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Dal Comune “menzogne” sulla trattativa per evitare lo sgombero di Làbas

Gli attivisti del centro sociale in conferenza stampa mettono sul tavolo tre punti per il prossimo incontro con l’amministrazione: “Soluzione immediata, con sede nel quartiere Santo Stefano, e nessuna separazione delle attività.”

24 Agosto 2017 - 13:00

“Da un accesso agli atti che abbiamo fatto dopo lo sgombero risulta che la Cassa depositi e prestiti (proprietaria della ex-caserma Masini, ndr), contattata dalla Questura di Roma, abbia affermato, nel settembre del 2016, che non c’era nessuna trattativa in corso, dando quindi il via all’iter che ha portato allo sgombero.” Così gli attivisti di Làbas ieri in conferenza stampa in piazza del Baraccano hanno accusato i rappresentanti del Comune di Bologna di aver mentito negli incontri tenuti con loro nell’ultimo anno: “Si incontravano con noi e ci dicevano che c’era una trattativa in corso, e che si poteva trovare una soluzione, ma era una vera e propria menzogna”.

Auspicando “un cambio di atteggiamento da parte del Comune” in vista dell’incontro con l’amministrazione comunale proposto da Merola e che si terrà martedì prossimo, in cui si dovrebbe discutere della nuova sistemazione di Làbas, gli attivisti dell’ex spazio occupato mettono in chiaro che ci sono “tre punti da rispettare: in primis serve una soluzione immediata, perché la nostra non è un’esperienza che può essere messa in standby per mesi, e poi riattivata”. In secondo luogo, chiedono che la nuova sede “sia nel quartiere Santo Stefano”, e che “possa ospitare tutte le nostre attività, che non possono essere separate”. Infine, il collettivo rilancia l’assemblea pubblica di mercoledì prossimo in piazza del Baraccano, convocata sotto l’hashtag #RiapriAMOLàbas, e conferma che la manifestazione del 9 settembre “si farà, indipendentemente dall’esito dell’incontro con il Comune.”