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Cua: “Il 15 ottobre la vendetta di Photinia!”

Oggi blitz del Collettivo in piazza Verdi, dipinta su una parete la sagoma dell’albero piantato dopo il corteo di giugno e recentemente rimosso dal Comune.

25 Settembre 2013 - 17:20

Indossavano tutti la maschera di Guy Fawkes resa famosa dal fumetto di V per Vendetta gli studenti del Cua che, stamattina, hanno dipinto sul muro di Piazza Verdi ad angolo con via Petroni la sagoma di Photinia, l’albero piantato nel centro della piazza dopo un corteo a giugno, in occasione delle rivolte a Gezi park, in Turchia, e poi rimosso dal Comune.

Un blitz che, nelle intenzioni del Collettivo, apre il calendario di mobilitazione che porta alla giornata del 15 ottobre, un passaggio della settimana di “sollevazione generale” indetta dall’assemblea “Dalla valle alla metropoli”. Una giornata che in zona universitaria per il Cua rappresenterà “La vendetta di Photinia”.

“Le Istituzioni hanno mentito per poter togliere quell’albero, che non si era affatto seccato”, affermano gli attivisti, che aggiungono: “Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna denuncia” per le sagome dipinte sulla facciata del Comunale. “Sono i soliti annunci fatti solo per intimorirci”, dicono.

Il Cua ha scritto anche una lettera a tutti i residenti della zona universitaria, che in questi giorni sta arrivando nelle buchette, e presenta inoltre una serie di proposte per la vivibilità della piazza, e invita a una “serena accettazione” dell’arte di strada, da vedere come “opera gratuita di abbellimento. Gli studenti sono parte integrante della zona universitaria e abbiamo il diritto di portare abbellimento e riqualificazione senza il normale iter burocratico”.

(foto Dire)

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> La lettera al quartiere:

Cari vicini e abitanti del quartiere,

vi scriviamo questa breve lettera perché crediamo sia sempre più urgente aprire canali di comunicazione diretta fra chi vive in questa zona di Bologna. Una zona sicuramente complessa ma che noi amiamo e che crediamo possa con l’impegno e la partecipazione di tutti esprimere una enorme ricchezza di relazioni sociali e di forme di vita nuove. Riteniamo che la politica negli ultimi anni sia andata incontro a costanti fallimenti nel tentativo di intervenire sui problemi di questo quartiere. Incapacità, scarsa conoscenza, interessi elettorali, mancanza di fondi ma soprattutto assenza di visione e progetto non hanno fatto altro che ripetere sempre gli stessi errori e non riuscire mai a risolvere i problemi.
Noi siamo studenti che vivono quotidianamente questa parte di città, e molti di noi hanno qui la casa e la residenza. Siamo vivamente interessati a metterci in gioco in prima persona per provare a costruire una possibilità di vita migliore in questa zona. Crediamo che alcuni valori come la tolleranza ed il rispetto siano purtroppo andati scomparendo negli ultimi anni. Non ci interessa qui discuterne le cause o le colpe. Preferiamo guardare in avanti nella convinzione che questi temi vadano ripresi perché veramente fondamentali per costruire una base di partenza nuova. Purtroppo da tutte le parti si sono verificati eccessi rispetto ai quali è ora di iniziare a porre un freno.
Siamo ovviamente consapevoli di essere solo una parte del quartiere. Ma proprio con questa consapevolezza scriviamo questa lettera: per aprire un dialogo vero fra tutte le persone che qui vivono e vogliono trascorrere il proprio tempo. Dialogo vero e non mediato dai giornali o da altre istituzioni che spesso agiscono unicamente nel proprio interesse e personale tornaconto invece che per il bene comune.
Non siamo qui a chiedere nulla, ma con l’intento di aprire una riflessione collettiva su cosa possiamo fare in prima persona. Su quale contributi possiamo dare tutti insieme per rendere la zona universitaria un luogo aperto, nel quale sia piacevole e desiderabile vivere.
Il 5 settembre abbiamo ridipinto una parte del teatro comunale imbrattata da troppo tempo. Sui giornali si è gridato alla scandalo. Noi siamo invece convinti che oggi sia proprio questa la direzione da costruire: il prendersi la responsabilità in prima persona di migliorare i luoghi nei quali viviamo. Per questo stiamo promuovendo una campagna di largo respiro chiamata “I Love piazza Verdi”, che vuole poter essere espressione dell’attaccamento al territorio e di nuove possibilità di valorizzarlo. Chiaramente parliamo di piazza Verdi in quanto luogo simbolico, ma è evidente che è il quartiere nella sua interezza che crediamo debba essere coinvolto nell’attivazione di nuove forme di partecipazione..

Concludiamo questo prima forma di “incontro” dicendo chiaramente che non abbiamo facili ricette da proporre: chi dicesse di averle sarebbe a nostro avviso in mala fede. Quello che proponiamo è di aprire una connessione: per questo invitiamo chi volesse segnalarci problemi del quartiere, idee da poter realizzare, proposte, critiche o altro a scriverci una mail a: cua.bologna@facebook.com oppure a scrivere una lettera indirizzata a CUA in via Zamboni 38..

Un sincero saluto,

Studenti e studentesse del Collettivo Universitario Autonomo

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> Le proposte del Cua:

Dopo le giornate di rivolta in piazza Verdi tra fine maggio ed inizio giugno, scoppiate in concomitanza con l’insorgenza turca a Gezi Park, scrivemmo un “Manifesto per piazza Verdi”. Un documento nel quale presentammo alla città alcune idee e valori a nostro avviso indispensabili per poter cambiare radicalmente rotta e rendere la piazza una risorsa per la città invece che un luogo di costanti problematicità. Un corteo partito e tornato da piazza Verdi decise di piantare in piazza Photinia, un albero simbolo di libertà che voleva al contempo esprimere solidarietà e vicinanza con i “chapulling” turchi ed essere espressione di un nuovo inizio per piazza Verdi. Durante quelle settimane, dopo che la conflittualità espressa dagli studenti aveva posto radicalmente l’insopportabilità della cupa cappa oppressiva sulla zona universitaria, la polizia e le ordinanze vigenti sulla piazza erano “magicamente” scomparse. Questo permise di vivere settimane di iniziative libere ed autogestite e di essere un primo embrione di una nuova vita per la zona. Nel Manifesto parlavamo di solidarietà, tolleranza, apertura e meticciato come valori trainanti e proponevamo di aprire una fase di sperimentazione che consentisse alle energie sociali dal basso di far vivere e costruire in maniera differente piazza Verdi.

Purtroppo il mese di settembre è iniziato con la reiterazione della chiusura e miopia delle istituzioni. Un atteggiamento che ancora una volta esprime lontananza dalla realtà sociale, ma soprattutto estrema debolezza. Cosa lampante nel fatto che la decisione di rimuovere Photinia dalla piazza sia avvenuta in silenzio e sia stata correlata da palesi menzogne: soprattutto che Photinia fosse morta. Tutti invece hanno potuto constatare che la cura con la quale è stata innaffiata durante l’estate la vedeva splendere di nuova fioritura. Non bastassero le menzogne, si è arrivati al ridicolo: di fronte ad una iniziativa di riqualificazione dal basso del teatro comunale, che ha sollevato un evidente consenso sociale, piuttosto che il silenzio le istituzioni hanno preferito la criminalizzazione e le minacce.

Noi siamo sicuri che dentro la crisi sia possibile, giusto e sempre più necessario creare nuovi spazi urbani e siamo convinti che piazza Verdi possa essere un luogo ideale per sperimentare nuove forme di relazioni e connessioni sociali. Siamo dunque fermamente convinti delle nostre ragioni e abbiamo la passione per portare avanti questo percorso. Per questo motivo, dopo il “Manifesto per piazza Verdi”, vogliamo di seguito fare un primo passo ulteriore, che dalle idee passi alle proposte. Proposte che dovranno necessariamente parlare un nuovo linguaggio… Per questo iniziamo elencando le prime lettere dell’alfabeto. L’ABCDE è solo un primo contributo al quale altri faranno seguito, rispetto al quale intendiamo impegnarci in prima persona per poterne attuare i contenuti. Da questo punto di vista confermiamo la nostra voglia e disponibilità al dialogo con chi non sia dotato di sciocchi paraocchi ideologici e affermiamo che l’ormai storico ed irreversibile fallimento delle istituzioni non può essere che un ulteriore stimolo per fare meglio…

Arredo urbano

Nonostante i lavori messi in campo due estati fa, permangono notevoli carenze strutturali per poter rendere più vivibile la zona: cestini della spazzatura e bagni pubblici sono sicuramente le due mancanze più evidenti e sentite. Crediamo inoltre che la valorizzazione di piazza Verdi passi anche per la serena accettazione della necessità di un utilizzo delle mura urbane per la comunicazione (purtroppo non tutti gli studenti hanno il denaro necessario per affittare costosissimi cartelloni pubblicitari per promuovere le loro iniziative ad esempio…), e che la street art invece che essere derubricata ad atto vandalico possa essere percepita (come in tante altre parti del mondo e della città stessa) quale gratuita opera di abbellimento dello spazio urbano. Anche da questo punto di vista continueremo ad impegnarci nella riqualificazione dal basso della zona, combattendo anche contro comportamenti nichilistici.

Bisogni

Parlare di zona universitaria senza parlare della condizione sociale della composizione studentesca sarebbe miope. La metodica distruzione del diritto allo studio e l’impoverimento dettato dalle politiche di austerità stanno minando la possibilità di accedere all’università e di svolgere una vita dignitosa. Molteplici purtroppo i terreni di bisogno che sempre più divengono urgenza impellente: dall’inaccessibilità a cinema, teatri ed acquisto di libri passando per una socialità sempre più costosa e costretta a svolgersi unicamente in luoghi privatizzati; guardando ai costi sempre più alti ed ai sempre più scadenti servizi di trasporto passando per l’aumento dei servizi sanitari; arrivando all’assenza di una mensa universitaria accessibile a tutti con costi sostenibili e giungendo ad affitti alti per case spesso fatiscenti (e purtroppo l’elenco potrebbe essere ancora lungo…), riteniamo necessario aprire una forte riflessione su questi temi. Siamo altresì convinti che vista la gravità della situazione sia necessario che oltre alla riflessione sin da subito si mettano in campo pratiche concrete per affrontare questi problemi e ci muoveremo in prima persona per costruire prime risposte e soluzioni.

Cultura

Riteniamo che piazza Verdi possa esprimere virtuosamente un intreccio e una contaminazione fra università e città. Sarebbe dunque opportuno renderla una zona dove sia possibile, senza incorrere in impossibili percorsi burocratici, esprimere una molteplicità di iniziative culturali: dalla musica alla poesia, dai reading letterari al teatro, passando per la possibilità del libero scambio di libri e altro ancora, riteniamo necessario che questa zona non veda divieti assurdi nel poterli organizzare in strada. Dal nostro punto di vista continueremo a mettere in campo iniziative liberamente organizzate che, ricordiamo senza fini di lucro, possano contribuire all’accrescimento culturale della zona.

Demilitarizzazione

Siamo convinti che la costante presenza di un presidio di forze dell’ordine, oltre ad offrire l’impressione estetica di un teatro di guerra laddove nessuna guerra è in atto, sia un enorme spreco di denaro pubblico al fronte del quale nessun risultato effettivo si è mai prodotto. Anzi, questa presenza non fa che accrescere le tensioni. Per questo crediamo che una smilitarizzazione della piazza sia un atto necessario per costruire un differente clima sociale che non conduca ad esasperazioni.

E – University

A correnti alternate l’università si interessa e disinteressa della zona, considerandola o meno come di propria “competenza”. Crediamo che investire nell’apertura serale delle facoltà sarebbe un segnale importante nella direzione di dare una nuova vita a piazza Verdi e che, più che investire in telecamere, dotare tutta la zona di una rete wifi libera sarebbe un utile contributo. Come da molti anni facciamo, continueremo ad aprire seralmente le facoltà con cultura e socialità.

Concludiamo dicendo che il sequestro di Photinia è un gesto che pesa. Tuttavia, nonostante abbiano provato a silenziarla, siamo riusciti ad entrare in comunicazione con lei e ci ha detto che tra meno di un mese assisteremo alla sua vendetta…

#15 Ottobre: la Vendetta di Photinia

Collettivo Universitario Autonomo