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Di nuovo in piazza contro la privatizzazione dell’acqua: “È ora di ripubblicizzare il servizio!”

A dieci anni dal vittorioso referendum del 2011, “gran parte di quei risultati rimangono disattesi” e i comitati hanno riaperto la mobilitazione con un appello online e una manifestazione al Nettuno, in vista della scadenza dell’affidamento a Hera: “Costituire un’azienda speciale pubblica partecipata da lavoratori e cittadini”. Giovedì, intanto, protesta di Extinction Rebellion: denunciato attivista.

12 Giugno 2021 - 16:30

Il popolo dell’acqua pubblica torna in piazza, a dieci anni dal referendum. Ieri sotto al Nettuno si è svolta una manifestazione promossa dal Comitato acqua bene comune di Bologna e provincia e dal Coordinamento regionale comitati acqua pubblica con l’adesione di Arci, Fridays For Future, Parents For Future, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, Legambiente, Camilla :: emporio di comunità, Coalizione Civica, Bancarotta Srl, 20 Pietre, ExAequo Bottega del Mondo, Civicamente Samoggia, Movimento Cinque Stelle Valsamoggia, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti/e, Potere al Popolo, Verdi – Europa Verde, No Autonomia Differenziata Comitato Emilia-Romagna, Usb. Un appuntamento convocato “per la ripubblicizzazione del servizio idrico a Bologna, a dieci anni dai referendum su acqua e nucleare”, viene spiegato nell’appello alla base della manifestazione: “Dieci anni fa una coalizione ampia e determinata, promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ha sancito una vittoria storica nel nostro Paese: con 27 milioni di sì ai referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare la maggioranza assoluta dei cittadini italiani ha respinto la logica delle privatizzazioni del servizio idrico ed ha sancito che sull’acqua non si devono fare profitti. A quel risultato Bologna e provincia contribui con il 66,54 % di affluenza e la vittoria del Sì votato da 479.947 cittadine e cittadini pari al 95,67%. Dieci anni dopo gran parte di quei risultati rimangono disattesi. Rimane attuale, invece, la proposta per rispettare quella volontà popolare: la gestione pubblica e partecipata dai cittadini e dalle comunità locali dei servizi idrici locali.

A Bologna, prosegue il comunicato, “abbiamo una occasione importante per andare in quella direzione perché il 19 dicembre 2021 scadrà l’affidamento del servizio idrico a Hera del territorio metropolitano di Bologna. In vista di questa scadenza i comitati Acqua Bene Comune di Bologna e provincia hanno promosso l’appello per la gestione pubblica del servizio idrico nella città metropolitana di Bologna già sottoscritto da oltre 1.100 persone sulla piattaforma Change.org”. Con il presidio e la petizione “i comitati per l’acqua bene comune di Bologna e provincia insieme agli altri soggetti che hanno sottoscritto l’appello chiedono che l’esito del voto referendario sia rispettato avviando le procedure per uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Uno studio promosso dai Comuni dell’area metropolitana e svolto in modo partecipativo, con l’attivazione di un apposito Tavolo al quale siano presenti i soggetti, a partire dal movimento per l’acqua, interessati a questa discussione. Chiediamo che anche a Bologna si possa istituire una azienda speciale totalmente pubblica e partecipata dai lavoratori e dai cittadini che prenda in carico la gestione del servizio idrico come è già successo in altre città europee come Parigi che ha ripubblicizzato l’acqua nel 2010 e Berlino che lo ha fatto nel 2013. Queste proposte sono già state portate all’attenzione della giunta e del consiglio comunale di Bologna nella commissione sul bilancio del Comune dell’1 febbraio 2021”.

Giovedì, intanto, si è svolta una nuova protesta targata Extinction Rebellion: due attivisti si sono seduti a terra, uno sotto i portici del centro e l’altro in mezzo alla strada, esponendo cartelli con scritto “Sono angosciato per il mio futuro e quello dei miei figli a causa del cambiamento climatico”, “I governi non stanno affrontando la grave crisi sociale e il disastro ambientale”, “Ho deciso che non avrò figli a causa della crisi climatica ecologica” e “Sono terrorizzato perché sarò costretto ad abbandonare il mio paese a causa del collasso climatico”. Daniele e Angelo “hanno sfidato con il proprio corpo- spiega Extinction Rebellion- il sistema in cui viviamo parlando delle loro paure e lasciando che i passanti empatizzassero con loro. Questa è la Rebellion of One, la Ribellione deə singolə. Angelo è rimasto seduto in mezzo ai passanti per diverse ore, Daniele dopo poco più di un’ora è stato sollevato di peso dalle forze dell’ordine e denunciato per ostacolo del traffico. Queste azioni non sono flash-mob, ma disobbedienza civile. Rifiutiamo di obbedire a delle leggi di un sistema ingiusto che ci sta portando all’estinzione. E questo usando solo i nostri corpi, in silenzio e senza ricorrere a parole: quei cartelli con su scritte le nostre paure bastano e avanzano a comunicare il disagio, la rabbia che si provano ad assistere alla colpevole inazione di tutti i nostri governi”.