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Europa / Migranti, chiusa la rotta balcanica: in migliaia in balìa dei confini

Bloccati i confini di Croazia, Slovenia, e Serbia, anche la Macedonia ha smesso di accettare i migranti dalla Grecia. Ungheria verso la costruzione di un nuovo muro, Ankara contratta le vite in cambio dell’ingresso in Ue.

10 Marzo 2016 - 14:20

(da Radio Onda d’Urto)

Cinque persone, tra cui un neonato di 3 mesi, sono annegate la scorsa notte nel mar Egeo mentre cercavano di raggiungere le coste dell’isola di Lesbo (Grecia) dalla Turchia. 9 i migranti, afghani e iraniani, tratti in salvo.

Nel frattempo Slovenia, Croazia e Serbia continuano a bloccare la frontiera per restaurare la normativa Schengen, il che suppone la chiusura effettiva della rotta dei Balcani per i rifugiati. In risposta anche la Macedonia ha chiuso i suoi confini per i migranti, e non si accettano più profughi nel centro di Gevgelija.

Di fatto, al momento, la cosiddetta rotta dei Balcani è chiusa. Intrappolati, nei vari confini, ci sono migliaia di migranti, a seguito dell’accordo di massima Ue-Turchia abbozzato a Bruxelles, in base al quale Ankara ha ripreso ieri, mercoledì 9 marzo, 300 migranti, che avevano raggiunto la Grecia attraverso il proprio territorio.

L’estremità sud della Fortezza Europa, l’estremo nord – se la si guarda con gli occhi dei migranti – è quindi ancora Idomeni, in Grecia, dove in 12mila resistono nonostante freddo e pioggia, anche se molti migranti hanno ripreso (volontariamente, o più spesso forzati) la via dei bus, verso Atene da un lato e Salonicco dall’altro. A est invece il muro è quello dell’Ungheria che ha spedito 1.500 soldati in più al confine proclamando lo stato di crisi. Budapest sta poi preparandosi a murare il confine con la Romania.

Muri, per chi arriva da sud, sono quindi spuntati a nord e a est. In mancanza di soluzioni alternative, i media mainstream sono già pronti al prossimo allarme: il flusso dei migranti potrebbe virare verso ovest, in direzione dell’Albania e quindi della Puglia.

Anche se il governo italiano al momento ritiene di non avere segnali specifici al riguardo, il premier Renzi ha inviato a Tirana il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei Sandro Gozi, per approntare insieme all’esecutivo albanese un piano di emergenza per fronteggiare l’eventualità di partenze di massa. In particolare l’Italia ammetterà l’Albania ai pattugliamenti in mare nell’ambito dell’operazione Triton e fornirà al Paese ulteriori mezzi per controllare le frontiere, sia sulle montagne dell’Epiro che in mare. Possibili anche fondi per la costruzione di eventuali hotspot, vale a dire centri di detenzione per migranti, prima che tocchino terra in Salento.