Attualità

Francia / Calais, “Martina, Valentina e Ornella libere, liberi tutti”

Dopo la manifestazione al porto per chiedere l’apertura delle frontiere, 35 persone, soprattutto migranti, sono state arrestate. Fino a sei mesi di prigione per chi ha occupato la nave. Rischiano l’espulsione le tre attiviste arrivate dall’Italia.

25 Gennaio 2016 - 18:07
Foto da Calais Migrant Solidarity
Foto da Calais Migrant Solidarity

“Sarebbero almeno 11 i manifestanti – tra i 35 fermati ieri al porto di Calais a cui è stato convalidato l’arresto e che subiranno un processo per direttissima”. Ne dà notizia il portale antagonista Infoaut, riferendo anche che “tra le persone fermate ci sono anche tre ragazze italiane, Martina (una compagna che vive e studia a Parigi), Valentina e Ornella. Di norma il fermo dura un giorno ma, allo scadere delle 24 ore, oggi sono stati rilasciati solamente i cittadini francesi, mentre le tre ragazze italiane sono state trasferite al CRA di Lille (un centro di detenzione amministrativa), dove si trovano tuttora in stato di fermo con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico. Per loro, nonostante siano cittadine comunitarie, si profila il rischio di un’espulsione dalla Francia.

“Tutto questo accade – si legge sempre su Infoaut -grazie alle leggi e ai poteri speciali introdotti con lo stato di emergenza decretato da Hollande dopo gli attentati di Parigi. Le tre ragazze riferiscono di stare bene e entro venerdì avranno l’udienza in cui si deciderà della loro situazione. In quella sede i loro avvocati faranno ricorso contro la richiesta di espulsione; fino a quel momento Martina, Valentina e Ornella rimangono in stato di fermo nel Centro. Martina, Valentina e Ornella libere; liber* tutt*!”.

E’ notizia di oggi pomeriggio, inoltre, che otto persone accusate dell’occupaizone del traghetto al termine del corteo di sabato saranno processate a febbraio. Di loro, sei migranti rimangono in cella, due attivisti europei vengono rilasciati con l’obbligo di partecipare alle udienze.

Da Milano intervengono con un comunicato Cascina Autogestita Torchiera SenzAcqua, Circolo dei Malfattori  e Laboratorio Off Topic: “A partire da oggi Martina, Ornella e Valentina hanno bisogno del supporto di tutte e tutti per la loro immediata liberazione e contro ogni espulsione. Invitiamo attivist* e solidali a sostenere questa pressione con iniziative, striscioni, messaggi all’ambasciata di Francia”. Per sottoscrivere l’appello, gli indirizzi mail sono offtopic a autoproduzioni.net e torchiera a ecn.org.

Il testo ripercorre i fatti del 23 gennaio: “Un corteo di quattromila migranti e attivisti è partito dalla jungle, il campo profughi di Calais, alla volta della città. La protesta antirazzista, per il diritto alla mobilità e contro le condizioni di sovraffollamento di un campo che ospita un numero di persone tre volte superiore alla sua capacità, si è conclusa a ridosso del porto dove centinaia di migranti hanno aperto le recinzioni rincorrendo un sogno: salire sul traghetto Spirit of Britain in cerca di una vita degna. Le forze di polizia, colte di sorpresa dall’adesione alla protesta, hanno risposto con lacrimogeni e idranti prima di sgomberare la nave ed eseguire 35 fermi tra cui 3 attiviste italiane residenti in Francia che, accusate di danneggiamento e di disturbo all’ordine pubblico, rischiano l’espulsione dal loro luogo di vita e di lavoro per effetto dello stato di emergenza vigente. Gli autotrasportatori britannici, in un contesto già esasperato da aggressioni a sfondo razziale con la complicità delle forze dell’ordine, si sono appellati all’invio dell’esercito a “protezione” degli interessi commerciali del porto, quando con i 50 milioni di euro immediatamente stanziati dal governo si sarebbe potuta affrontare l’emergenza che ha prodotto la giusta protesta di donne e uomini in cerca di una vita migliore”.

“Il prolungamento di altri tre mesi dello ‘stato d’urgenza‘ successivo agli attentati di Parigi – proseguono i tre spazi sociali milanesi – dimostra ancora una volta la strumentalità di un dispositivo repressivo utile solo a ipotecare il diritto a manifestare e soffocare le mobilitazioni welcome refugees. L’immagine di un neofascista che affronta il corteo ‘fucile in mano’ fanno il giro del mondo più rapidamente di quelle dell’uomo gravemente ferito dalla polizia ai margini del corteo. La stampa riprende il refrain dell’assedio di uomini i cui diritti si misurano sulla possibilità di spesa e sull’incasellamento nelle categorie di migrante, profugo, rifugiato… Noi non dimentichiamo che negli ultimi sei mesi oltre 15 migranti hanno perso la vita cercando di attraversare la Manica, mentre alle merci bastano 30 minuti per varcare la lingua di mare ed approdare in Gran Bretagna”.