Acabnews Bologna

Imola, il caso Akron in Procura e al Ministero

Domani Usb incontrerà il sindaco e la società. Sul caso intervengono anche la Campagna per un’altra (H)era e il Coordinamento Migranti di Castel Maggiore.

15 Luglio 2010 - 19:42

Dopo il blitz di ieri al Consiglio comunale di Imola, l’Usb ha ottenuto per venerdì un incontro con la Giunta sul caso dell’azienda Akron. La societa’, che fa capo al gruppo Hera, promette intanto di voler fare chiarezza: “E’ intenzione di Akron- si legge in una nota- fare piena luce sull’accaduto, ritenendo una priorita’ indiscutibile il pieno rispetto anche da parte delle societa’ appaltatrici di servizi delle norme posta a salvaguardia dei lavoratori”

Oggi, oltre ad Usb che annuncia di aver segnalato la vicenda a magistrati e ministero del Lavoro, sulla vicenda è intervenuta anche la Campagna per un’altra (H)era ed il Coordimanto Migranti di Castel Maggiore.

> Leggi i comunicati:

I lavoratori immigrati dei subappalti Hera, occupando il Consiglio comunale
di Imola, hanno aperto una breccia: venerdì è previsto un incontro tra la delegazione USB con il Sindaco Manca, l’assessore Bondi e l’azienda Akron (gruppo Hera).

La USB ha denunciato le condizioni estreme di sfruttamento di questi lavoratori che assunti da una finta cooperativa, per conto dell’azienda Akron-Hera, trattano a mano la cernita dei rifiuti dei cittadini Comune di Imola.

Senza le tutele di un contratto collettivo, senza ferie, malattia, senza attrezzature adeguate per la tutela della salute, pagati 700 euro al mese per otto ore di lavoro (pagate quattro) dal lunedì al sabato, fino a notte fonda.

Lasciati a casa, licenziati verbalmente al primo “problema”, ricattati dalla minaccia di perdere il permesso di soggiorno (vengono dalla Nigeria, dal Senegal, dal Marocco e trapiantati a Imola e Faenza con le famiglie).

Questa situazione è già stata segnalata alla Procura e al Ministero del Lavoro, per Massimo Betti (USB), “Siamo stati costretti ad una azione diretta, dalla gravità dei fatti e perché riteniamo che la giunta debba assumersi le proprie responsabilità».

Subito dopo il bliz si è svolto immediatamente un primo incontro ed è fissato per domani, venerdì 16 luglio, un nuovo incontro tra USB, Sindaco, Assessore ai rapporti con Hera e la stessa azienda Akron.

La USB, denunciando in tutte le sedi competenti questa sorta di vergognosa “Rosarno” imolese, chiede urgenti provvedimenti per risanare la situazione, ridare dignità e diritti ai lavoratori, una inchiesta per individuare responsabilità e coperture.

USB/RdB Bologna


ANCHE A IMOLA ERA MEGLIO QUANDO NON C'(H)ERA

Nel materiale contro-informativo in preparazione dell’assemblea con l’Assessore Provinciale all’Ambiente Burgin dello scorso 11 Giugno scrivevamo:

“Sta emergendo un’operatività di Hera che fa a pugni con l’immagine che  uesta Azienda cerca di accreditare verso i cittadini: prosecuzione dei rapporti societari e commerciali con società e persone in odore di rapporto con la criminalità organizzata, rifiuti tossici individuati ma tenuti nascosti per  ettimane, dirigenti aziendali indagati per truffa negli appalti diretti relativi al  ettore rifiuti (speciali e non)…” .

Da ieri possiamo aggiungere un nuovo “caso” a questa denuncia.

A Imola (provincia di Bologna) una “strana” azienda di Hera (la Akron spa) gestisce l’appalto per la separazione dei rifiuti attraverso altrettanto “strane” cooperative che aprono e chiudono in continuazione continuando ad  esercitare quell’appalto. Tutte quelle “strane” società hanno un punto in comune: il trattamento para-schiavistico dei lavoratori e delle lavoratrici  igranti che vi operano (come titola il loro comunicato sindacale: “Una  ergognosa Rosarno dei rifiuti a Imola”) .

Per quanto riguarda il comportamento di Hera S.p.A. diciamo semplicemente che ci pare operi in perfetta continuità con la sua “mission” privata e  rivatistica (alla faccia della valenza sociale del suo operare che la stessa cerca di contrabbandare continuamente!) che mette al primo posto non i bisogni e i diritti delle comunità e dei/lle lavoratori e lavoratrici, ma il profitto del massimo ribasso.

Se poi per questo si deve chiudere un occhio o tutte e due sui comportamenti dei propri partners, fa lo stesso: “è il mercato, bellezza”. Ora quelle donne e quegli uomini hanno trovato la forza e la rabbia per rendere pubblica la loro condizione e ribellarsi.

A loro va la nostra più totale solidarietà, vicinanza e supporto.

Sosterremo pubblicamente la loro battaglia perchè è anche la nostra battaglia e siamo disponibili a promuovere e/o aderire a qualsiasi forma di mobilitazione in loro appoggio anche in città.

Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali, associative, sociali e di movimento di prendere parola e posizione nel modo più netto affinchè questa vicenda non finisca nell’oblio.

Infine, riproponiamo la domanda con cui chiudevamo tutti i punti del documento di denuncia:

QUESTO VI SEMBRA SOSTENIBILE?

Campagna per un’altra (H)era


Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Akron e siamo pronti a promuovere forme di mobilitazioni comuni per denunciare, ancora una volta, lo sfruttamento bestiale della forza lavoro migrante.
Non solo Hera, ma molte aziende anche nel nostro territorio, sotto la copertura di fantomatiche cooperative che nascono e periscono per poi rinascere sotto altre vesti, a cui sono stati esternalizzati pezzi di produzione, si muovono esattamente come la Akron.

Licenziamenti in tronco, decurtazioni dei salari senza spiegazione, mancata
applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, ferie e malattia non pagate.
Si tratta di un generale attacco ai diritti dei lavoratori, che a partire dai migranti si estende a tutti , ma in una condizione in cui lo stato dei lavoratori non è paritetico a causa di quel maledetto permesso di soggiorno legato al lavoro.
Si dovrebbero fare emergere tutte queste situazioni, ma serve un contesto collettivo e di tutela sindacale vera perchè i migranti, in molti casi hanno paura di perdere il permesso e quei due soldi che servono per sfamare i propri figli.
Servirebbe un’assemblea in cui incrociare queste storie per dare forza a chi ha avuto il coraggio di ribellarsi e a chi ha paura.
Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo anche con casi concreti facendo una mappatura delle aziende.

Tutti, oggi, praticano lo sfruttamento, in modo violento e odioso probabilmente anche Hera ha imparato il peggio dai padroni. In tanti fanno finta di non vedere, ma ricordiamo che tutti i comuni sono soci di Hera. Ci aspettiamo che i sindaci prendano posizione contro questa vergognosa vicenda.

Coordinamento Migranti di Castel Maggiore