Editoriale

Editoriale / Semplici appunti sulla giornata di ieri

Di idranti e cortei che non si sono fatti disperdere, di antifascisti non istituzionali “uguali ai fascisti” e di “boia chi molla” in p.Galvani [video]. La partecipata e determinata mobilitazione contro Fn ha tanto da dire.

17 Febbraio 2018 - 15:16

Quello che è successo ieri lo abbiamo raccontato e documentato per tutta la giornata. In estrema sintesi, da mattina a sera gli antifascisti di Bologna hanno dato un gran filo da torcere a chi pensava che un comizio dei neofascisti di Forza nuova, per altro a pochi giorni dai fatti di Macerata, potesse normalmente svolgersi nel pieno centro città. Oggi, a caldo, proponiamo alcuni brevi appunti.

(l’articolo prosegue dopo la foto)

 

Appunto 1 – Ieri è stata una grande giornata di lotta antifascista.

Appunto 2 – Contro gli antifascisti la Questura ha messo in campo: reti metalliche, elicottero, idranti, lacrimogenti, blindati, centinaia di agenti, cariche molto dure. Gli idranti, dicono i compagni più esperti, non si erano visti in azione a Bologna da qualche decennio a questa parte. Neanche nel 1977. Tutto questo mica per tutelare “i grandi della Terra”. No, tutto questo per far parlare davanti a quattro fascisti Roberto Fiore. Ro-ber-to-fio-re. No, davvero: Ro-ber-to-fio-re.

Appunto 3 – Nonostante tanti sforzi, ieri mattina gli antifascisti hanno fatto 1-0 occupando piazza Galvani, mentre in Questura e Prefettura erano tutti concentrati a preparare i piani di battaglia per la sera. Brucia, eh?

Appunto 4 – Sì, bruciava, perchè poco dopo una tranquilla piazza antifascista è stata caricata a freddo. Ma non dispersa. Il bruciore quindi dev’essere aumentato, visto che la polizia ha caricato senza motivo di nuovo in via Farini (già che c’erano, picchiando anche una giornalista che stava riprendendo le cariche).

Appunto 5 – Come già dicevamo, contro il corteo serale la Questura ha inaugurato l’uso degli idranti. In altri contesti li abbiamo visti usare per tenere a distanza e tentare di disperdere i manifestanti. Ma usare gli idranti e un secondo dopo far partire una profonda carica, è solo un’inutile prova di forza. Avete scartato il giocattolino nuovo? Contenti voi. Di cortei sotto la pioggia se ne fanno di continuo, ci si asciuga anche se a bagnare sono gli idranti. Peccato per lo spreco d’acqua.

Appunto 6 – A inizio giornata, gli antifascisti hanno anche protestato durante il Consiglio comunale esponendo uno striscione. Ogni tanto lo fa pure la Cisl, per dire. Stavolta, però, i vigili urbani sono rapidamente intervenuti per strappare di forza lo striscione ai manifestanti. I quali hanno cercato di non farselo sottrarre, tirando dalla loro parte. Ci sono i video. A fine giornata, il Comune ha fatto sapere che due vigili hanno riportato svariati giorni di prognosi e il sindaco Merola ha detto che gli agenti sono stati “aggrediti”. Eh?

Appunto 7 – A cominciare proprio dall’episodio del Consiglio comunale, qualche esponente del Pd si è affrettato a ripescare un grande classico che non va mai fuori moda: gli antifascisti non istituzionali “sono fascisti come i fascisti”. Alè. E’ lo stesso Pd che ultimamente si è accorto del pericolo fascismo e “si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”, direbbe Faber. Ma proprio non ci arrivano. Continuando a dire che l’antifascismo (non a chiacchiere) e il fascismo sono la stessa cosa, si fa un gran favore al fascismo. Perchè lo si svuota di significato storico, lo si banalizza anche rispetto alle sue attuali forme, lo si equipara tout court ai “metodi violenti” (pro memoria: stiamo sempre parlando di uno striscione, eh) quando invece è molto di più e molto di peggio. E poi, su, che il servizio d’ordine del Pci che tanto vi piaceva non ci andava tanto per il sottile…

Appunto 8 – Durante la protesta in aula, alcune consigliere comunali di maggioranza hanno cominciato a cantare “Bella ciao” per rispondere ai contestatori. Tranquille: di fronte a uno striscione le partigiane e i partigiani non si sarebbero agitate/i più di tanto. Avevano altro da fare.

Appunto 9 – C’è un dato di fatto con cui i “sinceri democratici” dovrebbero fare un minimo i conti. E’ forse il dato più semplice da vedere di tutta la giornata. Al presidio convocato dall’Anpi in piazza Nettuno a cui aderivano le principali organizzazioni cittadine (Pd, Cgil, Cisl, Uil e via così) c’erano molte meno persone di quante hanno partecipato al corteo radicale di centri sociali, collettivi e altre associazioni. E va detto che c’è anche chi da piazza Nettuno (anche a presidio ancora in corso) si è spostato in piazza Maggiore. Da questo non si scappa.

Appunto 10 – La stampa ha dato conto del fatto che il Comune aveva proposto di spostare il comizio di Forza nuova in un contesto più periferico. Fiore ha invece parlato in piazza Galvani perchè la Questura non ha accettato. Possiamo anche dare atto al Comune di averci provato. Bene, ma allora tanto vale dirsi serenamente che a Bologna questa amministrazione comunale conta quanto il due di coppe quando a briscola comandano bastoni (o manganelli, se preferite).

Appunto 11 – Ieri sera, l’home page di Repubblica Bologna per un po’ di tempo (vedi foto in questa pagina) ha titolato “La politica carica i centri sociali”. Niente da aggiungere.

(l’articolo prosegue dopo la foto)

Appunto 12 – L’amministrazione aveva dichiarato che “non saranno tollerati gesti di stampo fascista” da parte di Forza nuova. Sarà, ma intanto (come documenta anche il video che pubblichiamo in questa pagina) gli slogan “Boia chi molla” in piazza Galvani si sono sprecati. E non sono mancati i saluti romani. Anzi, nel momento in cui la polizia ha azionato gli idranti contro gli antifascisti, ai militanti di Forza nuova è stata data la possibilità di avvicinarsi alle grate metalliche e stendere il braccio anche lì. Tutto normale?

(l’articolo prosegue dopo il video)

Appunto 13 – Incredibile ma vero: quelli di Forza nuova hanno avuto perfino il coraggio di cantare “Dove sono gli antifascisti?”. Ah, è semplice: riempivano le strade di Bologna costringendo i coraggiosi camerati ad applaudirsi l’uno con l’altro in una piazza deserta, circondati e difesi da grate metalliche e forze dell’ordine. Ecco dove erano gli antifascisti. E dove saranno, anche la prossima volta.