, lo Sportello Antisfratto ha richiesto e proposto ai servizi sociali soluzioni temporanee che non spostino la famiglia dal territorio cittadino. La causa di questa e di altre situazioni di sfratto in città va cercata però nel totale immobilismo delle politiche abitative del Comune di Imola: più di cento case popolari sfitte, con il bando Erp chiuso da due anni e nessun investimento nell’edilizia popolare; nessuna disponibilità di case di emergenza per evitare situazioni in cui intere famiglie finiscano a vivere per strada o vengano separate; inutilizzo di decine di alloggi mai abitati in via Giovanni X, sfitti da più di cinque anni e destinati ad una convenzione con il Ministero di Giustizia invece che ai problemi abitativi del territorio; nessuna politica di sostegno alle famiglie che cercano affitti nel mercato privato. Da oltre un mese Imola non ha un assessore con delega alla casa, mentre gli sfratti e l’immobilismo sulle case popolari proseguono nel disinteresse dell’amministrazione comunale del M5s: tutto ciò non è più accettabile!”.

A Bologna, intanto, Asia-Usb contesta l’iniziativa “Bologna si prende cura – I tre giorni del welfare”, promossa dall’amministrazione comunale. Scrive il sindacato di base: “L’amministrazione comunale ha da tempo dichiarato guerra ai più deboli, che siano questi precari, anziani o studenti: i problemi sociali, in particolar modo l’emergenza abitativa, sono più attuali che mai! Tramite l’iniziativa ‘Bologna si prende cura – I tre giorni del welfare’ il Comune di Bologna e la sua amministrazione presentano ai cittadini il loro modello di welfare per il futuro di questa città, si presenta come un progetto che ha al centro il servizio alle persone, le prospettive per contrastare emarginazione sociale e proporre inclusione senza lasciare indietro nessuno. Ci chiediamo come può un progetto basato su esternalizzazioni e profitto privato contrastare disuguaglianze sociali! Tutto il welfare è stato nel corso degli anni e viene man mano privatizzato (sanità, scuola, edilizia pubblica, per citarne alcuni) i risultati sono sotto gli occhi di tutti: smantellamento del welfare pubblico, carenza di servizi accessibili, svendita del patrimonio abitativo pubblico, aumento delle disuguaglianze sociali, difficoltà economiche e povertà! In tutta la città ci sono moltissimi appartamenti sfitti: da un lato le case popolari vengono tenute vuote, vendute e svendute a privati, dall’altro sempre più persone, lavoratori, precari e studenti hanno difficoltà a pagare l’affitto e a trovare alloggi a prezzi accessibili. Chi sono i responsabili?”.

Intanto, per Asia, proprio il Comune. “Le politiche comunali che vogliono sempre più trasformare la nostra città in una città-vetrina, espellendo nelle zone periferiche o di provincia le fasce popolari e meno abbienti, trasformando tutto il resto a misura di turisti e studenti benestanti (pensiamo allo Student Hotel, il fenomeno Airbnb che ha sottratto già più di 4000 alloggi dal regolare mercato immobiliare)”. Poi c’è l’Acer, “che amministra in modo irresponsabile le case popolari, patrimonio pubblico, come se fosse un’azienda privata, vendendo e svendendo appartamenti, alzando gli affitti e sfrattando numerosi nuclei assegnatari. La speculazione edilizia dei grandi palazzinari!”. Continua Asia: “Non abbiamo bisogno dell’abitare collaborativo ma di case popolari e di un Comune che si faccia veramente carico dell’emergenza abitativa e delle difficoltà dei suoi cittadini, contrastando gli enormi interessi privati e invece rafforzando il ruolo del welfare pubblico! Purtroppo troppo spesso le risposte della nostra amministrazione sono sfratti e sgomberi, senza mai fornire soluzioni alternative dignitose.  La nostra risposta? Assegnare le case popolari vuote a tutti coloro che ne hanno bisogno!”. L’appello di Asia: “Ci vediamo venerdì 1 marzo in piazza del Nettuno alle ore 10,30 per contrapporre alla logica del welfare privato la necessità di impegno pubblico a garanzia dei diritti!”.