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Da quando l’apologia di fascismo non è più reato?

Sconcertante decisione del gip bolognese che archivia le indagini a carico di un calciatore dilettante per aver esultato dopo un gol con saluto romano e mostrando l’aquila littoria. A Marzabotto.

20 Agosto 2018 - 17:30

Un calciatore della “65 Futa”, squadra di seconda categoria di Loiano, il 12 novembre 2017, ritenne di esultare per avere infilato un pallone in rete facendo il saluto romano e mostrando una t-shirt con il simbolo della Repubblica di Salò, l’aquila che impugna un fascio littorio. Era fuori casa, ma non in un posto qualsiasi: era a Marzabotto, teatro del più sanguinoso eccidio nazista della seconda guerra mondiale.

La procura lo aveva messo sotto inchiesta per apologia di fascismo, ma il pubblico ministero chiuse le indagini con una richiesta di archiviazione, ora accolta dal gip: il gesto non costituisce reato: “nessun pericolo all’ordinamento democratico può essersi riscontrato”, si è trattato di “un gesto isolato”, si legge nel dispositivo. Veramente difficile non rimanere sconcertati.