Acabnews Bologna

Dopo mesi di carcere e domiciliari, Dibi libero

Rilasciato l’antifascista arrestato e condannato dopo gli scontri a Piacenza durante la manifestazione contro Casapound. Cua: “Può tornare a camminare a testa alta smentendo le fake news. Ora pretendiamo la liberazione di Brescia e Mustafà”.

11 Dicembre 2018 - 13:23

E’ stato rilasciato ieri Dibi, attivista del Cua arrestato dopo gli scontri di Piacenza contro la celere in occasione della manifestazione antifascista di Piacenza del 10 febbraio scorso e poi condannato a tre anni e sei mesi. Ne ha dato notizia il collettivo ieri con un comunicato: “Dopo mesi di carcere e mesi di domiciliari il nostro compagno Lorenzo (detto Dibi), condannato a tre anni e sei mesi per gli scontri tra celere e antifascisti in occasione dell’apertura del covo fascista di Casa Pound a Piacenza, è stato liberato. Oltre alla detenzione preventiva e alla condanna Lorenzo aveva dovuto subire le calunnie pubbliche che dai social media erano state direttamente copiaincollate dalla stampa nazionale e locale definendolo come ‘un figlio di papà’ proveniente da una ricca famiglia modenese quando in verità Lorenzo, di famiglia operaia, a Bologna era un fattorino che come tanti altri giovani sfrecciava ipersfruttato per le strade della città consegnando i pasti caldi ordinati su internet. Entrato ed uscito dal carcere con orgoglio antifascista oggi può tornare a camminare per le strade di Bologna a testa alta smentendo le fake news e le calunnie nella quotidianità di tutti i giorni che lo vedrà come altri nostri coetanei alla ricerca di qualche lavoro, come sempre precario, per vivere, e a lottare al fianco degli ultimi ed oppressi con la generosità e la solidarietà di sempre”.

Continua il collettivo universitario: “Minniti, Renzi e Salvini avevano indicato la vendetta contro gli antifascisti della manifestazione di Piacenza in diretta TV e le questure li avevano accontentati allestendo arresti con telecamere al seguito, lasciando poi ai tribunali il compito di distribuire pene esemplari per intimidire e reprimere il movimento antifa. A ben vedere però l’indicazione dei tre farabutti non è riuscita a vincere la resistenza antifascista che per tutto il mese di febbraio si espresse con grande partecipazione e radicalità in tutta Italia scontrandosi con la celere e sottraendo alle organizzazioni neofasciste la possibilità di propagandare il proprio messaggio di morte. Successivamente la solidarietà tra operai, studenti e precari del nord Italia, espressa più volte in grandi presidi antifascisti fuori dal carcere piacentino ha fatto il resto e se oggi Dibi torna libero per le strade e nelle lotte a Bologna è grazie anche a queste azioni importanti che mai hanno fatto sentire solo il nostro compagno ma che hanno reso concreta la disponibilità di lotta della nostra gente quando qualcuno viene toccato o aggredito dal potere. Se la lotta fuori dal carcere ha spinto per la liberazione dei compagni, così loro dentro il carcere hanno dato continuità all’iniziativa antifascista divenendo seppur per pochi mesi un punto di riferimento e protagonisti insieme al resto della popolazione incarcerata di iniziative per un miglioramento possibile della qualità della vita dentro le celle. Al di là di tanta inutile retorica, mai applicata a partire da sé, che a volte ci siamo dovuti leggere qui a Bologna su repressione e rottura dei divieti (sempre degli altri) crediamo che questa piccola esperienza può essere l’occasione per socializzare uno dei modi con cui si contrasta la repressione, che poi è efficace solo quando isola e lascia nella solitudine”.

Agli arresti, ad oggi, sono ancora due degli attivisti fermati per gli scontri di quel giorno, Brescia e Mustafà. Per gli studenti del Cua “da oggi quindi bisogna impegnarsi per fare sì che anche Brescia e Mustafà escano il più presto possibile dai domiciliari e a loro mandiamo una solidarietà a pugno chiuso pretendendo la loro liberazione immediata! Insieme anche a Dibi torneremo così alla nostra quotidianità di lotta nelle facoltà dell’università e impegnandoci come sempre nella solidarietà di classe al fianco di tutti gli sfruttati e le sfruttate rivendicando con determinazione la necessità di iniziativa antifa tutte le volte che ce ne sarà bisogno insieme a tanti compagni e compagne a Bologna, in Italia e nel resto del mondo… d’altronde antifa, quello che dice fa! Solidarietà a tutti i compagni e a tutte le compagne antifascist* colpiti dalla repressione!”.