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Ex Mazzoni, il Comune tace e il Quartiere tira dritto

Ieri partecipata assemblea del comitato alla Lunetta Gamberini, verso una mobilitazione cittadina unitaria delle lotte ambientali a settembre: “Questa battaglia è possibile vincerla se saremo uniti e determinati!”.

11 Luglio 2020 - 16:10

“Siamo in tanti a lottare contro la colata di cemento”. Lo scrive il Comitato ex caserma Mazzoni Bene Comune all’indomani di un’assemblea pubblica tenutasi alla Lunetta Gamberini, 18 giorni dopo la passeggiata popolare “dove in tanti abbiamo espresso la radicale contrarietà alla colata di cemento che Cassa Depositi e Prestiti, con la complicità del Comune di Bologna, vorrebbe realizzare. A seguito della manifestazione abbiamo chiesto un incontro all’Assessora all’Urbanistica e Vicesindaca Valentina Orioli e al Sindaco Virginio Merola, senza ricevere al momento alcuna risposta, mentre sono continuati gli incontri tra tra l’amministrazione e coloro che chiedono alcune (per noi insufficienti) mitigazioni al progetto e la maggioranza del Quartiere Santo Stefano. In sostanza l’Assessora aveva annunciato pubblicamente di voler discutere con i cittadini e invece se la stanno suonando e cantando tra di loro! Del resto proprio ieri sera abbiamo ben capito quali sono le posizioni in campo: nella seduta del Consiglio del Quartiere Santo Stefano la maggioranza ha bocciato un ordine del giorno (2 favorevoli, 4 astenuti e 5 contrari) presentato dal Consigliere di Coalizione Civica Detjon Begaj che chiedeva la sospensione dell’iter del progetto per poter aprire in autunno un percorso partecipato sul futuro dell’ex caserma Mazzoni coinvolgendo i cittadini. Il messaggio sembra chiaro: è vietato essere coinvolti sulle decisioni che sconvolgeranno la nostra vita e il nostro territorio.. non possiamo mica perdere l’opportunità di una gigantesca operazione di speculazione edilizia!”.

Prosegue il comitato: “Durante la seduta il Quartiere ha anche espresso parere favorevole al nuovo Piano Urbanistico Generale del Comune di Bologna (che al proprio interno ingloba il POC del 2016 senza minimamente rettificarne le previsioni, cioè “l’arma del delitto” sulla Mazzoni) e ha presentato un ordine del giorno che certo ribadisce all’amministrazione la richiesta di alcune opere di mitigazione al progetto ma senza prevedere, appunto, l’apertura di una discussione democratica o comunque una critica alla logica che sta alla base del progetto stesso. I nodi vengono al pettine: o si sta con un modello di sviluppo insostenibile fatto di speculazione edilizia, le colate di cemento, il consumo di suolo centri commerciali, il taglio di centinaia di alberi oppure si fanno scelte che mettono al centro la vita delle persone che hanno bisogno di di aree verdi, servizi pubblici, una minore densità abitativa e meno traffico. Noi crediamo che sia giunto il tempo di fare scelte coraggiose e davvero in discontinuità con la politica del mattone, dell’inquinamento, della deforestazione. Non bastano i proclami o le iniziative simboliche buone solo per acchiappare like sui social network! Non si può con una mano annunciare in pompa magna la riconversione ecologica del territorio e con l’altra devastarlo! Ma non temete: sappiamo che questa battaglia per un’altra idea di città è solamente appena cominciata e nell’assemblea di domani, assieme a tante altre realtà cittadine che condividono le nostre idee, dimostreremo ancora una volta che saremo molti a mettersi in gioco nei prossimi mesi..perché questa battaglia è possibile vincerla se saremo tanti, uniti e determinati!”.

Il prossimo appuntamento in calendario è i 12 settembre per una nuova assemblea cittadina “delle lotte ambientali bolognesi verso la costruzione di una grande mobilitazione unitaria. Basta cemento! Basta speculazione!”.

(foto di Gianluca Rizzello)