Acabnews Bologna

E per la nona volta l’ufficiale giudiziario se ne va [comunicati]

Ennesimo rinvio dello sfratto grazie al picchetto di Social Log e Inquilini resistenti. Inizia tra poco la fiaccolata da via Agucchi, per “ringraziare i residenti” per l’appoggio alla resistenza dell’ex-Poste. Nuovi attestati di solidarietà.

09 Dicembre 2015 - 16:05

Sfratto rinviato per Abdelkader! Gli occupanti di oggi sono gli sfrattati di ieri!

(foto fb Social Log)Oggi abbiamo rinviato lo sfratto ad Abdelkader, padre di tre figli, fino al 28 febbraio. Le agenzie di stampa e i quotidiani hanno raccontato in due anni solo due volte della nostra lotta quotidiana e giornaliera, eppure Social Log oltre alle occupazioni abitative quasi tutti i giorni lavorativi resiste agli sfratti insieme alle persone che chiedono aiuto e si autorganizzano nel Comitato Inquilini Resistenti. Dei 1500 sfratti dell’anno almeno un terzo si sono rivolti a noi e hanno trovato la solidarietà della nostra comunità meticcia che all’alba esce dalle case occupate, dal Galaxy, e dalle dimore dei solidali e degli attivisti per raggiungere la casa di chi aspetta l’ufficiale giudiziario e la polizia pronti a sfrattarlo e a sgomberarlo. Spesso le famiglie hanno chiesto soccorso agli assistenti sociali del territorio che non hanno fornito alcuna soluzione, d’altronde anche a Bologna una famiglia monoreddito con tre figli a carico non è ritenuta povera al punto da poter godere di qualche saltuaria briciola che i servizi sociali possono dispensare. E allora c’è bisogno di resistere per poter godere di un diritto umano inalienabile come quello di avere un tetto sopra la testa per sé e i propri cari, siano figli, o la propria compagna o compagno di vita. Oggi ancora una volta abbiamo resistito al nono accesso dell’ufficiale giudiziario e nono tentativo di sfratto per Abdelkader dipendente di una cooperativa che distribuisce “Metro” per le vie della nostra città. Cosa succederà ad Abdelkader il 28 febbraio? Lui vive con la sua famiglia in una casa di transizione e non riesce ad accedere alla casa popolare, pur avendo un punteggio altissimo, a causa delle morosità pregresse. Quali soluzioni si propongono? Per quanto ci riguarda saremo al suo fianco e anche la prossima volta resisteremo allo sfratto tentando con ogni mezzo di garantire ad Abdelkader il diritto alla casa! Invitiamo quindi la città a solidarizzare e a conoscere la realtà di resistenza agli sfratti da cui tutte le persone che stanno occupando l’ex-Poste, via Mario de Maria, e via di Mura di Porta Galliera provengono. Gli occupanti di oggi sono gli sfrattati di ieri!

Rilanciamo l’appuntamento alla piccola fiaccolata di quartiere di oggi pomeriggio alle 17h che partirà dallo spiazzale delle ex-Poste in via Agucchi e facendo eco all’assemblea cittadina di ieri pomeriggio diamo appuntamento il 19 dicembre per un grande corteo cittadino che riporterà con forza le istanze della lotta per la casa in centro città: moratoria degli sfratti, fine degli sgomberi delle occupazioni abitative e abolizione dell’articolo 5.

Mai più senza casa!

Comitato Inquilini Resistenti con Social Log

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Ex-Poste occupata: oggi pomeriggio alle 17h la piccola fiaccolata della lotta per la casa!

Questo pomeriggio diamo appuntamento a tutti e tutte in via Agucchi 173 allo stabile occupato Ex-Poste dove decine e decine di uomini e donne resistono sul tetto da tre giorni e molti altri solidarizzano nello spiazzale del grande edificio abbandonato da più di 20 anni. Alle 17h ci muoveremo per una passeggiata illuminata dalle fiaccole per accendere nel quartiere di periferia la luce del diritto all’abitare e della lotta per la casa. Sarà l’occasione per ringraziare i residenti per la straordinaria solidarietà che stanno dedicando alla resistenza dell’ex-Poste rifornendo il presidio sul tetto e in strada di coperte, viveri e beni di prima necessità. L’iniziativa di oggi pomeriggio è parte del lungo e duro percorso della lotta per il diritto alla casa che in questi giorni ha lanciato a Bologna la campagna “apriamo le porte per il diritto all’abitare, costruiamo insieme il giubileo della casa” che nel contesto che si è creato a seguito dell’occupazione delle ex-Poste con il tentativo di sgombero che prosegue rilancia con forza l’urgenza di demilitarizzare l’occupazione e che si apra uno spazio ad una soluzione positiva. Le altre rivendicazioni riguardano l’urgenza di una moratoria degli sfratti, la fine degli sgomberi delle occupazioni abitative e l’abolizione dell’articolo 5 del Piano Casa.

Oggi pomeriggio quindi la luce della lotta per la casa accenderà con una piccola fiaccolata l’estrema periferia di Bologna che vive non pochi disagi così come ci hanno raccontato i residenti e su cui come Social Log non possiamo tacere, mettendoci a servizio delle istanze del territorio in cui abitiamo.

Mai più senza casa!

Stringiamoci intorno alla resistenza di ex-Poste!

Social Log

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> Precedenti attestati di solidarietà: qui

Gli amministratori di questa città producono ingiustizia sociale.
Usb al finaco deli occupanti di via Agucchi 173.

Solo qualche giorno fa le lavoratrici e i lavoratori del sociale si chiedevano, in un dibattito pubblico, nel merito dello sgombero dell’ex Telecom, se le/i nostre/i amministratrici/tori e datrici/tori di lavoro fossero coscienti dell’ingiustizia sociale che contribuiscono a riprodurre sottraendosi alle proprie responsabilità mentre ipocritamente parlano di “cittadinanza attiva”, “welfare di comunità”  e sussidiarietà.

Oggi 9 dicembre alla luce della nuova occupazione in via Agucchi 173 di 70 famiglie e  il conseguente tentativo di sgombero ancora in corso,  come USB ci sentiamo di dire con certezza che le/i nostre/i amministratrici/tori sono coscienti dell’ingiustizia sociale che producono, fanno scelte ben precise, delegando alle forze dell’ordine la risposta ai bisogni sempre più crescenti dei cittadini.

Ci sentiamo di dire che i nostri amministratori invece di lavorare per soluzioni reali e permanenti dei bisogni, fanno una scelta strutturale, quella del mantenimento delle emergenze per poi poterle governare  appaltando ai privati la gestione dei bisogni stessi;  l’ex Galaxy ne è un esempio per noi lampante.

Attraverso questo meccanismo fanno in modo che le risorse economiche vengano redistribuite non al cittadino riconoscendogli un’autonomia di gestione della propria vita e quindi una dignità, ma a quella cerchia di privati che del welfare ne fa un business,  sfruttando i lavoratori,  come cooperative o associazioni di volontariato.

Questo l’impianto  sul welfare che la politica, non solo di questa città, vuole consolidare a cui USB si oppone:

1 – rendere i servizi pubblici sempre meno efficaci ed efficienti dando meno risorse economiche ed umane, tale da rendere impossibile ai lavoratori nei servizi di compiere qualsiasi azione risolutiva per la gente che ne ha bisogno, di questo ne sono un esempio emblematico gli sportelli sociali smantellati metodicamente dal Comune.
2- Fare appello ai privati affinché intervengano in aiuto alla ‘povera gente’ e si facciano carico di parte del welfare che il pubblico non può più sostenere (la teoria del welfare circolare di Zamagni pubblicata ieri sulle pagine di repubblica) che tra l’altro riporta il welfare non ad un diritto ma ad un’azione benevola e caritatevole.
3 – creare e mantenere l’emergenze, siano esse abitative, che riguardino i rifugiati o i campi rom , per alimentare il mercato privato dei servizi finanziati dal pubblico.

USB quindi, esprimendo il suo pieno appoggio e solidarietà alle famiglie che tutt’ora stanno resistendo sui tetti di via Agucchi 173 vuole ribadire che attraverso la campagna per la difesa del welfare e della democrazia, continuerà a battersi  affinché  i servizi siano pubblici e finanziati con risorse adeguate;
rivendica per i lavoratori  condizioni che gli permettano di svolgere il proprio lavoro, riconoscendo loro dignità e valore sociale anche attraverso adeguati salari che devono essere uguali per mansione, senza differenza tra lavoratore pubblico e appaltato; USB si organizzerà e lotterà sempre con tutti coloro che rivendicano maggiori diritti e per una vita dignitosa!

Usb

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Bologna kaputt!

Comunicato di ROSS@ Bologna, sull’occupazione all’ex-Poste di via Agucchi a Bologna, la repressione poliziesca e la resistenza degli occupanti in queste ore

Mentre gli occupanti resistono, sul tetto e nel cortile antistante  lo stabile ex Poste di Via Agucchi, incuranti del freddo e delle notti che scendono ancora più gelide, perché consapevoli che solo la loro resistenza e la solidarietà della Bologna dal volto umano gli potranno permettere di avere una casa degna di questo nome, il sindaco e l’assessore al Welfare di questo comune ormai senza anima rilasciano dichiarazioni in perfetto stile lepenista.

L’emergenza abitativa, che in questa città riguarda centinaia di persone che un tetto non ce l’hanno, riceve come risposta il manganello di un questore spietato su ordine di un procuratore assetato di vendetta e l’odio di classe di un ceto politico complice di costruttori, cementificatori e speculatori. Sono costoro che  mantengono decine di migliaia di appartamenti e spazi -utilizzabili a fini abitativi e culturali- sfitti e inutilizzati. Garantiti in questo dalla copertura di istituzioni pubbliche asservite e da un sistema informativo, quasi tutto, finanziato e governato dal potere economico.

Questo è il tempo –per parafrasare il titolo di un libro scomodo- della “Bologna Kaputt”. È il tempo in cui mentre le famiglie si auto-organizzano per offrire riparo, calore e umanità ai loro figli, chi dovrebbe garantirne –per dovere istituzionale- il benessere, l’accoglienza e la sicurezza, li accusa di strumentalizzare i loro bambini: quegli stessi bambini che le istituzioni pubbliche, il sindaco e i suoi assessori ignorano, esattamente come ignorano i loro genitori e i loro amici, se restano silenziosi e non disturbanol’ordine del mercato abitativo.

Però questo è anche il tempo in cui la Bologna della solidarietà si stringe, con forza e determinazione ancora maggiori, attorno a chi lotta per un bisogno, per un diritto fondamentale, come è quello ad abitare una casa e a non esserne cacciato.

È il tempo in cui le forze sane, le energie migliori di questa terra, sgomberano le macerie della “Bologna Kaputt”, sconfiggono la logica deglispeculatori, cacciano i loro ragionieri –compresi quelli chiamati Merola e Frascaroli- e continuano a ricostruire, lotta dopo lotta, occupazione dopo occupazione, la città meticcia, solidale, umana.

Ross@ Bologna

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Anche oggi pranzo EtR alle 13 in via Agucchi! Da due giorni come Rete Eat the Rich, con le nostre cucine e il sostegno dei produttori di CampiAperti, stiamo contribuendo alla resistenza del presidio di Social Log all’occupazione di via Agucchi. Noi ci mettiamo pasti genuini e accessibili a tutt* voi muovete il culo e raggiungete via Agucchi per condividere un piatto e riempire il presidio. Al piano freddo di nonna Amelia noi preferiamo un piano caldo fatto di lotte e solidarietà attiva.

Rete Eat the rich

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Via Agucchi: il pastone alla bolognese

In questi giorni, negli uffici di Palazzo d’Accursio e di Piazza Liber Paradisus, circola, tra i dipendenti comunali, una diffusa preoccupazione per un’inquietante epidemia: diverse decine di specchi risulterebbero rotti, soprattutto nei bagni, ma non solo. Una vera e propria strage di cui sarebbero responsabili sindaco e assessori. Secondo la vox populi, infatti, ogni volta che un membro della giunta mette la sua faccia davanti a una superficie riflettente, questa si vergogna così tanto per lui o per lei e va completamente in frantumi. Le ragioni di questa vergogna starebbero, in primo luogo, nell’assoluta incapacità, certificata in tanti anni di cattivo governo, di trovare soluzioni adeguate al problema abitativo che, a causa della crisi, si è fatto molto più grave di quello che già fosse in precedenza.

C’è una cosa, però, che ha portato la rottura degli specchi da sinonimo di disgrazie a simbolo della malvagità ed è l’ignavia di tanti pubblici amministratori, non curanti del fatto che le tante vite spezzate dal moltiplicarsi degli sfratti in città hanno convissuto con l’indecente oscenità degli immobili vuoti e abbandonati.Come degli acari, l’apatia, l’abulia, la pigrizia, l’inerzia, la lentezza, la poltroneria e la negligenza, si sono infilate nei guanciali delle poltrone di Palazzo d’Accursio. E, come contraltare all’indolenza comunale, c’è stata la solerzia “politica” di procuratori della repubblica che hanno deciso, attraverso ordinanze di sgombero e di sequestro, gli interventi abitativi e sociali in città. Ne abbiamo avuto prova in vicende come l’ex Convento Santa Marta, Atlantide, Viale Aldini, Via Solferino, l’ex Telecom.Se a tutto questo, si aggiunge la muscolosità di chi comanda in Piazza Roosevelt, la spietatezza con cui i manganelli si abbattono sulle teste di chi rivendica un diritto primario come la casa, il pastone che ne esce è da incubo.

In questi mesi pensavamo di avere assistito a un raccapricciante “festival del peggio”. Quello che, però, ci è toccato di vedere, in questi giorni, con la vicenda del palazzo delle Poste di via Agucchi 173, la sua occupazione e il suo immediato tentativo di sgombero lampo, supera ogni possibile idea della spudoratezza. La scena è oscena nella sua drammatica tragicità. Uomini, donne, ragazzi e bambini abbarbicati su un tetto, per gridare il loro diritto ad avere un’abitazione e per difendersi dalla polizia. Agenti e carabinieri in antisommossa che, dopo aver fatto irruzione, spintonato e manganellato, presidiano l’entrata dell’immobile al piano terra. In mezzo, il primo e secondo piano, con 75 appartamenti vuoti da più di dieci anni. Si è usata la forza dello Stato per continuare a tenerli vuoti.

E il sindaco? E i suoi assessori? Blaterano: “Il Comune di Bologna condanna l’occupazione dello stabile ex Poste di via Agucchi, stigmatizzando l’uso di minori per fini esclusivamente politici”. E lo schifo di quegli alloggi abbandonati? Sono, per caso, tenuti “liberi” per fini non esclusivamente politici? “Vergogna”, gridavano dal tetto dello stabile. E “vergogna” ci viene da scrivere pure a noi.

Esprimiamo la massima solidarietà agli occupanti e alle occupanti che resistono ormai da tre giorni sul tetto e che urlano a gran voce:

STOP SFRATTI E SGOMBERI, MAI PIU’ SENZA CASA!

Vag61 – Spazio libero autogestito

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Anche noi Studenti Medi Autorganizzati diamo la nostra piena solidarietà a chi in queste ore resiste all’ennesimo tentativo del questore di reprimere la nostra città, facendo si che tutte le persone che occupano per avere un tetto sulla testa, restino fuori al freddo,insieme ai bambini. Non è possibile che invece che occuparsi delle famiglie senza casa, si spendano soldi per sgomberare chi invece da una casa a bambini, anziani, donne e uomini.

Studenti Medi Autorganizzati