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Cori e sfottò, il bus dell’odio costretto ad andarsene in anticipo [audio]

Antifasciste e antifascisti girano in bicicletta attorno alla piazza, si infiltrano tra i cronisti, scandiscono cori su cori senza sosta, finché agli integralisti non resta che chiudere baracca anzitempo.

27 Settembre 2017 - 16:00

Il “bus delle libertà” dei fanatici del family day è arrivato in piazza VIII agosto scortato dai mezzi di Polizia e Carabinieri, mentre dall’altra parte della strada, sotto la scalinata della Montagnola, andavano radunandosi la contestzione: “Stop agli integralisti cattolici e ai fascisti” e “Fuori l’omofobia dalla scuola pubblica” alcuni degli striscioni visibili.

I sostenitori degli anti-gender erano circa una ventina. Il loro portavoce ai cronisti ha ribattuto a quanto fatto sapere ieri dal Comune sul via libera all’iniziativa: “Non abbiamo mai parlato di autorizzazione ma di consenso”, e il luogo “era stato comunicato alla Questura”. Intanto qualcuno degli antifascisti è riuscito a mischiarsi tra i giornalisti attorno al bus e rivolgersi agli anti-gender ponendo domande provocatorie.

“Abbiamo deciso di dare visibilità allo sconcerto per l’escalation propagandistica di questo gruppo di integralisti cattolici interfacciato con i neofascisti”, spiega uno dei manifestanti, che indossa una maglietta raffigurante una bufala. Perché la bufala? “Si sono inventati una teoria del gender che non esiste, volutamente e forzatamente, in realtà per proporre la loro visione del mondo e le loro idea di società e di scuola, basate su una rigida distinzione tra ciò che è normale, cioè la famiglia eterosessuale, e tutto ciò che non lo è”, boicottando “l’idea che a scuola si pratichino progetti pluralisti di accoglienza di ogni diversità”.

“Il vero problema – aggiunge – non è il bus ma il rapporto che questa struttura organizzata sta avendo con le istituzioni”, considerando anche che “è stata ricevuta, ed è un fatto molto condannabile, dalla ministra Valeria Fedeli”.

Dopo un’ora circa di presidio sotto la Montagnola e qualche giro in bicicletta attorno alla piazza, intorno alle 13 i manifestanti hanno attraversato via Irnerio e si sono avvicinati al bus, scandendo cori come “Gender qua, gender là, gender in tutta la citta'”, “Ve ne andate si’ o no?”, “Lotta anale contro il capitale” o “Se la famiglia è sacra perche’ massacra?”. I cori si sono susseguiti ininterrottamente per circa mezz’ora, poi l’autobus ha lasciato la piazza con mezz’ora di anticipo, tra gli applausi dei contestatori.

I manifestanti si sono dati appuntamento a domani, quando sono previsti due presidi: alle 15 all’ufficio scolastico di via de’ Castagnoli (“Non è ammissibile che non ci sia una presa di posizione chiara e netta sull’autonomia della scuole”) e poi alle 18 in piazza Re Enzo per aborto e libertà di scelta.

> Gli audio raccolti in piazza dai nostri inviati: