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Ex Dima, dieci decreti di espulsione

Cispm: “Team di avvocati già al lavoro”. Ora gli sgomberati ospitati in altre affollate occupazioni o per strada, ma “combatteremo fino alla fine”. Intanto Adl e Asia ottengono udienza conoscitiva in Regione.

26 Maggio 2015 - 18:24

Sgombero ex Dima (© Michele Lapini)“Questa porta del Comune chiusa parla da sola”. E’ la sintesi degli ex occupanti del Dima di via Emilia Levante, che avevano convocato una conferenza stampa nel cortile di Palazzo d’Accursio, ma l’hanno trovato sbarrato e blindato. Vogliono sapere cosa pensa di fare l’amministrazione per l’emergenza abitativa che vive la città, “ma per ora abbiamo visto solo la violenza dello sgombero“.

Sgombero che ha aperto anche un nuovo capitolo, quello di “10 decreti di espulsione notificati ieri a chi tra gli occupanti non ha la residenza. Ora il nostro primo obiettivo è fare in modo che questi decreti vengano sospesi: un team di avvocati è già al lavoro”.

Ora alcuni degli sgomberati sono tornati a dormire in altri (sovraffollati) spazi occupati altri vivono in macchina o per strada. “Noi combatteremo fino alla fine – dice una delle occupanti – se perdi il lavoro, perdi la casa, perdi tutto. Siamo persone come voi, ma ci trattano come bestie”. Le soluzioni, invece, ci sarebbero: basterebbe guardare all’esperienza delle ex Merlani, dove avevano trovato alloggio 55 richiedenti asilo: “Trentatre di loro oggi sono diventate autonome. Stiamo continuando con percorsi di formazione, di aiuto nel lavoro. Insomma, ci siamo sostituiti all’amministrazione e abbiamo provato a colmare le sue lacune. Ma questo è il risultato e, vista l’aria che tira, abbiamo paura che sgombereranno ancora”.

Intanto, come annunciato, in mattinata hanno manifestanto in Regione i sindacati di base Adl Cobas e Asia Usb, protestando contro il criterio di residenza nelle graduatorie Erp: “E’ una norma che stravolge i criteri di assegnazione delle case popolari in un’ottica di chiusura ed emarginazione – affermano Cobas e Asia – sono contenuti inaccettabili, non siamo disposti a fare passi indietro”. Una delegazione di Adl e Asia è stata ricevuta dalla presidente dell’Assemblea Legislativa, successivamente hanno strappato la promessa di un’udienza conoscitiva in commissione, prima della votazione della delibera che probabilmente slitterà ai prossimi giorni.