Acabnews Bologna

“Diffondere la solidarietà, non il virus”

E’ il messaggio che Dico32, nell’ambito della campagna “La nostra salute non è in vendita”, invita ad esporre il 7 aprile dai balconi, sulle porte delle case e sui social “anche alla luce delle criticità che il diffondersi del Covid-19 ha fatto emergere”. In città le adesioni di Csi, Laboratorio salute popolare e Vag61.

05 Aprile 2020 - 16:48

E’ in corso anche a Bologna la campagna “Our health is not for sale”, cioè “La nostra salute non è in vendita”, che vedrà nel 7 aprile (Giornata internazionale di azione contro la commercializzazione della salute) la data centrale.  A livello mondiale la campagna è promosa dal network globale People’s health movement (Movimento dei popoli per la salute), in Italia l’appello di adesione alla campagna è diffuso dalla rete italiana del Phm ed è parte della Campagna Dico32 – Salute per tutte e tutti!. l’obiettivo è  “sensibilizzare cittadini, associazioni e istituzioni sull’importanza di un piano di tutela della salute e del Servizio sanitario nazionale, anche alla luce delle criticità che il diffondersi del Covid-19 ha fatto emergere”. Dallo scorso 1 aprile e fino al 6 la campagna prevede la pubblicazione di “sei messaggi ritenuti fondamentali per tutelare la salute e garantire un servizio sanitario efficace ed equo”. Poi il 7 aprile, “attraverso un’azione collettiva, tutte le persone sono invitate a manifestare il proprio sostegno all’appello ‘Diffondere la solidarietà, non il virus’, diffondendo messaggi in difesa della salute e della sanità pubblica su uno striscione o su un cartellone da esporre in un luogo visibile (balcone, atrio del condominio, porta di casa…)”, con la convidisione di foto sui social (con l’hashtag #health4all e #salutepertutteetutti) e su una mappa interattiva.

A Bologna, partecipa alla campagna il Centro di salute internazionale (Csi): “La nostra salute non è in vendita e vogliamo che sia tutelata tramite un servizio sanitario pubblico, universalistico e basato sulla solidarietà. Facciamo circolare la solidarietà, non il virus!”. Anche il Laboratorio salute popolare aderisce, “perchè pensiamo che oggi più che mai vada rimesso al centro della discussione questo fondamentale diritto universale che per troppo tempo è stato dato per scontato”. E Vag61 rilancia i messaggi della campagna “per un servizio sanitario pubblico, equo e universale, contro il mercato e il profitto nell’ambito della salute, contro i tagli alla sanità e la riduzione del personale”.

Questi i sei messaggi in corso di diffusione in vista del 7 aprile: “1 – Un servizio sanitario per tutte e tutti, in cui la salute sia concepita come diritto umano fondamentale garantito indipendentemente dallo stato giuridico, abitativo, economico e dal paese di provenienza. Mai come ora è evidente che solo garantendo un accesso universale al servizio sanitario è possibile tutelare la salute della collettività e rallentare il contagio. 2 – La fuoriuscita del mercato dall’ambito della salute: negli ultimi anni il Servizio Sanitario Nazionale è stato privato di risorse mentre sono cresciute la sanità privata e l’industria sanitaria delle assicurazioni, che non proteggono dalle pandemie. Mai come ora è evidente che per rispondere a un problema di salute pubblica serve un servizio sanitario che garantisca servizi essenziali che non generano profitto e che operi in modo coordinato sul territorio. 3 – No al definanziamento e al taglio del personale, che ha generato l’inadeguatezza da parte delle strutture sanitarie nel gestire l’epidemia di Covid-19, sia per insufficienza di posti letto e strumentazioni adeguate che per il forte sotto organico del personale sanitario. L’emergenza del Covid-19 sta inoltre dimostrando che un sistema sanitario efficace deve essere nazionale sia su un piano legislativo che della normativa tecnica e che le forme di regionalismo in sanità stanno risultando caotiche e inefficienti. 4 – Un sistema di cure integrato e di prossimità in cui, prima ancora di prevenire la malattie, si promuova la salute, allontanando con ogni strumento e politica il bisogno di cura. Mai come ora è evidente come per poter rispondere ai bisogni dei singoli è necessaria una comunità che supporti e metta in circolo le risorse, e in cui i diversi servizi e le diverse professioni siano integrate e dialoghino. 5 – La partecipazione come strumento chiave per favorire l’autodeterminazione delle persone e delle comunità e per generare politiche di trasformazione sociale attraverso meccanismi di inclusione, ascolto e azione collettiva diretta. La pandemia mette a rischio soprattutto la salute delle persone che vivono in condizioni più svantaggiate: è fondamentale costruire un tessuto sociale di cooperazione, mutuo aiuto e partecipazione per attuare una gestione non individualistica della crisi sanitaria e sociale seguita alla pandemia. 6 – Una politica pubblica mirata alla promozione della salute attraverso le lenti della giustizia sociale, dell’equità e in un’ottica di sostenibilità del pianeta. L’epidemia attuale mostra che tutti siamo a rischio e possiamo rappresentare un rischio per le altre persone, ma anche che non siamo tutti esposti nello stesso modo e non abbiamo le stesse possibilità di mettere in campo azioni personali per proteggerci. Inoltre, il caso del Covid-19 ha reso evidente come la salute umana sia in profonda connessione con quella ambientale e come per tutelarla serva prendersi cura di ciò che la determina nei contesti in cui viviamo”.