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Dopo lo sfratto, soluzione solo per poche notti per la famiglia di Nezha

Una “vittoria minima” strappata dopo l’occupazione degli uffici dei servizi sociali del quartiere, scrive Asia-Usb. “Nel nostro territorio l’asse reale è quello tra Pd e Lega. Da lunedì torneremo a pretendere il rispetto dei nostri diritti”.

01 Dicembre 2018 - 18:20

Dopo lo sfratto a sorpresa di una famiglia effettuato ieri in una casa Acer, “siamo riusciti a strappare almeno una soluzione temporanea per qualche notte”. E’ l’aggiornamento diffuso da Asia-Usb, che parla di una “vittoria minima” e annuncia che da lunedì “torneremo a pretendere il rispetto dei nostri diritti insieme alla famiglia di Nezha”. Scrive Asia: “Quando le uniche politiche abitative messe in campo sono sfratti, sgomberi e svendita del patrimonio residenziale pubblico. Quando l’emergenza abitativa viene trattata come mero problema di ordine pubblico. Quando decine di case popolari vengono lasciate vuote, in attesa che qualche speculatore dal portafoglio facile le compri per poi affittarle e farci il suo sporco profitto con affitti da capogiro nella City of Food che cresce, ma solo in termini di costi della vita e canoni d’affitto. Diventa sempre più visibile l’ipocrisia dell’amministrazione comunale, dopo aver chiesto la sospensione degli effetti del decreto Salvini fino all’approvazione, appena 3 giorni dopo la conversione in legge non esita ad applicarne gli effetti peggiori: sgombero a tappeto e reato d’occupazione subito ai delegati sindacali. Questo fa pensare che al di là dello schieramento tra governo e opposizione nel nostro territorio l’asse reale sia Pd-Lega.In questo clima assurdo ieri Acer ha deciso di sbattere in strada Nezha e la sua famiglia senza alcun preavviso. Lei che una casa in affitto l’ha cercata ma come tanti non l’ha trovata, in un mercato immobiliare saturato da Airbnb o da affitti spropositati con la richiesta di mille garanzie per catapecchie fatiscenti; lei che data la necessità primaria di un tetto ha deciso di occupare una delle tante case Acer vuote, autodenunciarsi e pagare il canone di locazione. Lei ieri, con le massime che arrivavano a 6° e le minime che sono scese sotto lo 0°,il giorno prima dell’avvio del piano freddo, è stata sgomberata nella totale indifferenza di servizi sociali, Acer e Comune. La direzione ostinata di Acer va dritta all’obbiettivo: sgomberare, sfrattare, svuotare, abbandonare, svendere le case popolari”.

Continua il comunicato: “Nel pomeriggio, a sgombero effettuato grazie all’utilizzo di un ingente numero di agenti della polizia municipale, che proprio come previsto dal decreto Minniti prima e potenziato dal decreto Salvini svolgono un ruolo sempre più centrale nella gestione dell’ordine pubblico, dopo forti pressioni sindacali, dopo aver occupato gli uffici del servizio sociale di quartiere siamo riusciti a strappare almeno una soluzione temporanea per qualche notte. Si tratta di una vittoria minima, non ci possiamo e non ci vogliamo accontentare di soluzioni di pochi giorni, di briciole di welfare sociale, da lunedì torneremo a pretendere il rispetto dei nostri diritti insieme alla famiglia di Nezha! Organizziamoci per opporci a queste politiche scellerate che triturano i più deboli, quelli che un affitto non se lo possono permettere e che attendono da tempi immemori una casa popolare, quelli che questa amministrazione comunale vorrebbe relegare nelle periferie più remote. Organizziamoci per pretendere il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, il blocco di sfratti e sgomberi, la creazione di posti di lavoro pubblici, per la ristrutturazione e la manutenzione delle case Acer”.