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Fiera, contestati in Regione Poletti e Bonaccini

Dopo il blitz a un convegno in viale Aldo Moro, ministro e governatore incontrano i sindacati, ma la vertenza non si sblocca. Usb: “Fumata nera, vogliono fiaccare i lavoratori”. Sgb: “Confronto sereno solo con ritiro procedura”.

01 Luglio 2016 - 17:15

Protesta lavoratori Fiera - © Michele LapiniNon si è fatta attendere stamane l’annunciata contestazione, a un incontro in Regione, del presidente Bonaccini e del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Mentre i dipendenti srotolavano lo striscione “Poletti, Boni e Bonaccini assassini dei lavoratori della Fiera” e non risparmiavano fischi, fischietti e grida (“vergogna, ladri, il lavoro non si tocca”), una delegazione di esponenti sindacali ha ottenuto di incontrare ministro e governatore.

Non è servito a granché: “Vogliono fiaccare i lavoratori costringendoli ad accettare la precarizzazione del loro lavoro”, commenta al termine il rappresentante del sindacato Usb, che su facebook sintetizza: “Fumata nera. Disponibilità ad aprire tavoli sul piano industriale ma nulla sul ritiro dei licenziamenti”. Sgb, in una nota diffusa nel pomeriggio, mette in chiaro che “l’unica maniera di avviare un confronto sereno sul futuro della fiera è quello di ritirare immediatamente la procedura di licenziamento e di discutere di un piano industriale che la fiera non ha ancora presentato, ma su questo non c’è stata alcuna apertura. Se ne riparlerà mercoledì in un tavolo istituzionale convocato dal sindaco Merola con tutti gli attori di questa vicenda. Inquietante il silenzio del ministro di fronte ai lavoratori che, proprio a causa delle scelte politiche del suo governo rischiano oggi di rimanere a casa”.

Più tardi arriva in redazione anche la nota di Usb: “Nulla di nuovo allo stato attuale, nessun ritiro dei licenziamenti. A mezzo stampa si sprecano rassicurazioni da parte dei vari soggetti in campo, mentre l’affanno dei sindacati è tutto proteso a ‘pretendere’ un ruolo nella gestione di questi esuberi, determinati da un Piano Industriale che non è mai stato reso pubblico, a fronte dello stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione e di crediti per quasi una decina di milioni non contabilizzati, a lasciare scoperto quel famoso buco di bilancio aziendale di 8,9 milioni. Finanza creativa, dunque, esperimenti di marketing d’assalto, nel triangolo tra viale Aldo Moro, Via Michelino e Palazzo D’Accursio. La novità invece c’è, secondo Usb, e riguarda la modalità inaugurata proprio sulla vicenda di BolognaFiere di intendere le relazioni industriali del nuovo millennio. Per prima cosa si aspetta che le elezioni siano concluse per non mettere a rischio gli equilibri; poi, avvalendosi di fidi esecutori (Boni) si prepara l’opinione pubblica all’evidenza di un bilancio disastroso (nei modi in cui dicevamo prima), nel frattempo si tranquillizzano i lavoratori che non saranno loro a farne le spese. Quindi, come una granata stordente, arrivano i licenziamenti; allo sbigottimento iniziale dei lavoratori subentra la rabbia, che viene gestita con la solidarietà di facciata e la promessa di ‘un tavolo di gestione’ da parte dei soci pubblici, coloro che dovrebbero garantire la solidità del tessuto sociale e industriale di comune e regione. Capiamo che il piano nazionale del Pd sia quello, in esatta continuità con le direttive europee, di dismettere tutto quanto sia rimasto di pubblico o di semipubblico, che il mercato pretende il suo sacrificio di sangue fatto sulla precarizzazione dei lavoratori, ma francamente troviamo la manovra messa in atto per ‘accompagnare’ quella che si chiama esternalizzazione (attenzione alle varie dichiarazioni quali ‘ripensare il modello’ o ‘creare le condizioni per gli investimenti’) sia abbastanza triste e di pessima rappresentazione teatrale. L’appello che Usb manda alle lavoratrici ed ai lavoratori della Fiera è quello di tenere alta l’attenzione e la rabbia, nulla dovrà passare sulle loro teste, tantomeno la ‘gestione’ della trattativa che, in quanto tale, limiterà i danni, ma non eviterà la svendita di diritti, di salario, di buona occupazione”.

Prossimo ’round’ mercoledì prossimo a Palazzo Malvezzi, sede della Città metropolitana, al primo tavolo ‘ufficiale’ sulla vertenza.