Acabnews Bologna

Ieri “il movimento della casa si è ripreso la città!” [comunicati in aggiornamento]

Le realtà promotrici della manifestazione per il diritto all’abitare: “Importante giornata di mobilitazione”. Idra sulla nuova occupazione in via Albiroli: “Ci impongono sacrifici, noi pratichiamo riappropriazione”. Solidarietà da Asia-Usb.

06 Dicembre 2014 - 09:37

Il movimento per la casa si riprende la città!

casOggi c’è stata un’importante giornata di mobilitazione in risposta al vile attacco subito da Idra e tutta la lotta per l’abitare. Un corteo determinato, costruito in sintonia tra tanti e tante nella propria specificità, ha voluto inaugurare un percorso comune di lotta per la casa a Bologna. Più di 400 persone hanno condiviso contenuti, e praticato numerosi obiettivi nel cuore della città. Abbiamo ricordato a Confabitare che criminale non è chi occupa per avere un tetto sopra la testa, bensì chi tiene le case vuote per speculare, mentre sempre più persone si ritrovano per strada. Abbiamo dimostrato a Merola e ai suoi assessori che, se occupare è una prepotenza, siamo tutt* prepotenti di fronte alla mancanza di soluzioni concrete delle istituzioni al problema della crisi abitativa. Il gran finale alla splendida giornata è stata la nascita della seconda testa di Idra, che si è riappropriata di uno stabile abbandonato all’in-Curia.

Idra , Lábas, Asia-Usb, Hobo, Tpo

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A ogni sgombero, un’altra testa

Oggi, grazie a un bel corteo animato da varie centinaia di studenti, precarie, migranti, occupanti di case, compagni e compagne, convocato da varie realtà che quotidianamente si impegnano nella lotta per la casa e all’interno della mobilitazione nazionale indetta da Abitare nella crisi, abbiamo conquistato una nuova casa, riportato in vita l’ennesimo spazio abbandonato, liberato un altro luogo dal giogo della speculazione immobiliare. È una palazzina in via Albiroli 1, davanti a Torre Prendiparte: e noi da che parte stare lo pratichiamo ogni giorno. Lo stabile, abbandonato da tempo, è di proprietà della curia: del resto, non è papa Francesco ad aver dichiarato di essere dalla parte di “chi odora di lotta e di quartiere”? Ebbene, eccoci qua.

Loro ci impongono sacrifici, noi al contrario pratichiamo riappropriazione. Le migliaia e migliaia di immobili vuoti altro non sono che uno schiaffo in faccia a chi oggi subisce la crisi, ovvero il 99% della popolazione, per dirla con Occupy e i movimenti globali.

Alla violenza sistemica di un’ingiusta legalità fatta di sgomberi, sfratti, e distacchi, opponiamo collettivamente la legittima forza della lotta per la casa. Senza esitazione ribadiamo che occupare è giusto, che è giusto che lo facciano quante più persone possibile, perché sottrarsi al ricatto dell’affitto non solo è un’extrema ratio, ma vuol anche dire spezzare le catene della precarietà, la povertà della nostra generazione. Per noi occupare significa affermare la nostra dignità e potenza, significa autodeterminarsi, significa non rassegnarsi all’infelicità e alla depressione, significa costruire un’alternativa possibile, hic et nunc.

In una città come Bologna, dove la disoccupazione giovanile raggiunge il 50%, dove le prospettive lavorative si riducono a impieghi temporanei, mal retribuiti, frustranti e privi di stimoli, dove del welfare non rimane che il racconto delle generazioni precedenti, dove l’Università “migliore d’Italia” consapevolmente ignora i bisogni dei suoi studenti, quello che conta per le istituzioni sembra essere solamente la legalità. Poco importa se questa è antitetica alla giustizia sociale. Noi abbiamo scelto di non accettare tutto ciò, decidiamo autonomamente cosa è giusto e cosa è sbagliato. Facciamolo insieme. L’occupazione di oggi non solo sarà casa per tant*, ma anche un’altra testa del mostro del conflitto: da Napoli a Torino, da Milano a Palermo, da Roma a Bologna, nei centri e nelle periferie, nelle metropoli e nelle province, in Italia e altrove, la lotta per la casa è ovunque. La lotta per la casa può essere un divenire rivoluzionario.

In questa giornata ringraziamo ancora una volta Anonymous, che ha buttato giù i siti del Comune di Bologna e di Confabitare, obiettivi del corteo. Se ci sgomberano le case, noi facciamo tango down!

Idra

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L’occupazione di ieri sera (due giorni fa, ndr) dello stabile di via Albiroli 1, a seguito del corteo per il diritto all’abitare a cui abbiamo partecipato, unitamente a quello dell’immobile di via Fioravanti occupato qualche giorno fa dagli attivisti di Social Log, incontrano la nostra piena e incondizionata solidarietà.

Siamo preoccupati invece per le reazioni istituzionali ed i commenti spesi in merito a questi eventi. Essi dimostrano, nella migliore delle ipotesi, una conoscenza approssimativa delle dimensioni del problema casa. Le parole dell’Assessore Frascaroli, il silenzio di Malagoli e di Merola evidenziano la totale incapacità di questa amministrazione di individuare strumenti adeguati che vadano oltre le vuote parole del Sindaco di questi ultimi mesi. Il protocollo coi grandi proprietari non ha finora prodotto nessun risultato, i 24 mini-appartamenti di via del battiferro (nei quali a detta della Frascaroli son state collocate oltre trenta famiglie e questo già la dice lunga sulla qualità dell’intervento) sono una goccia in un oceano di malessere che, a Bologna, vede 40.000 persone in una condizione di disagio abitativo. In pratica, davanti a una situazione che, per loro stessa ammissione, prevedeva 2.000 sfratti in pochi mesi, non è stato fatto nulla!

Nella peggiore delle ipotesi, invece, questo atteggiamento mostra la più totale e servile accettazione da parte dei nostri amministratori delle scelte che, in materia, vengono operate dal governo Renzi e questo non fa onore a chi dovrebbe, in primis, tutelare gli interessi dei territori che amministra. A tal proposito citiamo l’ultimo decreto attuativo approvato dalla Conferenza Stato-Regioni dell’art. 3 della legge 80/2014 (il famigerato “piano casa” Renzi-Lupi) sancisce definitivamente la messa in vendita di quel che resta del già esiguo patrimonio residenziale pubblico italiano (3% a fronte del 20% di Germania , Francia, Inghilterra e Spagna) a condizioni impossibili per gli inquilini che avranno appena 45 giorni dalla data di pubblicazione sulla G.U. per esercitare il diritto di prelazione.

Anche la Regione Emilia Romagna, che pure avrebbe competenza legislativa in materia, non si discosta molto da questo atteggiamento. Il Documento di Programmazione Regionale che sottende all’utilizzo del Fondi Strutturali Europei (soldi pubblici versati dai lavoratori) per il settennato 2014/2020 dedica una scarsa attenzione ad un tema che dovrebbe indiscutibilmente avere priorità assoluta.

In questo inaccettabile contesto il ruolo degli amministratori di prossimità ha un’importanza fondamentale. Dovrebbero essere loro, nell’interesse delle popolazioni, a porre al governo e alla regione questioni dirimenti ed esigere interventi efficaci, dovrebbero essere loro i primi a considerare ed accogliere proposte e progetti che, dal basso, possono contenere soluzioni risolutive e che invece fanno di tutto per ostacolare.

Lo abbiamo ripetuto più volte: mentre Bologna sta vivendo un tracollo sociale che non ha precedenti nella sua storia, tutto ciò che arriva dalla giunta Merola – che non a caso ha delegato all’Ass. Frascaroli il problema dell’emergenza abitativa che era prima di competenza di Malagoli (Ass. Politiche Abitative)- sono proclami vuoti tesi unicamente e ad imitazione delle strategie della Lega Nord, a creare allarmismo sociale inventandosi fantomatici “racket” delle occupazioni, a dividere gli occupanti in buoni e cattivi e, in sintesi, a occultare un dramma di dimensioni enormi che non sanno o non vogliono affrontare e a giustificare il ricorso a strumenti repressivi palesemente antidemocratici.

Oltre agli sfratti e a tutto ciò che è legato al mercato privato dell’abitazione, ci teniamo a evidenziare la situazione di centinaia di nuclei familiari conduttori di alloggi Acer che, a causa di costi di gestione complessivi dei loro appartamenti ( quote di condominio di 5 volte superiori al canone d’affitto, costi non monitorabili delle utenze e notevolmente accresciuti dalla frapposizione di Acer tra utente e fornitore ecc.) sono già scivolati in una condizione di morosità che prelude allo sfratto e che andranno ad ingrossare le fila delle famiglie costrette amd occupare, le decine di famiglie che stanno per essere espulse dagli alloggi di transizione ed emergenza e che rappresentano un altro tangibile esempio dell’incapacità politica dei nostri amministratori.
Non cadremo nella trappola di chi, per giustificare la propria inutilità, prova a dividere le lotte! Basta gettare uno sguardo appena sensibile sulla città per rendersi conto che, oltre alle occupazioni organizzate, sono decine le occupazioni spontanee, le baraccopoli e tutte manifestano un disagio che solo una giunta inadeguata può negare.

Per le ragioni fin qui esposte chiediamo che la giunta Merola si dimetta prima che Bologna esploda.

Asia-Usb