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I costi folli degli affitti in città

Va peggio solo a Milano, Roma e Firenze, secondo i dati diffusi da un franchise immobiliare. Stamattina, intanto, sventato lo sfratto di una neomamma da un seminterrato, ne dà notizia Social Log.

18 Luglio 2018 - 19:25

Monolocali a 440 euro, bilocali a trilocali rispettivamente a 530 e 640. Sono i prezzi medi degli affitti a Bologna, va peggio solo a Milano, Roma, e Firenze, secondo i dati difusi da un noto franchise e realtivi al secondo semestre 2017. E il trend è preoccupante: gli aumenti nel corso del 2017 sono stati tra il 3.5 e il 5%, sono le percentuali più alte tra le grandi città, quasi il triplo della media nazionale.

Bologna è inoltre al terzo posto per percentuale di chi cerca un immobile per motivi di studio, 25% del totale, dietro Torino e Milano. Per un trilocale, gli studenti pagano mediamente 900 euro in zona Marconi/Indipendenza, molto meno (intorno ai 600) in Bolognina e San Donato.

Ma non sono certo solo gli studenti a scontare il problema abitativo: proprio oggi Social Log ha raccontato il caso di Sara, “neomamma lavoratrice rifiutatasi di pagare l’affitto dopo la scoperta di notevoli irregolarità nel contratto, e in attesa di traslocare in autunno in un alloggio più consono rispetto alla sua attuale dimora: un seminterrato in cui, come tante e tanti, è stata relegata da un mercato degli affitti cittadino sempre più in preda alle dinamiche della turistificazione e della speculazione”.

Stamattina era in programma il suo sfratto, ma l’ufficiale giudiziario ha “trovato sulla propria strada – scrive il collettivo su Facebook – la determinazione della stessa Sara e delle sue compagne di Social Log, che hanno imposto un rinvio di due mesi e mezzo dopo un’aspra trattativa: la giovane e la sua neonata potranno così passare tranquillamente a casa il resto dell’estate. È il primo sfratto bloccato da Social Log dall’addio del questore Coccia – braccio armato negli ultimi quattro anni dei politicanti al Ministero dell’Interno e protagonista della repressione più forsennata contro le istanze della lotta per il diritto all’abitare e degli altri movimenti sociali. Sia ben chiaro: ulteriori tentativi di ridurre la questione abitativa ad illegalità ed abusivismo non potranno che infrangersi davanti alle ragioni di chi negli anni è stato attaccato, ma non piegato, dal governo della conservazione. E di chi si appresta ad essere escluso dal nuovo perimetro sociale, perbenista e classista, del sedicente governo del cambiamento”.