Attualità

Grecia / “Open the borders”, migliaia in corteo a Salonicco

In corso il campeggio transnazionale in solidarietà ai migranti bloccati nei campi sparsi per il paese, attualmente circa cinquantamila persone.

22 Luglio 2016 - 15:11

(foto fb Leila Network)Dal 15 luglio e fino al 24 del mese numerosi attivisti contro i confini si sono dati appuntamento a Salonicco per un incontro europeo in solidarietà ai migranti bloccati nei campi sparsi per il territorio greco, incontro che prende il nome di NoBorderCamp. Dopo lo smantellamento del campo auto-organizzato di Idomeni e la ricollocazione dei migranti in campi gestiti dallo stato (e affidati alla gestione dell’esercito), detti “relocation camp”, il tentativo da parte delle istituzioni greche ed europee pare sia stato quello di normalizzare la situazione delle persone in transito, migliorandone di poco le condizioni di vita quotidiana, a discapito della possibilità di raggiungere le mete desiderate e di immaginare una situazione di stabilità in tempi brevi.

Come segnala Leila network, nella giornata di ieri è stato organizzato per le strade della città greca un corteo composto da molti attivisti europei che, a partir e da Salonicco, si sono mossi dalla mattina con autobus e altri mezzi per raggiungere le persone dislocate nei vari campi presenti nella zona, per accompagnarle nel luogo del concentramento. Molti migranti hanno deciso di partecipare al corteo e sono riusciti così a raggiungere la seconda città greca per prendere parte alla manifestazione.

(foto fb Leila Network)In mattinata la “relocation caravan”, così chiamata dagli attivisti, è andata a trovare i rifugiati del campo di ricollocamento più grande della provincia di Idomeni, quello di Oreokastro, dove si trovano migliaia di siriani che attendono di capire quale sarà la loro sorte. Qui la protesta dei rifugiati è stata liberatoria, dopo mesi di isolamento e frustrazione. Nel tardo pomeriggio, al grido di “Freedom” e “Open the Borders”, centinaia di rifugiati, fra cui moltissimi bambini, e più di un migliaio di attivisti si sono mossi in corteo nel centro di Salonicco. A guidare la manifestazione sono stati i numerosi migranti che avevano raggiunto la città dai vari “relocation camp”, componendo un corteo partecipato da più tremila persone.

Le iniziative dell’incontro si concluderanno questo fine settimana, e gli attivisti si aspettano una grande giornata di partecipazione per domani, sabato 23 luglio, quando la protesta e le azioni da Salonicco si sposteranno al confine con la Turchia, lungo il fiume Evros, per chiedere l’apertura dei confini e la fine della detenzione illegale dei migranti.

La situazione dei migranti in Grecia

(foto fb Leila Network)Dall’inizio di giugno 2016 l’Ufficio europeo per l’asilo di servizio (Easo), il servizio di asilo greco e l’UNHCR hanno iniziato a pre-registrare i migranti presenti nella Grecia continentale. Durante il processo di pre-registrazione, i migranti devono dichiarare ufficialmente la loro scelta tra tre opzioni legali che sono a loro disposizione in questo momento: si può tentare di essere trasferiti in un altro paese dell’unione attraverso il programma di trasferimento, oppure possono chiedere di essere riunificati alle famiglie – se altri membri della famiglia hanno già presentato domanda di asilo in un altro paese europeo – o infine possono scegliere di chiedere asilo in Grecia.

Al momento sembra che attraverso le interviste di pre-registrazione presso l’Ufficio per l’asilo, le autorità greche stiano cercando di ottenere una panoramica dei circa 50.000 migranti attualmente bloccati in Grecia, per capire quali sono le richieste e ciò che è giuridicamente possibile per loro. Questo significa però anche che le persone che non rientrano nei programmi europei in materia di asilo vengono individuate e hanno quindi più probabilità di essere arrestate o deportate.

Dalla chiusura della rotta balcanica, il “relocation program” è una delle poche possibilità per molti rifugiati bloccati in Grecia di lasciare legalmente il paese ed essere ufficialmente trasferiti in un altro Stato membro dell’UE. Tuttavia, solo le nazionalità con un tasso di accettazione di asilo a livello europeo di oltre il 75% sono ammissibili per il programma. Ciò significa che per la maggior parte dei migranti questa non è un’opzione percorribile. Per esempio, ora anche i migranti di nazionalità irachena non sono più ammissibili per questo programma.