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Il “progetto” per cui sgomberare Xm24? Il Quartiere non ne sa nulla

E il centro sociale si rivolge alla cittadinanza: “Perfino negli Usa cittadini pensanti si risvegliano e si muovono. E voi bolognesi? Resisterete? difenderete uno spazio pubblico liberato, antifascista, antirazzista, antisessista nella vostra zona?”.

02 Febbraio 2017 - 18:51

Il sindaco Virginio Merola, commentando la decisione di dare l’avviso di sfratto all’Xm24, ha detto che sull’area dell’ex Mercato di via Fioravanti “c’è un progetto di interesse pubblico da attuare”. Il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, però, cade dalle nuvole: “Non so del progetto. So che il sindaco sta valutando delle cose, ma evidentemente non si tratta di un servizio di quartiere”.

Intanto un nuovo comunicato è apparso sul sito dello spazio sociale: “In questi giorni l’aria di Bologna è sporca, molto sporca; irrespirabile, letteralmente. Sforati, come in nessuna città, i limiti delle pm10 sarebbe meglio non uscire di casa. Invece, contro ogni naturale ‘buon senso’ meteo, qualcuno viene accompagnato a forza fuori casa. In troppe parti del mondo, non simbolici presagi oscurano ‘democrazie’, ‘unioni’ e raffinate ‘tecniche di governo’ liberali; ma chiari segni di risorgente fascismo democratico, esito dell’ingovernabilità delle crisi del capitale. Frutto di legittime scelte elettorali e spesso di un troppo ironico disimpegno social. E se qualcuno può dire ‘finita’ la famigerata globalizzazionbolognine la piccola, grassa cittadina di Bologna non è così difforme, dal resto dei governi, nell’applicazione di dinamiche dislocanti; frutto di ben note e sempre egemoniche sorti del profitto; perfino in progetti culturali. ‘Nuovi’ governi nazionali non rivendicano altro che la retorica (molto fattuale: omicida, diciamolo pure) della repressione, con respingimenti, deportazioni, caccie all’uomo, nuovi Cie e campi di detenzione ovunque; parimenti, i reiterati fallimenti bolognesi nell’imposizione delle ‘tangenziali’ del progresso nell’urbe sostenibile non sembrano sufficiente prova di reale rinnovamento. Se il nuovo ministro degli Interni del posticcio governo Gentiloni promette a livello nazionale una svolta lagerista nella gestione della crisi (proponendo i lavori forzati in cambio del riconoscimento dello status di rifugiato), qui, a Bologna, nella città di architetture fallite e ricca di memorie di una sinistra mai esistita, l’accozzaglia del PD ripropone vecchi ma rinforzati schemi cofferatiani. Cappellone, divisa, stelletta, pistolone, codicione e manganello…”.

Continua il testo: “Però, porcamiseria, non ne va bene una. Anche perseguendo quella splendida progettualità amministrativa; e una certa corroborante legalità… Non si riesce a far smettere di piovere dentro la Stazione del tav che subito (…in dieci anni…) ci si ritrova un quartiere stuprato dal cemento, incompiuto: una Bolognina distopica. Un sindaco non può vincere le elezioni che quasi si vede obbligato a superare in veemenza – coi suoi capogruppo, coi presidenti di quartiere – i peggiori reazionari di zona, veri nostalgici del duce; sbiaditi, sullo sfondo, comitati di ‘cittadini’ apolitici – se non proprio ex-comunisti – capaci appena di articolare il trisillabo ‘de-gra-do’. Non si è in grado di formare il cuore dell’assistenza sociale, di un SerT, della socialità diffusa o anche solo di un parco giochi: che neppure si capisce dove in futuro la città troverà 19 milioni di euro a biennio per quella sorta di Guggenheim spaziale chiamato ‘Sede del Comune’ (in piazza Liber Paradisus). Non si apre neppure un inutile sottopasso terminato. Saltano gli alloggi di edilizia convenzionata. Non si riesce a far pagare i palazzinari per i loro fallimenti; anzi, non si vuole. Però esistono sfolgoranti ‘strategie istituzionali’. Ad esempio, riproporre il successo del modello Expo: in Fico veritas. Investire ancora, di più, altrove; cementificare, asfaltare ancora per inquinare certo un po’ di più, ma anche più in largo. Calare le carte migliori… che, forse, possono giustificare lo sgombero di una storia (più che di un luogo) come l’Xm24: terminando una reale esperienza sociale di autogestione. E tralasciando la gentrificata sorte urbanistica di storiche officine abbandonate, di baffuti imprenditori cui regalare milioni di euro; con disinvoltura promettere rinnovata repressione nelle piazze degli studenti, nelle biblioteche controllate da tornelli e guardoni; dribblando procedimenti giudiziari stracarichi di tondini, cemento, asfalto, petrolio tanto quanto di politici sempre assolti”.

Conclude Xm24: “Per uno sgombero annunciato, uno eseguito. In un solo giorno via lettera al ‘noi’ collettivo dell’Xm24 si indice lo sfratto dall’ex mercato ortoflorofrutticolo; ed oggi (1° febbraio 2017) una coppia di sessantenni senza lavoro viene costretta alla strada in Via Corticella. Con questa brutta aria! E con quali forze, già da tempo dispiegate. Un blocco della circolazione vergognoso, ridicolo, come da qualche tempo a questa parte, un po’ ovunque. Oscenità possibilmente rivendicate dai soliti poteri morti: Merola, Coccia, Giovannini, possidenti, gerenze Pd, perbenisti, fascisti, leghisti, onesti lavoratori sugli autobus e passanti di mezzo. In nome di vera fuffa legalitaria. Perfino negli Usa cittadini pensanti si risvegliano e si muovono: spontaneamente frappongono ‘blocchi contro i blocchi’ aeroportuali, rapidamente voluti da quel birbo-riccone del presidente Trump. La gente, non i mestatori, si ribella. E voi bolognesi? Che fate? Siete col vostro Merola, solidale con le opposizioni ai diktat del presidente americano? Non siete ribelli, come e con il vostro sindaco? Volerete negli USA a difendere la libertà di muoversi, di tutti? Vi opporrete alle prossime retate di migranti, da parte del vostro Stato? Resisterete? E anche: difenderete uno spazio pubblico liberato, antifascista, antirazzista, antisessista nella vostra zona? Non è forse che, semplicemente, chi pensa deve agire?”.

Sempre l’Xm24, inoltre, ha deciso di condividere pubblicamente la relazione consegnata all’amministrazione comunale, che rappresenta “un piccolo riassunto di quello che abbiamo fatto e continueremo a fare”: il pdf.