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Fumata nera per la Saeco, e a Gaggio gli operai bloccano i tir

Trattativa fallita ieri a Roma, Philips conferma 243 esuberi e manda allo stabilimento due camion per trasferire la merce: cento lavoratori seduti per terra li fermano. Accoglienza Degna: “Non arrendersi all’arroganza delle multinazionali”.

21 Gennaio 2016 - 09:59

Saeco (repertorio - foto fb Accoglienza Degna)Erano tutti al ministero dello Sviluppo Economico, ieri: i manager della Philips, i delegati dei lavoratori costituiti da venerdì scorso in comitato, funzionari sindacali, gli enti locali. Ma questo affollato tavolo di confronto si è concluso con un nulla di fatto, la multinazionale olandese è ferma sull’intenzione di licenziare 243 persone. La ministra Guidi chiamerà a Roma il presidente del gruppo Van Houten, per poi riconvocare le parti la prossima settimana.

Ancora più grave è però quello che è accaduto a Gaggio: ieri mattina sono arrivati due camion e hanno caricato diversi bancali di macchine espresso per trasferirle altrove. Il timore è che sia il primo atto dello svuotamento della fabbrica, portate via merci e macchinari agli operai resterebbe solo un capannone vuoto da difendere. Già la settimana scorsa dagli uffici e da alcuni laboratori erano spariti pc, monitor e telefoni.

Un centinaio di lavoratori si sono seduti davanti ai tir, impedendo che partissero, e  nonostante il gran freddo la situazione è rimasta immutata per diverse ore. Nel pomeriggio i manifestanti hanno condiviso il pranzo con gli autisti, anch’essi dipendenti Saeco. Solo dopo il tramonto i tir hanno fatto marcia indietro e parcheggiato, ma oggi ci si potrebbe trovare daccapo.

Alcuni giorni fa a Gaggio Montano, dove gli operai sono in presidio ormai da due mesi, erano arrivati anche gli attivisti di Accoglienza Degna: “In questa crisi che da anni scava nella società solitudini profonde ed egoismi – scrivono su Facebook – noi ci sentiamo forti della battaglia che i 243 dipendenti Saeco stanno combattendo in nome di tutti noi e in nome del diritto a un futuro degno. Sappiamo quanto sia importante non arrendersi all’arroganza delle imprese, delle multinazionali, di chi persegue il profitto a ogni costo, perché le vite delle persone accolte nel nostro Domitorio Sociale autogestito sono il frutto di quelle politiche che hanno massacrato i diritti dei lavoratori, lasciandoli senza ammortizzatori e welfare in tempo di crisi”.