Editoriale

Editoriale / Antifascismo, tagliatelle e alcune buone notizie

Appunti sulla manifestazione contro Visco e Forza nuova. Con buona pace dei tromboni, una piazza viva e promettente sfida idealmente quella “contro le violenze” proposta da Merola (che, quasi quasi, varebbe la pena vedere).

25 Ottobre 2014 - 12:01

“E nessuno pensi di venire ad insegnare a noi cos’è l’antifascismo”. Una frase che – virgola più, virgola meno – ha accompagnato le stentoree dichiarazioni di tanti tra coloro i quali, a partire da sabato sera, hanno soffiato nei loro tromboni per condannare la manifestazione contro Bankitalia e Forza nuova. Sembra di vederli. Politici, sindacalisti, manager, editorialisti. Tutti felici di guadagnarsi la pagnotta di giornata con due frasi fatte su violenza e non violenza, legalità e democrazia. Poi, metti che qualcuno (per assurdo, eh) si ricordi che c’era Forza nuova in piazza, ecco la frase che dovrebbe chiudere ogni discorso, prevenire ogni replica, dissuadere l’obiettore più tenace. Petto gonfio, parole scandite, sguardo accigliato. Nei casi più gravi di immedesimazione, anche un composto applauso (registrato). “E nessuno pensi di venire ad insegnare a noi cos’è l’antifascismo”. Tutti Arditi del popolo o Gappisti, a dispetto dell’età e magari anche della provenienza politica? No, più semplicemente tutti “sinceri democratici” che lo sanno bene, cos’è l’antifascismo, perchè il 25 aprile si scomodano per andare a deporre una corona di fiori ascoltando un paio di solenni discorsi, canticchiando a mezza bocca ‘Bella ciao’ e – sempre nei casi più gravi di immedesimazione – magari riuscendo pure a commuoversi. Ma in tempo per tornare a casa a mezzogiorno, che se la tagliatella si fredda è un peccato.

Spiace per l’Anpi, che ha criticato pesantemente la manifestazione di sabato, perchè al suo interno c’è anche chi di antifascismo può davvero parlarne a ragion veduta. Ma siamo abituati, ormai, a constatare che anche da quelle parti si finisce spesso per accodarsi alle voci più scontate nel dibattito che puntualmente accompagna cortei come quello in questione. Quanto meno, l’Anpi ha espresso “dissenso rispetto alla concessione di luoghi pubblici a gruppi che si richiamano dichiaratamente al fascismo”. Dettaglio che l’allegra brigata di politici, sindacalisti. manager ed editorialisti tralascia. “Massì, mica siamo ancora negli anni Settanta”. Cioè? Per la cronaca: i compari di Fiore, ma il discorso vale anche per le altre sigle neofasciste, non è che sono gli stessi del Msi ma con quarant’anni in più, nostalgici e innocui. E no. Questi pestano, accoltellano, appiccano incendi. Questi vanno in piazza con la Lega e partecipano attivamente alla ridefinizione della scena politica italiana.

Eppure, i “sinceri democratici” non paiono affatto disturbati dall’ennesima parata di croci celtiche e braccia tese nel centro di Bologna. Se i tromboni di cui sopra avessero problematizzato questo aspetto anche solo per una decima parte della foga applicata contro centri sociali e collettivi, sarebbe già un risultato. E invece, niente. Resta, scolpita nel pongo, la solita dichiarazione del sindaco Merola: “Forza nuova a Bologna non ha cittadinanza”. E cioè? “Ah boh, non è che posso sapere tutto io”. La risposta è immaginaria, ma di certo l’amministrazione non si è fatta in quattro per impedire o quanto meno marginalizzare la presenza di Forza nuova. Sarà vero che non spetta al sindaco concedere e vietare le piazze, ma politicamente e pubblicamente un sindaco potrebbe fare di più.

A proposito di Merola: dov’era il sindaco nello stesso giorno della manifestazione contro Forza nuova? Ad un convegno sulla Resistenza organizzato dall’Anpi, a Palazzo D’Accursio tra l’altro, dal titolo “La lotta armata”. Ma cos’è? Un horror? Una commedia? Entrambe le cose?

15572201385_e58f4a2cb7_zMeglio non pensarci. Meglio pensare a ciò che ci consegna la manifestazione di sabato. Una manifestazione partecipata, più partecipata del precedente corteo contro le “Sentinelle” nonostante la criminalizzazione che l’aveva seguita. Una manifestazione che ha saputo tenere insieme la giusta rabbia verso l’austerity e una decisa opposizione al rigurgito autoritario, razzista e xenofobo che (si chiami Mos Maiorum o Forza nuova) trova spazio nelle pieghe della crisi. Una manifestazione viva, che non si è scomposta nè di fronte alle cariche della Polizia nè per le pratiche adottate in piazza. Buone notizie, insomma. Quella stessa giornata, però, ci parla anche di un antifascista condannato a otto mesi di arresti domiciliari, la promessa di ulteriori vendette giudiziarie e l’affacciarsi di nuove modalità repressive. Notizie decisamente meno buone, di cui bisognerà necessariamente tenere conto.

Fin qua, le cose serie. Poi ci sono quelle con venature folcloristiche. Tipo il consigliere comunale di Sel che ha votato con la Lega e con gli ex An: larghissime intese. Oppure il suo collega di Fi che, a proposito di legalità e non violenza, nel corso di un Consiglio comunale ha minacciato di “farla pagare” ad uno degli antifascisti il cui nome era finito sui giornali. Senza dimenticare l’ordine del giorno, approvato sempre a Palazzo D’Accursio, teso a mettere in discussione le convenzioni dei centri sociali che hanno preso parte agli scontri di sabato (evocando un “salto di qualità che, per altro, è facilmente smentito dalla storia anche recente dei movimenti sociali di questa città). Ma dite davvero? Seriamente pensate di “ammorbidire” con certi ricatti chi – questa e tante altre volte in precedenza – ha deciso di scendere in piazza contro gli energumeni di Forza nuova, di resistere alle cariche della Polizia, di rischiare imputazioni e di fare tutto questo parlando pubblicamente alla città? Starà a centri sociali, collettivi, sindacati conflittuali e singolarità trovare il giusto modo di rispondere all’ennesimo attacco frontale, trasformandolo in accumulazione di nuova energia. Partendo proprio dalla piazza palpitante di sabato.

Per finire, la ciliegina sulla torta di fango impastata da Comune e compagnia cantante: la proposta di una manifestazione “contro le violenze”, avanzata da Merola in persona. Viene quasi voglia di sperare che la si organizzi davvero. Il Pd che sfrutta il lavoro nero a braccetto con la Cgil dai “rigurgiti sessisti”, gli omofobi di Ncd insieme ai razzisti della Lega e via così. Davvero, quasi quasi di uno spettacolo così ne varrebbe la pena. E poi chissà, magari arriva anche Forza nuova.