Acabnews Bologna

Di memoria storica e rettori fascisti

Cua sul busto di Ghigi a Zoologia e sul ritratto di Coppola in rettorato: “Possono anche non essere eliminati, purché sia evidente il loro portato d’infamia”. E ieri altra “azione antirazzista” sui muri della zona universitaria.

10 Ottobre 2018 - 18:42

“E’ di ieri l’articolo comparso su Il Resto del Carlino che fa riferimento al dibattito nato in merito alla rimozione del busto di Alessandro Ghigi da Zoologia. Lo stesso dibattito che, di tanto in tanto, fa capolino sulle testate bolognesi in riferimento al rettore fascista Goffredo Coppola, il cui ritratto ha ancora posto nel ‘Pantheon’ del Rettorato. Di Coppola ne parliamo da tempo e sono state numerose le iniziative in cui abbiamo chiesto la rimozione della fotografia; pretesa che sembrava in un primo momento essere stata presa in considerazione da Ubertini, il quale poi -ma che sorpresa!- non fece nulla”. Comincia così un comunicato diffuso dal Cua. “Chi era Goffredo Coppola è noto: fu professore di greco e latino- continua il comunicato- sostenitore delle leggi razziali, che si impegnò per la fascistizzazione dell’Università di Bologna e assunse la carica di Rettore dal ’43 al ’45 dopo un’ esperienza come volontario nella campagna francese del ’40 e in Russia; aderì all’Rsi, influendo largamente sul clima universitario bolognese e fu fucilato a Dongo insieme a Mussolini, entrambi poi appesi a Piazzale Loreto. Un dibattito non recente, che vide la rimozione del ritratto da Walter Bigiavi nel’68 sotto la pressione della contestazione studentesca, salvo poi essere riposizionato nell’anticamera dello studio del rettore da Roversi Monaco”.

Scrive poi il Cua: “Allo stesso modo condanniamo Alessandro Ghigi, il cui operato in vita non fu certo meno riprovevole di quello di Coppola, suo successore. Ghigi, rettore dal 1930 al 1943 con il discorso inaugurale del 1938-39, tentò di conferire una base scientifica alle leggi razziali; accettò di buon grado la circolare di Bottai e si impegnò ad espellere tutti i docenti ebrei dall’Università di Bologna, preoccupandosi di comunicare al regime la tempestività delle sue azioni, in un clima di totale
silenzio da parte del mondo accademico bolognese. Alle voci che di tanto in tanto si alzano appellandosi alla difesa di una memoria storica, magari le stesse voci che hanno accolto positivamente la stretta di mano tra Ubertini e Salvini a Ingegneria, rispondiamo che è vero, la storia non si cancella, ma si analizza criticamente alla luce dei fatti. Dopo quella vergognosa stretta di mano pensiamo che il minimo che Ubertini possa fare nel rispetto degli studenti e studentesse antifascisti sia prendere una posizione netta. A chi si fa difensore del portato di memoria storica delle opere celebrative di due rettori fascisti rispondiamo che, se la storia non si cancella, ritratto e busto possono anche non essere eliminati, purché sia evidente il portato di infamia che li accompagna; magari a testa in giù e perché no, in piazza Scaravilli (studente, martire, antifascista). Invitiamo tutt* gli/e studenti/studentesse antifascist* questa sera alle 20 a partecipare all’assemblea antirazzista al 38 di via Zamboni”.

In vista della stessa assemblea, ieri sempre il Cua aveva segnalato una “azione antirazzista”, spiegando che “abbiamo deciso di far parlare nuovamente i muri della zona universitaria, lanciando un messaggio chiaro: il razzismo e il fascismo da qua non passeranno; crediamo non si possa più rimanere indifferenti rispetto a quello che sta accadendo oggi nel nostro paese: essere antirazzisti richiede una presa di posizione che necessariamente va tradotta in pratica quotidiana negli spazi che attraversiamo, affinchè ‘antirazzismo‘ non rimanga soltanto una parola svuotata di contenuti ma diventi prassi. Noi, dal canto nostro, l’abbiamo già dimostrato più volte in passato : la risposta a fascisti e razzisti saranno barricate!”.