Acabnews Bologna

Il cassero di Atlantide “messo a bando nel 2018”

Due anni fa lo sgombero firmato Merola, oggi il Quartiere vuole assegnare lo spazio a “libere forme associative”. Ieri intanto pubblicato il bando per l’assegnazione del complesso di vicolo Bolognetti. Ex-Veneta: sempre inutilizzata, ingressi murati.

06 Ottobre 2017 - 14:40

Il cassero di porta Santo Stefano che ospitava Atlantide “verrà sistemato e poi messo a bando nel 2018”. A dirlo è la presidente del quartiere Rosa Amorevole, che ha aggiunto: “Verrà ristrutturato e messo a disposizione delle libere forme associative”. A distanza dunque di due anni dallo sgombero di Atlantide avvenuto il 9 ottobre 2015, l’amministrazione del quartiere Santo Stefano decide, ironia della sorte, di assegnare il cassero ad usi sociali, perché “siamo un quartiere con scarsissimi spazi dedicati all’associazionismo”.

Tutto bene, dunque: ci si aspetterebbe di vedere i collettivi di Atlantide rientrare nello spazio da cui furono cacciati con la forza dalla polizia e dall’ordinanza del sindaco Merola, diciotto anni dopo l’inizio dell’autogestione dello spazio… o forse no? Certamente non sarà la risposta, sai mai che ritrovino casa il conflitto e la vivacità che in quel luogo si erano prodotti.

Ieri intanto il Comune ha predisposto gli avvisi pubblici per selezionare i soggetti che elaborino proposte per gestire l’ex sede del Quartiere Saragozza in via Pietralata e del Quartiere San Vitale in vicolo Bolognetti, sede per la quale nelle scorse settimane era emersa la possibilità di affidare transitoriamente i locali a Làbas, dopo lo sgombero di agosto e la grande manifestazione che in settembre ne ha chiesto la riapertura, in attesa che sia pronta una soluzione definitiva. Nell’avviso pubblico per l’assegnazione si legge: “Si darà la priorità alla sperimentazione di modelli emersi da percorsi informali e mutualistici innovativi con sede e radicamento nel Quartiere Santo Stefano, con particolare riferimento alla transizione da esperienze aggregative informali verso rapporti istituzionali riconosciuti e formalizzati, tramite gli strumenti normativi propri dell’amministrazione, ai quali affiancare anche la sottoscrizione di un Patto di collaborazione sulle attività”.

A proposito di spazi inutilizzati, permane irrisolto l’annoso caso della ex stazione Veneta: sono passati ormai più di 16 mesi dalla breve occupazione di ‘Fuori binario‘, e tutto quello che è successo nel frattempo è stata la muratura di tutti gli ingressi, eccetto quelli usati dal “ristorante universitario Smart food” di Er.go, l’azienda regionale per il diritto allo studio.