Acabnews Bologna

Granarolo, “polizia come alla Diaz” [video]

Giovedì manifestanti colpiti con uno spray urticante che non parrebbe essere autorizzato. I due arrestati ancora in cella, il gip deciderà in 48 ore. Pd, Cgil e Cisl in soccorso dell’azienda, Anonymous blocca il sito web.

25 Gennaio 2014 - 17:58

“La polizia non ha esitato ad operare in perfetto stile scuola Diaz”. E’ l’accusa di SiCobas e collettivi, oggi in presidio in alcune decine davanti al Tribunale, in concomitanza con l’udienza di convalida dei due arrestati giovedì durante i picchetti ai cancelli dei magazzini Granarolo, accusati di violenza privata, resistenza aggravata e lesioni. Nelle ultime ore però la lotta dei facchini ha trovato un nuovo alleato:  “Ci uniamo alle proteste dei lavoratori sfruttati, licenziati, manganellati e caricati. www.granarolo.it Tango Down!”, hanno scritto infatti gli hacker di Anonymous annunciando di aver colpito il sito dell’azienda.

Lo spray – Vogliamo “sapere con quali sostanze, e con ordine di chi, sono stati gassati gli operai della Granarolo”, dicono gli attivisti. E la memoria non può che correre alla recente ammissione del comando provinciale dei Carabinieri riguardo l’uso, autorizzato dal Viminale, di bombolette cariche di gas Cs. In questo caso però, scrive su facebook Marina Prosperi, legale degli arrestati, “la dotazione non appare essere stata autorizzata nel servizio di ieri. Sono in corso accertamenti per verificare se l’uso di tali gas costituisca una iniziativa personale del soggetto che si vede impugnare la bomboletta”.

Le accuse non si limitano allo spray: i collettivi parlano di “cazzotti in faccia operai pacifici” e di “facchini e delegati sindacali stesi a terra e colpiti da almeno una decina di celerini avventatisi contro di loro”. E ancora: “Durante la giornata anche una banda, composta da almeno 20 crumiri, ha pestato di botte alcuni facchini rimasti isolati”.

Gli arresti – Il gip, al termine dell’udienza di convalida di oggi, si è dato fino a 48 ore per pronunciarsi. Così i due arrestati passeranno ancora almeno una notte alla Dozza: circostanza grave, alla luce anche del fatto che uno dei due soffre “di gravi patologie per le quali necessita della somministrazione di farmaci, che allo stato non sappiamo se il carcere possa garantire”, spiega Marina Prosperi, molto critica nei confronti dell’operato del palazzo di giustizia. Hanno voluto “evitare di esporsi con un processo per direttissima che avrebbero perso, visto che dalle immagini e dai filmati emerge chiaramente che nessuna resistenza risulta addebitabile ai due lavoratori. E allora decidono di optare per una convalida davanti al Gip, assolutamente inutile in tali casi ed inviando gli atti all’ultimo momento, per allungare a dismisura i tempi di permanenza alla Dozza”.

La scelta dell’udienza di convalida “fa pensare che non ci sia da parte dell’accusa la sicurezza di avere le carte giuste in mano. Sono stata avvisata stamane un’ora prima. Mi aspettavo una mossa del genere, ma è comunque una cosa gravissima”, ha detto Prosperi ai cronisti all’uscita dall’udienza. Non è tutto: “Ieri avevo chiesto alla pm di poterla incontrare per farle vedere i video ma in risposta ho avuto un diniego. Anche questa è una cosa molto grave”.

 I video – Quattro in tutto, sono stati consegnati stamani al giudice. “Sono evidenti le discrepanze tra quanto mostrano le immagini e le relazioni di servizio”, continua la legale. Nel video di uno degli arresti, si vede l’uomo trascinato da sotto un camion: “non si vede nessuna azione offensiva e invece due Carabinieri hanno parlato di un calcio e di un dito lesionato”. Per l’altro caso non ci sono video, ma foto: “Dicono che ha preso un bidone scagliandolo contro la visiera di un Carabiniere. In realtà lui sostiene che quel bidone lo teneva in testa per difendersi dai colpi”. Entrambi, poi, “sono delegati sindacali Si.Cobas e c’è una precisa norma del Codice penale che vieta l’arresto per i delegati sindacali nel corso di manifestazioni e picchetti”. Peraltro, “si tratta di persone incensurate, e sono profondamente scioccate da questa esperienza”.

(Video diffuso dal portale Infoaut. Altri in coda all’articolo)

Granarolo e i palazzi – Il prefetto fa sapere che c’è la possibilità di riaprire un tavolo sulla vertenza, ma solo a patto che si fermino le violenze. La domanda è retorica, ma verrebbe da chiedersi se non stia parlando della polizia, più che dei manifestanti. “Se invece vogliono lo scontro, noi siamo qui anche per questo: per far rispettare le regole”, rincara.

Ieri Granarolo ha comprato una pagina sui giornali locali per fare appello alle istituzioni “per porre fine a questo stato”, e dai palazzi è giunta una risposta corale, peraltro sempre da esponenti del partito democratico: dalla senatrice Rita Ghedini che presenta un’interrogazione ai ministri di Interni e Giustizia parlando di “troppa violenza, fisica e verbale”, al Sindaco Merola, la consigliera comunale Lama, la presidente della provincia Draghetti e la vice-presidente della Regione Saliera che con dichiarazioni pressoché fotocopia che stanno ben lontane dall’entrare nel merito della vertenza, invocano all’unisono “il rispetto della legalità”.

Dalla parte di Granarolo si schiera senza indugi la Cisl, e la Cgil fa di più, agitando lo spettro dei posti di lavoro messi a rischio nel resto della filiera produttiva dai blocchi dei lavoratori della logistica.

Il picchetto di ieri – Anche quella di ieri è stata una giornata tesa davanti ai cancelli del colosso latteario. “Nel pomeriggio nuove cariche di Polizia e Carabinieri- scrivono i SiCobas- ma i compagni resistono. Gli organi dello Stato sono schierati a difesa degli interessi di Granarolo e Legacoop contro i diritti sacrosanti dei lavoratori”. Alla ripresa dei blocchi, “la Celere presente in grandi forze ha circondato il picchetto dei lavoratori e dei solidali. La tenacia dei facchini – racconta Crash su Facebook – ha fatto sì che, sedendosi a terra, le operazioni di rimozione da parte delle guardie dei padroni fossero rallentate”. In seguito, “gli scioperanti hanno deciso di sciogliere il blocco” e si sono riuniti in assemblea “per fare il punto della situazione e decidere i nuovi passaggi di lotta”. I poliziotti hanno portato via “come bestie” lavoratori e solidali, scrive Hobo. Infine, sul profilo Facebook della campagna “Scarichiamo Granarolo” si legge: “Le ritorsioni di crumiri e Polizia, le contromosse dei dirigenti dell’azienda per fare la faccia pulita non ci toccano, perché i diritti non si toccano”.

> Gli altri video diffusi da Infoaut: