Acabnews Bologna

Di nuovo in piazza: “Fuori i profitti dalla salute!”

Oggi due manifestazioni. In piazza Maggiore flash mob “per sostenere la proposta di sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid”, in piazza Verdi presidio per parlare di sanità e scuola rivendicando la necessità di avere “medici e insegnanti, non bombe”.

29 Maggio 2021 - 18:00

A Bologna si torna in piazza per difendere il diritto alla salute. Due le manifestazioni che si sono svolte nel pomeriggio. In piazza Maggiore si è tenuto un flash mob promosso da Assemblea per la salute del territorio, Chi si cura di te?, Usb, Laboratorio salute popolare, Potere al popolo e Materia grigia con questo appello: “Di fronte alla più grande emergenza sanitaria della storia recente, ai tre milioni di morti e alle sfide che ancora dovremo affrontare, non è più tollerabile difendere gli interessi delle grandi case farmaceutiche contro i bisogni della popolazione mondiale. In un momento in cui i vaccini rappresentano il mezzo più efficace per fermare la pandemia da Sars-Cov-2, i brevetti non possono essere considerati (se mai lo sono stati) un incentivo alla ricerca, ma lo strumento in mano alle case farmaceutiche per mantenere il monopolio su un bene di cui l’umanità tutta ha estremo bisogno. L’8 giugno il Wto si riunirà nuovamente per pronunciarsi sulla sospensione dei brevetti” e nella giornata di oggi, in occasione della mobilitazione europea “Sos sanità pubblica”, la decisione è stata quella di scendere in piazza “per sostenere la proposta di sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid”. Nel lanciare il flash mob, gli organizzatori hanno invitato chi volesse partecipare a portare il camice o la divisa (nel casso delle/gli operatrici/ori sanitarie/i), disegnare una “X” rossa sulla mascherina e poi, insieme, strappare simbolicamente un cartello con scritto “brevetto”. In programma, infine, un momento di microfono aperto e poi il trasferimento verso la Bolognina così da partecipare alla manifestazione “Mostri urbani tour” promossa da Fermiamo i mostri urbani – Comitato via Calzolari e Di Paolo.

Un’altra manifestazione è stata invece convocata in piazza Verdi affrontando sia i temi della salute che quelli della scuola, con lo slogan “Medici e insegnanti, non bombe!”. Il presidio è stato promosso da Giovani Comunisti/e e Fgci con l’adesione di Associazione Confinidiversi, Cobas scuola, Pci, Riconquistiamo tutto – Minoranza Fp Cgil, Rifondazione Comunista, Sgb scuola e Usi-Cit. “In queste settimane abbiamo appreso come dal Piano nazionale di ripresa e resilienza l’uso del recovery found sarà in parte deviato verso finanziamenti alle industrie militari in un’ottica di rispetto dei vincoli dei trattati della Nato. Come già denunciato dai movimenti pacifisti è inaccettabile che in una fase di lentissima ripresa dalla pandemia, con la didattica ancora in parte a distanza, i problemi dell’edilizia scolastica e universitaria mai risolti ed il blocco delle assunzioni del personale scolastico, lo Stato non possa permettersi in alcun modo di deviare somme che dovrebbero avere quale priorità la tutela del diritto alla salute e la ripresa del regolare funzionamento dell’istruzione pubblica”. Tra le rivendicazioni lo “sblocco immediato delle assunzioni dei precari della scuola per tutti i ruoli, dal personale Ata a quello docente passando per gli educatori, internalizzazione dei servizi in appalto ed in subordine la medesima dignità e diritti per i lavoratori in appalto rispetto a quelli pubblici” e poi “un aumento delle risorse al sistema d’istruzione pari almeno a un punto di Pil, per recuperare i tagli, prodotti nel corso degli anni da governi di centrodestra e centrosinistra, pari a circa 10 miliardi, e raggiungere almeno la media europea”. I manifestanti hanno chiesto anche la “reintroduzione della ‘medicina scolastica’ negli istituti di istruzione pubblica di ogni ordine e grado da parte delle Regioni in attuazione di quanto disposto dall’art. 28 c. 3 lett. e della legge n. 833/1978 istitutiva dell’Ssn, prevedendo la collaborazione tra enti scolastici e Ausl per l’educazione alla salute nelle scuole e controlli periodici volti alla prevenzione di malattie infettive e non. A ciò si includa anche un potenziamento della psicologia scolastica, prevedendo un ampliamento degli psicologi nelle scuole per affrontare e prevenire l’insorgere di disturbi dovuti allo stato di quarantena”.