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Dal Comune uno spiraglio per Atlantide?

Ronchi in Consiglio comunale: “La legalità è un concetto complesso”. Il Comitato Esa, intanto, torna sulla sala negata dal Santo Stefano: quando le chiede Forza Nuova, per Giorgetti “sono sale pubbliche” [foto].

30 Maggio 2014 - 19:56

Al cassero di Porta Santo Stefano sarà “ripristinata la legalità”. Parola di Alberto Ronchi, assessore alla Cultura del Comune di Bologna, che oggi in Consiglio è intervenuto sulla situazione di Atlantide. Ronchi, però, sembra aprire uno spiraglio ad Atlantide allontanando il rischio di uno sgombero. L’assessore, infatti, ricorda che il bando per l’assegnazione dei due piani del cassero, a due distinte associazioni, ha visto arrivare ai primi due posti le Xenia ed
Evoè. “Il problema è che ci risulta che l’associazione arrivata prima abbia rinunciato- spiega Ronchi- allora c’è un problema di legalità, perché la legalita’ è un concetto complesso”. Quindi, si chiede l’assessore, “nel momento in cui Xenia rinuncia, vale la graduatoria e quindi entra l’associazione che è arrivata terza?”. Secondo l’assessore, “un’amministrazione intelligente, prima di partire in nome della legalità con provvedimenti, si accerta intanto che l’interpretazione che ho dato sia reale, e cioè che la terza associazione, visto che la prima ha rinunciato, ha il diritto di stare lì. Oppure, se non è così, ragiona in altri termini. Quindi siamo in questa fase, nei tempi più brevi possibili ripristineremo tutto quanto nei termini della legalità, tendendo conto anche del bando e di quello che è avvenuto in questo periodo”. Da segnalare, poi, che sempre oggi sia la presidente del quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti, che Fi e Lega nord hanno nuovamente invocato lo sgombero di Atlantide.

_DSC4356 copiaOggi, intanto, il Comitato per la tutela e la promozione delle Esperienze Sociali Autogestite ha effettuato una conferenza stampa per denunciare pubblicamente il comportamento proprio del quartiere Santo Stefano, che mercoledì scorso ha revocato la disponibilità della sala del Baraccano impedendo, di fatto, lo svolgimento di un’assemblea pubblica sul tema “Autogestione bene comune”. Atteggiamento decisamente diverso rispetto a quello che il Santo Stefano adotta quando a chiedere una sala sono le formazioni neofasciste. A questo proposito, infatti, oggi il Comitato ha diffuso un articolo di giornale del 24 febbraio 2012 riguardante l’utilizzo della sala del Baraccano da parte di Forza Nuova: in quell’occasione la presidente Giorgetti si guardò bene dal negare l’uso dello spazio, perchè “sono sale pubbliche- disse– e ci può andare chiuque”. Sempre in quell’occasione, per la presidente fu importante sottolineare di non avere “preclusioni verso nessuno” e che “si deve dare modo a tutti di esprimersi”. Quasi a tutti, evidentemente.