Acabnews Bologna

Coronavirus, fattorini: “Noi invochiamo stop, assessore sponsorizza consegne”

Riders Union contro alcuni post pubblicati su Instagram da Alberto Aitini: “Vanifica la nostra battaglia sui rischi per l’incolumità di tutte/i”. I lavoratori fermano la produzione, Si Cobas: “La nostra vita vale più dei loro profitti”. Mujeres Libres: “Ogni giorno un’audiolettura contro il patriarcato”.

17 Marzo 2020 - 10:55

“Nelle stesse ore che ci vedono impegnati nel lancio della campagna per lo stop consegne e per il reddito di quarantena, attraverso il lancio di un appello a lavoratori e solidali, succede una cosa che reputiamo molto grave”, segnala Riders Union: “Mentre dai nostri canali denunciamo le condizioni inaccettabili che ci vedono ad oggi sprovvisti dei dispositivi di sicurezza” di fronte al coronavirus, “chiamati a consegnare nelle vostre case ponendo a rischio l’incolumità di tutte e tutti, ecco l’inaccetabile uscita di Alberto Aitini, assessore alla Sicurezza urbana e al Commercio del Comune di Bologna, che ha pensato bene di provare a rendere vano il nostro sforzo e la nostra battaglia con dei post sul proprio profilo Instagram, in cui vengono sollecitati i consumatori a rendere noti i ristoratori presso cui ordinare i pasti a domicilio, invitandoli a taggare i locali e rilanciando una folta lista dei volenterosi esercenti, i quali pare meritino di essere sponsorizzati da una pubblica autorità per il ‘servizio indispensabile’ reso alla cittadinanza”.

Continuano i fattorini: “Non siamo dello stesso avviso, le nostre condizioni ne sono la testimonianza lampante, e giudichiamo deprecabile l’operato di un membro delle istituzioni che sarebbe semmai chiamato a dare esempio di vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici del settore che da anni stanno lottando per i propri diritti e che stanno subendo il peso opprimente di una precarietà che in questa fase di crisi si sta rivelando ancor più insostenibile. Inoltre la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale firmata a Bologna prevede il diritto al conflitto e un rappresentante delle istituzioni locali, garanti di tale accordo, non può contravvenire allo spirito iscritto al suo interno manifestando una condotta che ci sentiamo di definire antisindacale. Pertanto pretendiamo il ritiro dell’uscita social e una presa di posizione netta di tutta l’amministrazione che si ponga in solidarietà ai rider che hanno deciso di astenersi dal lavoro, reclamando una copertura retribuitiva come diritto inderogabile proprio di ogni lavoratore in ragione di un’emergenza che non può vederci finire nel dimenticatoio”.

Ieri intanto i dipendenti di molte imprese “si sono astenuti dal lavoro, hanno fatto chiudere alcune aziende e ribadito che la nostra vita vale più dei loro profitti”, scrivono i Si Cobas, pubblicando un lungo elenco di imprese che per quanto riguarda Bologna comprende Sda Driver, Cantieri, Due torri, tre magazzini Assabloy. “Tanti altri lavoratori in maniera autorganizzata e spontanea in molte fabbriche si sono astenuti o hanno scioperato e comunque hanno sostenuto che il protocollo tra i sindacati confederali ed il governo fosse una vergogna”.

Infine, alle iniziative intraprese in questi giorni per far fronte alle limitazioni imposte per limitare la diffusione del  Covid-19, si aggiungono le Mujeres Libres: “Ehi Sister, qualunque sia il tuo modo di affrontare la quarantena: abbiamo delle audioletture per te! Alla narrazione dello stare a casa come idillio dello scrigno accogliente e fatato non ci crediamo. Per molte di noi le case sono posti pericolosi, mura che ci costringono ad avere a che fare con dinamiche violente. Non per tutte c’è una casa in cui passare una quarantena. Per molte le sbarre non sono simboliche. E anche quando abbiamo la fortuna di avere un luogo accogliente, sappiamo che molte di noi insieme al portone chiudono dentro ansie, difficoltà, precarietà, lavoro di cura esorbitante. Ma abbiamo imparato a riempire intere credenze di resistenza: azioni di mutuo soccorso e condivisione, che abbiamo sempre portato avanti e che neanche le pandemie fermeranno. Siamo andate nelle nostre librerie, nei nostri siti preferiti, abbiamo preso delle parole che per noi sono importanti, e le abbiamo lette per voi, pure senza essere attrici. Ogni giorno alle 19.30, perciò, da qui alla fine della quarantena (ma poi pure dopo, chissà!) pubblicheremo un contenuto per voi, con l’unico criterio di mettere in circolo parole contro il patriarcato, per rafforzare il nostro sistema immunitario”.