Attualità

Corteo per Stefano Cucchi, rabbia e tensione a Torpignattara

Migliaia in piazza. Provocazioni della polizia, poi scontri, blocchi stradali, cassonetti in fiamme. In prima fila i ragazzini del quartiere. Ripubblichiamo il report di Infoaut

08 Novembre 2009 - 16:25
Migliaia di persone hanno manifestato questo pomeriggio a Roma per ricordare Stefano Cucchi, 31enne ucciso nel carcere di Regina Coeli, massacrato e ammazzato di botte nonostante, a più voci, siano svergognatamente impegnati a raccontare una verità di comodo e ben poco credibile. Tante realtà dell’autorganizzazione romana, la famiglia e gli amici di Stefano, moltissimi abitanti del quartiere di Torpignattara hanno voluto gridare “verità e giustizia”, in un corteo aperto dallo striscione “Non si può morire così. Basta vite spezzate dalla violenza dello Stato”.
Manifestazione partita da via dell’Acquedotto Alessandrino, dove si sono registrate le prime tensioni con la polizia, lasciatasi andare anche in questa occasione a provocazioni. Bottiglie e oggetti sono stati lanciati contro i blindati, sotto il coro “assassini”. Dopodichè, senza alcun tipo di impianto musicale, ma sotto il continuo degli slogan e degli interventi dal furgone di coloro che hanno voluto esprimere la propria indignazione e rabbia, ci si è diretti fin sotto la casa di Stefano, in via Ciro da Urbino 55, sempre nel quartiere Torpignattara dove è nato e cresciuto, dal quale è arrivata una bella partecipazione (tanti ragazzi, immigrati, gente del quartiere).
Corteo poi ripartito in direzione del mercato ortofrutticolo di Torpignattara. La militarizzazione dell’area, le provocazioni continue della polizia hanno saturato un clima di tensione e rabbia. Sono scoppiati tafferugli e scontri con gli agenti, in prima fila i ragazzini del quartiere che hanno partecipato in buon numero e che vivono quotidianamente sulla loro pelle la vita delle periferie, fatta di deserto e mancanze, così come di prepotenza e arroganza poliziesca. Sono stati rovesciati e incendiati cassonetti, lanciati petardi e oggetti. In via Torpignattara la polizia ha provato ad effettuare cariche, sparando lacrimogeni. Tensioni che si sono ripresentate una volta ricompattato il corteo, in conclusione di manifestazione: disordini sulla via Casalina con blocchi stradali, cassonetti rivoltati, forze dell’ordine schierate. Non ci sono notizie di fermi e di feriti.

Una bella risposta del quartiere così come di tutti coloro che oggi hanno voluto esserci, per ricordare Stefano Cucchi, per evidenziare le responsabilità pendenti sulle spalle di molti, non nuovi a scempi simili. Stefano è solo l’ultimo di una lista molto incompleta che prima ha visto l’aggiunta di Aldo Bianzino e Stefano Frapporti, prima ancora di Federico Aldrovandi e Carlo Giuliani. Ed in tanti oggi hanno ritenuto bene di resistere, in strada, non accettando le provocazioni di chi non può che essere chiamato “assassino”.