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I Si Cobas alle porte della Cgil: “Il sindacato lo scelgono i lavoratori!”

Vertenza Tnt/FedEx, presidio stamattina in via Marconi davanti alla Camera del lavoro e a seguire corteo fino alla Prefettura: “Cgil, Cisl, Uil in questo sito non hanno nemmeno un lavoratore eppure sono stati chiamate alla firma dell’accordo direttamente dall’azienda. Così è in pericolo la democrazia”. Sindacato confederale schiera servizio d’ordine.

26 Aprile 2021 - 14:54

Presidio dei Si Cobas, stamattina, davanti alla sede della Cgil di Bologna, nell’ambito della vertenza Tnt/FedEx. “Il sindacato lo scelgono i lavoratori”, è il messaggio portato sotto le finestre della Camera del lavoro in via Marconi, davanti alla quale  la Cgil ha schierato un folto servizio d’ordine contraddistinto da pettorine rosse e al quale i manifestanti hanno indirizzato più volte il grido “Cgil mafia”. Dopo circa un ora, è partito un corteo lungo via Marconi, conclusosi in piazza Roosevelt per un secondo presidio, stavolta sotto la Prefettura.

Proseguono i Si Cobas: “Mentre a Piacenza Tnt/FedEx in pochi giorni annuncia una ristrutturazione che impone la chiusura di un sito produttivo e senza batter ciglio lascia a casa 300 lavoratori, a Bologna la multinazionale americana decide di eliminare il sindacato da sempre presente tra i lavoratori. Il modello preso a riferimento da Fedex è quello americano di Amazon ma in salsa tutta italiana. L’imposizione di Fedex è perentoria: Il sindacato non può essere scelto dai lavoratori ma dall’azienda. Nel sito logistico di Bologna lavorano 200 facchini e 100 drivers. Tutti organizzati nel sindacato Si Cobas presente nel sito dal 2011 e con il quale nel tempo i lavoratori hanno conquistato dignità e diritti superando quella condizione di sfruttamento e illegalità diffusa negli appalti della logistica. Il cambio di rotta in Tnt in seguito all’acquisizione americana da parte di Fedex impone la logica cara ad un capitalismo selvaggio che non intende riconoscere alcuna democrazia, tantomeno quella sindacale. Un tentativo pericoloso da respingere, di fronte al quale non possiamo esitare”.

In discussione, scrivono i Si Cobas, “non è il principio dell’accordo concluso da Fedex con Cgil/Cisl/Uil sull’ internalizzazione dei lavoratori ovvero sulla loro assunzione diretta da parte di Fedex. Seppure tale accordo presenti molti aspetti critici e ambigui, il principio del superamento della logica degli appalti è stato da sempre il motore delle lotte portate avanti dal Si Cobas. Qui ad essere in discussione è l’esclusione del riconoscimento del diritto basilare dei lavoratori, ovvero della scelta del sindacato da cui volersi far rappresentare. Cgil, Cisl, Uil giova precisarlo, in questo sito non hanno nemmeno un lavoratore eppure sono stati chiamate alla firma dell’accordo direttamente da Fedex. Le assemblee convocate dai confederali in tre giorni consecutivi non hanno visto la partecipazione nemmeno di un lavoratore. Oggi siamo di fronte ad un tentativo concentrico dei padroni e dei sindacati confederali di impedire ogni forma di rappresentanza sindacale. Le uniche organizzazioni riconosciute legalmente sono quelle firmatarie dell’accordo sulla rappresentanza del 31 maggio 2013 e per questa ragione i lavoratori dovrebbero adeguarsi agli accordi presi dai confederali: dunque chiunque non si sente rappresentato da Cgil, Cisl, Uil, deve subire spesso accordi peggiorativi sulle condizioni di lavoro e di vita. La direzione che viene tracciata è chiara: alla crisi di rappresentanza nel mondo del lavoro, si risponde con una riduzione della stessa. Dunque si passa dalla concertazione come forma di contrattazione, alla cogestione coi padroni, in cambio di tavoli in cui non ci sono più neanche le briciole. E quando si avvalla una logica di questo tipo, quando non viene ascoltata la voce dei lavoratori e delle lavoratrici, in pericolo è tutta la democrazia”.